M5s, l'Open Day di Federico Pizzarotti a Parma
Un grillino: «Beppe è diventato ormai un megafono di Casaleggio». Lettera43.it tra alla convention.More Sharing Services
da Parma
Divanetti in vimini, cuscini verdi. E tavolini con posacenere pieni. Giornalisti. Giornalisti. Giornalisti. Telecamere, fotografi, dirette.
L'impressione entrando a Villa Ducale a Parma, dove il 7 dicembre si è tenuto il meeting del Movimento 5 stelle organizzato dal sindaco Federico Pizzarotti, è che l'evento abbia una copertura mediatica decisamente superiore alle aspettative. Anche a quelle degli organizzatori.
I badge gialli con la scritta stampa e i braccialetti sempre gialli modello 'all in' dei villaggi turistici alla fine sono quasi lo stesso numero.
Gli attivisti hanno pranzato e chiacchierato nella sala principale. Spazio off-limits per la stampa. Così come la sala conferenze dove si tengono i dibattiti. In pieno stile, questo sì, pentastellato.
ALLA RICERCA DI GIULIA SARTI. La più ricercata è Giulia Sarti. Appena esce per fumare una sigaretta è presa d'assalto. Non si riesce nemmeno a vedere in mezzo alle telecamere.
«Il simbolo è di proprietà di Beppe Grillo», ha affermato stanca. «Lui in quanto garante potrebbe decidere di non fare le votazioni. È su questo che dobbiamo ragionare». Poi è rientrata a fatica: «Sapete come la penso, l'ho già detto mille volte». Intorno a lei un capannello di braccialetti gialli: «Giu lia Giu lia».
«ANDATE DA RENZI». Una signora di una certa età, bionda con un paio di occhiali rossi calati sul naso è la più agguerrita: «Basta andate a rompere i coglioni a Renzi . Chiedete un po' conto a lui di cosa stanno facendo». Altri grillini hanno improvivsato un coro per distrarre i giornalisti: «Guardate là c'è Renzi, c'è Civati andate un po' da loro...». E ancora: «Giu lia Giu lia Giu lia».
L'impressione entrando a Villa Ducale a Parma, dove il 7 dicembre si è tenuto il meeting del Movimento 5 stelle organizzato dal sindaco Federico Pizzarotti, è che l'evento abbia una copertura mediatica decisamente superiore alle aspettative. Anche a quelle degli organizzatori.
I badge gialli con la scritta stampa e i braccialetti sempre gialli modello 'all in' dei villaggi turistici alla fine sono quasi lo stesso numero.
Gli attivisti hanno pranzato e chiacchierato nella sala principale. Spazio off-limits per la stampa. Così come la sala conferenze dove si tengono i dibattiti. In pieno stile, questo sì, pentastellato.
ALLA RICERCA DI GIULIA SARTI. La più ricercata è Giulia Sarti. Appena esce per fumare una sigaretta è presa d'assalto. Non si riesce nemmeno a vedere in mezzo alle telecamere.
«Il simbolo è di proprietà di Beppe Grillo», ha affermato stanca. «Lui in quanto garante potrebbe decidere di non fare le votazioni. È su questo che dobbiamo ragionare». Poi è rientrata a fatica: «Sapete come la penso, l'ho già detto mille volte». Intorno a lei un capannello di braccialetti gialli: «Giu lia Giu lia».
«ANDATE DA RENZI». Una signora di una certa età, bionda con un paio di occhiali rossi calati sul naso è la più agguerrita: «Basta andate a rompere i coglioni a Renzi . Chiedete un po' conto a lui di cosa stanno facendo». Altri grillini hanno improvivsato un coro per distrarre i giornalisti: «Guardate là c'è Renzi, c'è Civati andate un po' da loro...». E ancora: «Giu lia Giu lia Giu lia».
Presenti molte famiglie. Anche con bambini piccolissimi
Nella pausa tra la sessione del mattino e quella del pomeriggio qualcuno è uscito a prendere una boccata d'aria.
Ci sono molte famiglie con bambini. Alcuni piccolissimi, da poppata.
Nel cortile alcuni attivisti hanno distribuito copie de Il Grillo Parlante, che apre con un pezzo sulla crisi: «Industria, milioni di posti a rischio». Mentre altri bimbi occupavano la sala fitness della Villa Ducale arrampicandosi sugli attrezzi.
All'improvviso le telecamere e gli smartphone si sono concentrate all'ingresso.
SPUNTA IL ''PIZZA''. Federico Pizzarotti è salito su una aiuola quasi come fosse a Hyde Park. Giusto cinque minuti. E ha annunciato la ripresa dei lavori. Ai tavolini, dopo l'intervento blitz del Pizza, qualche grillino ha commentato le recenti espulsioni e la 'deriva' che sta prendendo il Movimento.
«Mi sono avvicinato al grillismo nel 1993», ha raccontato sorridente un partecipante, occhiali in tartaruga cravatta di lana e giacca in tweed. «Quando mi hanno detto che Beppe voleva entrare in politica non ci volevo credere. Poi è successo quello che è successo». Ed è diventato «sì un megafono, ma di quell'altro» ha aggiunto riferendosi a Gianroberto Casaleggio. Il problema, ha affermato con un sorriso amaro, «è che si tratta di una malattia genetica. E le mutazioni più recenti sono quelle dei Di Battista, Di Maio e delle Taverna».
FIDUCIA NEI RAGAZZI. Il popolo di Parma ha fiducia nei ragazzi che hanno detto no ai capi. Anzi, di più, è come se li volesse proteggere. Da cosa? «Dalla fine del Movimento…», ha detto qualcuno. Già, è questa la domanda che serpeggia a bassa voce. «Il M5s così com'è non può andare avanti né con né senza Grillo e Casaleggio», è la conclusione di molti. Ma è solo un momento. Torna Piazzarotti, «capitan Pizza» come hanno preso a chiamarlo. E si spera che qualcosa cambi.
Ci sono molte famiglie con bambini. Alcuni piccolissimi, da poppata.
Nel cortile alcuni attivisti hanno distribuito copie de Il Grillo Parlante, che apre con un pezzo sulla crisi: «Industria, milioni di posti a rischio». Mentre altri bimbi occupavano la sala fitness della Villa Ducale arrampicandosi sugli attrezzi.
All'improvviso le telecamere e gli smartphone si sono concentrate all'ingresso.
SPUNTA IL ''PIZZA''. Federico Pizzarotti è salito su una aiuola quasi come fosse a Hyde Park. Giusto cinque minuti. E ha annunciato la ripresa dei lavori. Ai tavolini, dopo l'intervento blitz del Pizza, qualche grillino ha commentato le recenti espulsioni e la 'deriva' che sta prendendo il Movimento.
«Mi sono avvicinato al grillismo nel 1993», ha raccontato sorridente un partecipante, occhiali in tartaruga cravatta di lana e giacca in tweed. «Quando mi hanno detto che Beppe voleva entrare in politica non ci volevo credere. Poi è successo quello che è successo». Ed è diventato «sì un megafono, ma di quell'altro» ha aggiunto riferendosi a Gianroberto Casaleggio. Il problema, ha affermato con un sorriso amaro, «è che si tratta di una malattia genetica. E le mutazioni più recenti sono quelle dei Di Battista, Di Maio e delle Taverna».
FIDUCIA NEI RAGAZZI. Il popolo di Parma ha fiducia nei ragazzi che hanno detto no ai capi. Anzi, di più, è come se li volesse proteggere. Da cosa? «Dalla fine del Movimento…», ha detto qualcuno. Già, è questa la domanda che serpeggia a bassa voce. «Il M5s così com'è non può andare avanti né con né senza Grillo e Casaleggio», è la conclusione di molti. Ma è solo un momento. Torna Piazzarotti, «capitan Pizza» come hanno preso a chiamarlo. E si spera che qualcosa cambi.
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