mercoledì 24 dicembre 2014

Questa è la chiesa di Cristo. E quando sento queste parole sono orgoglioso di essere cattolico.

Il papa ai profughi iracheni: «Voi siete come Gesù»

Francesco telefona ai bambini in Kurdistan a poche ore dalla messa di Natale.More Sharing Services

Alla vigilia di Natale papa Francesco ha ripreso in mano la cornetta. E lo ha fatto per rivolgere il suo saluto natalizio ai profughi cristiani di Ankawa, in Iraq.
«Voi siete come Gesù nella notte del suo Natale», ha detto loro Bergoglio, «per lui non c'era posto, è stato cacciato via, è dovuto fuggire in Egitto per salvarsi. Voi questa sera siete come lui e io vi benedico tanto, vi sono vicino».
«VI SONO VICINO». La telefonata alla comunità e al parroco, padre Benoca, è stata trasmessa in diretta da Tv2000. «Vi sono vicino con tutto il cuore» - ha proseguito il pontefice - «e chiedo al Signore Gesù che vi accarezzi con la sua tenerezza e alla Madonna che vi dia tanto amore».
«ABBIATE CURA DEI BISOGNOSI». Nel corso della diretta il papa si è soffermato sul significato e sull'importanza dei termini «vicinanza» e «tenerezza», spiegando che  «il Natale è proprio la festa della vicinanza di Dio con noi e la tenerezza è quella Dio nel manifestarsi, «quella di un bambino e di una mamma».
Papa Francesco ha poi spiegato come i cristiani possono essere tramite della tenerezza di Dio verso i fratelli che vivono situazioni difficili. «Gesù» - ha spiegato - «lo ha detto in due brani del Vangelo, nelle beatitudini e nel brano di Matteo, 25: abbi cura dei malati, dei carcerati, delle vedove, di chi non ha da mangiare o da vestirsi; abbi cura dei bisognosi perché questi sono la carne di Cristo, questa è la tenerezza».

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