Armi ai curdi, il Parlamento accelera, ma Alessandro Di Battista, fra Isis e terrorismo, infiamma il ferragosto della politica (FOTO)
Dall'Iraq continuano ad arrivare notizie di stragi di yazidi, il Parlamento accelera per rispondere alla decisione Ue di inviare armi ai curdi contro gli jihadisti, il primo aereo con gli aiuti italiani arriva ad Erbil, ma a fare scalpore è la posizione M5s sulla questione.
In un lungo post sul blog di Grillo, il vicepresidente della commissione Esteri della Camera spiega che “dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione”. “Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato a distanza io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche nonviolente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana. Non sto ne giustificando né approvando, lungi da me. Sto provando a capire”.
E ancora: “L'obiettivo politico (non le assurde violenze commesse) dell'ISIS, ovvero la messa in discussione di alcuni stati-nazione imposti dall'Occidente dopo la I guerra mondiale ha una sua logica". Seguonno altre considerazioni sul mondo, compreso il paragone tra un miliziano tagliagole e l'ex Segretario di Stato americano Colin Powell.
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Parole più sufficienti per incendiare, nonostante il sonnolento clima ferragostano, il dibattito politico. Decine di esponenti di tutti i partiti sentono il bisogno di prendere una pausa dalle ferie per condannare il guerrigliero grillino. C'è chi si allarma, chi lo definisce arrogante e ignorante (Nunzia Di Girolamo), chi, come il responsabile comunicazione Pd Francesco Nicodemo, lo invita a “riposarsi un po'”. E molti altri seguono il filone del colpo di sole. Il vicesegretario Pd Debora Serracchiani invece non sorride affatto: “Le parole di Di Battista non vanno sottovalutate perché rappresentano un pericolo per la tenuta di principi sui quali non si può transigere, e anche perché delineano un indirizzo preoccupante della politica estera del M5S".
Il deputato di Scelta Civica Gianfranco Librandi ci va giù durissimo: “Chi giustifica o legittima il terrorismo, come fa il M5S, si rende complice delle sue atrocità”. “Game over per la credibilità e per il margine di tollerabilità del Movimento 5 Stelle”, taglia corto Daniela Santanchè. Anche la Lega condanna il grillino (“Frasi deliranti e vergognose”). Velenosi i due senatori espulsi da Grillo, Luis Orellana e Lorenzo Battista: “Di Battista è in crisi di astinenza mediatica e direbbe qualunque cosa pur di avere un titolo su un giornale o l'apertura di un Tg, meglio se va all'Isola dei famosi. Ora gli Usa ora sanno bene chi e il M5S, poi ognuno valuti di conseguenza”. Si scatenano i social network, sull'onda dello sfottò a chi non voleva dialogare con Bersani, facendo di questo un perno della propria coerenza, mentre vorrebbe aprire un tavolo con l'Isis. Insomma, un coro unanime.
Ma la giornata non si esaurisce nella caccia al Di Battista. Per mercoledì 20 agosto sono state convocate le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, in seduta congiunta, per ascoltare i ministri Mogherini e Pinotti e dare il via libera all'azione italiana di sostegno ai curdi, con l'invio di armi, come deciso a Ferragosto dai ministri degli Esteri Ue. Dovrebbe essere una semplice informativa, dunque senza un voto finale, visto che non si tratta di un decreto o di una missione militare. E dunque il governo dovrebbe essere operativo subito dopo l'informativa.
Nell'agosto 2006, le commissioni congiunte votarono, ma si trattava della missione militare in Libano. “Questo passaggio sarà sufficiente per dare il via libera al governo, non prevedo un successivo voto in Aula”, spiega al'Huffpost Nicola Latorre, presidente della commissione Difesa del Senato, che paragona l'Isis ad Al Qaeda e giudica “irresponsabili e preoccupanti” le parole di Di Battista. E spiega: “Non si tratta di votare una missione militare”.
Dai grillini per tutta la giornata arriva un silenzio imbarazzato. Solo Nicola Morra, ex capogruppo in Senato, si fa vivo per domandarsi: “Non è che ripetiamo quanto è avvenuto con il governo D'Alema nel 1997 nei Balcani? Ma non cantavamo “Il mio nome è mai più?”, aggiunge Morra, citando la canzone cantata all'epoca dal trio Ligabue- Jovanotti-Pelù. Massimo Artini, vicepresidente della commissione Difesa della Camera, si trincerà dietro un “no comment”: “Non ho letto per intero il post di Alessandro”.
Ma spiega ad Huffpost che il M5s sta lavorando ad una risoluzione da presentare il 20 agosto, che parte da un presupposto: “In quell'area ci sono già troppe armi, un errore inviarne ancora”. Si tratta per ora solo di una linea guida, che dovrà essere esaminata dai componenti delle 4 commissioni. Almeno quelli raggiungibili, visto che molti sono in ferie in giro per il mondo e potrebbero non essere a Roma il 20. Tra questi anche Di Battista, segnalato sulle montagne del Nepal, e dunque più che in forse per il 20. A meno che la tempesta da lui stesso sollevata non lo costringa a prendere un aereo last minute. Per poter così argomentare le sue tesi davanti ai colleghi parlamentari e alle due ministre.
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