Beppe, ma non dovevamo vederci più?
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MILANO
Come annunciato ieri notte dall’onorevole Lombardi, durante una funerea conferenza stampa nella sede del comitato elettorale del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo ha commentato il disastroso risultato delle elezioni europee in un video pubblicato stamane sul suo blog. Il leader pentastellato parte dallo sfottò che ormai da molte ore sta spopolando sui social network, quel #vinciamonoi trasformato in #vinciamopoi dai (tanti) simpatizzanti democratici che hanno letteralmente assaltato le bacheche e i profili dei sostenitori del movimento.
Il comico genovese ha ammesso il risultato estremamente negativo “siamo oltre la sconfitta” e per la prima volta ha attaccato gli elettori e non gli eletti: “generazioni di pensionati che non hanno voglia di pensare al futuro dei nipoti”. Ha poi chiesto ai suoi di non perdersi d’animo, rivendicando il ruolo di primo partito dell’opposizione e rassicurandoli sull’intenzione di voler andare avanti.
Salta quindi all’occhio una mezza smentita del leader rispetto all’intenzione più volte manifestata di voler lasciare la politica in caso di sconfitta, un annuncio più volte ripetuto in campagna elettorale e oggi utilizzato dai suoi avversari, soprattutto nella tanto amata rete, dove #beppevaiacasa è una “tendenza” sempre più diffusa.
Ma a parte il consueto lato comico del breve show, culminato con l’assunzione dell’annunciato Malox per lui e per Casaleggio (che non appare), le parole di Grillo e il suo inedito tono pacato non riescono a nascondere l’incertezza che in queste ore sta assalendo il movimento e i suoi leader. Insomma, è sembrata quasi l’ammissione di sconfitta di un qualunque leader politico, di quelli che il Malox lo prendono a telecamera spenta e senza condividere l’esperienza.
E non è da escludersi un “processo della rete” al capo, magari esteso al suo guru, che li giudichi per toni esasperati utilizzati prima e durante la campagna elettorale, dai richiami al Führer alle minacce di cordoni intorno al Quirinale, fino appunto alla gogna mediatica per gli oppositori politici e i giornalisti. A quel punto lo stesso Grillo potrebbe scegliere di evitare l’umiliazione personale ritirandosi, prima di essere “bannato”.
Il destino del Movimento 5 Stelle è probabilmente legato alla scelta che farà il suo fondatore, leader e animatore. Le strade sono due e il bivio è lì ed è a un passo: da un lato rinunciare alla retorica del “vaffa” e diventare a tutti gli effetti un partito politico, pur con tutti i distinguo del caso. Dall’altro continuare sulla strada dell’avanspettacolo. La prima strada potrebbe avere un futuro, la seconda potrebbe portare all’estinzione. E il dovere di fare il primo passo sulla buona strada spetta proprio al vecchio Beppe, tramutando in fatti la tanto decantata onestà intellettuale e facendo ciò che aveva promesso in campagna elettorale: andare a casa.
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