domenica 1 giugno 2014

Avanti a tutta. Mandiamo a casa i leghisti alla Mognaschi e alla Centinaio e i grillini alla Nanni e alla Benzi.

Renzi al governo fino al 2018: ecco l'agenda a lungo termine

Il premier vuole arrivare a fine legislatura. E prepara il programma per le riforme. Ma c'è da affrontare il semestre europeo. Padoan: «Priorità siano crescita e lavoro»Ok di Confesercenti sul bonus Irpef.

PALAZZO CHIGI
Matteo Renzi si prepara per arrivare fino al 2018. Dalla sua, d'altra parte, ha la vittoria schiacciante alle Europee 2014 che, secondo la sua analisi condivisa con il quotidiano La Stampa, significa una scelta di «stabilità» tanto che «per qualche anno» sarà difficile vedere altri premier a Palazzo Chigi.
Tradotto dal politichese, la tesi di Renzi è che il Paese ha chiesto al governo di «fare riforme molto dure e molto forti».
INCONTRO COI MINISTRI. Per non perdere il controllo di Palazzo Chigi, Renzi ha quindi già fissato un'agenda di governo a lungo termine. E da martedì 3 giugno ha intenzione di iniziare i colloqui con i suoi ministri per trovare l'intesa sulle riforme.
Si tratta di una sorta di agenda Italia, un pacchetto di provvedimenti che devono diventare le priorità del semestre italiano da realizzare insieme con i partner europei, Germania in primis che «è un modello e non un nemico» anche se bisogna cambiare rotta.
AVANTI CON IL LAVORO. Mentre gli altri partiti, travolti dall'esito elettorale (su tutti le tensioni dentro Forza Italia), sono alle prese con contorsioni interne, il governo guarda solo a come capitalizzare la vittoria, mettendo in fila una serie di nuove riforme: giustizia e misure per ilmade in, anche in chiave Expo, nel consiglio dei ministri di venerdì 6 giugno, rilancio della competitività e delega fiscale il 13.
Oltre a portare a termine i progetti avviati, a partire dal piano scuole per il quale, a quanto si è appreso, Renzi dovrebbe sbloccare entro metà mese, con un Dpcm, le risorse dal patto di stabilità secondo quote per ogni comune.
SI PARTE CON IL SENATO. «Siamo pericolosi rivoluzionari», ha scherzato Maria Elena Boschi, impegnata a mandare in porto entro l'estate la riforma del Senato e della legge elettorale.
Il ministro delle Riforme ha chiarito che su entrambi i temi «si va avanti come da accordi», negando dilazioni temporali, chiesti da Silvio Berlusconi. Ma mettendo in conto che, come ha detto anche il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, «salvo i punti irrinunciabili, sono possibili aggiustamenti di tiro se tutti sono d'accordo».

Confesercenti premia il governo: col bonus una spinta da 3,1 miliardi

A dare sicurezza a Renzi sulla strada intrapresa è anche lo studio della Confesercenti che ha stimato in 3,1 miliardi l'aumento della spesa per le famiglie dopo il bonus di 80 euro.
«Ci siamo rimessi in marcia», è la convinzione del governo che ha intenzione di presentarsi alla guida dell'Europa l'1 luglio «non come l'ultima ruota del carro», ha chiarito il premier, «ma pronta a giocare un ruolo importante».
POI TOCCA ALL'EUROPA. Il vento euroscettico dà forza al «cambio verso» su cui punta Renzi che vuole battersi per alcune determinanti correzioni di politica economica con la crescita al centro, a partire dallo scorporo degli investimenti dal calcolo del deficit.
Le parole d'ordine del semestre devono essere coniugate nella mattinata di mercoledì 3 giugno in una riunione, a Palazzo Chigi, del comitato interministeriale per gli Affari europei, che il premier pensa come un brain storming molto operativo.
La determinazione, insomma, c'è tutta e anche il tempo.
STOCCATE AGLI AVVERSARI. Renzi, anche prima delle Europee, aveva assicurato che in ogni caso il governo sarebbe andato avanti fino a 2018. Parlando alla stampa straniera, ha usato parole che non hanno lasciato dubbi: «Non so se sia un bene o un male, ma credo che per qualche anno non vedrete altri presidenti del Consiglio».
Parole che suonano come un avvertimento a quelli che Renzi considera i veri nemici del cambiamento: i burocrati, gli alti papaveri dello Stato, che puntano a difendere lo status quo.
A COLLOQUIO CON MARCHIONNE. Ma anche chi, come la Rai, non ha capito il senso dei sacrifici chiesti dal governo. E sulla necessità di una nuova mentalità della classe dirigente, per non dire rottamazione, il premier ha deciso di intervenire domenica 1 giugno al Festival dell'Economia di Trento. Dove è probabile che, a margine, possa incontrare il numero uno di Fiat Sergio Marchionne, dal quale, dopo rapporti altalenanti culminati due anni fa in uno scontro, ha ricevuto recentemente «totale sostegno» ad andare avanti ed elogi per «uno stile nuovo e dirompente». 
Sabato, 31 Maggio 2014

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