martedì 4 febbraio 2014

Uno come Scanzi rappresenta all'interno dei talebani un vero kamikaze. Sembra quasi l'ultimo giapponese rimasto dopo la fine della guerra in un isola sperduta. Se questo é giornalismo siamo messi male.

Ripensavo ai Kamikaze leggendo le guerriglie in rete in questi giorni a proposito di uno dei punti più bassi credo in assoluto raggiunti dalla politica italiana almeno nell'ultimo secolo.
I toni violenti e massimalisti, da tutte le parti, non aiutano.
La comunicazione di Grillo è come il comportamento dei bambini alle elementari.
Si cerca per tentativi di capire “sin dove posso spingermi”, e sinchè “li si lascia fare” quello diventa il “loro spazio”. Quella cosa, non censurata, diventa come “un qualcosa che si può fare”. Se si lascia correre, come si fa domani a redarguire?
E qui viene quello che contesto alla Boldrini, e a tanti altri politici e giornalisti: siete meravigliosi quando vi accorgete e scandalizzate per certe cose, quando certe parole e certi comportamenti toccano voi; dov'eravate ieri? Cosa dicevate, o peggio NON dicevate quanto i bersagli di Grillo erano altri?
Oggi questo scandalizzarsi per i toni e i comportamenti – che in sé è giusto – finisce nel tritacarne mediatico delle reazioni ad azioni becere, che però con troppa tolleranza sino a ieri sono state ammesse “per inerzia”.
È tollerabile uno spettacolo di piazza, urlato, con Vaffa a tutti? No, ma in quelle liste all'epoca c'erano altri, e quindi tutto sommato si è lasciato correre. È tollerabile aizzare le folle con “tutti a casa” o “siete merde”, tutti venduti, corrotti, pagati da interessi privati, tutti casta, il popolo italiano diviso in due, i buoni tutti da una parte e gli altri tutti marci? No, non è ammissibile, ma tanto “cosa vuoi che prendano questi...” e ce ne si è accorti tardi e tutti il giorno dopo.
Solo oggi, con la straordinaria presenza e influenza del blog di Beppe Grillo, ci si accorge che esiste la rete, la “diffusione di contenuti” a mezzo web (che qualcuno definisce impropriamente “informazione”) e ci si rende conto che non esiste alcuna normativa di rettifica e diffamazione, e a pensarci adesso viene facile pensare a censura, limitazione della libertà di espressione o di attività politica.

Siamo tutti concordi che è indegno parlare di donne in un certo modo [e, meglio precisare, anche più grave anche solo l'idea di uno schiaffo, per quanto l'altro possa averti provocato]. Per quanto oggettivamente pericolosa qualsiasi minaccia la Boldrini è iperprotetta: a parte la sovraesposizione, che determina anche una straripante dose di epiteti e offese, resta un indegno modo di fare politica (e anche a chiamarla tale ci vuole stomaco!). Mi domando però dove sia la stampa quando quotidianamente a una ragazza, Barbara Collevecchio, per nulla protetta, venga “suggerito” di farsi “violentemente stuprare” da chiunque. O quando una cosa simile accadde a Federica Salsi, che ha dichiarato «Quando andai a Ballarò il giorno dopo trovai un post sul blog di Grillo dove, fondamentalmente, mi si diceva che ero stata mossa dalla mia vanità che andava solleticare il mio punto G nelle trasmissioni televisive» e che ancora oggi passa le sue giornate tra mobbing e improperi sessisti, mail di minaccia e via discorrendo.
Dov'è lo sdegno della stampa? Dove sono i giornalisti che non censurano come aberrante il fatto che un loro collega – Andrea Scanzi – per una battuta di Barbara abbia scritto al direttore Gomez dicendo “la deficiente parla ancora?"

Prima arrivano gli ultras.
Sono quelli che qualcuno definisce troll (e lo sono e lo fanno spesso) ma altre volte sono veri e propri nostri concittadini, quelli che usciamo per strada e li incontriamo al bar, che qualche volta di persona timidamente commentano, e alla seconda frase dicono “vabbè ho capito” e vanno via. Poi, sul web, da casa, spesso senza nome e cognome, partono a raffica e ti scrivono di tutto. Pronti a difendere il Movimento come unico baluardo per ogni male del mondo, sono quelli che quando non si trattengono più scrivono cose del tipo “napoletano di merda devi morire” o anche – e in questo caso la gravità sta nel fatto che lo abbia scritto una donna - “vabbè ma sai che ti dico? Messora ha fatto bene con la Boldrini”. Sono quelli del "era una battuta uscita male, non parlavo di qualcuno nello specifico ma in generale, ve la prendete con questa frase e non entrate nel merito, volete parlare dell'imu mentre avete tolto il pane..."
Dimenticando – ed è questo il caso di Messora – che dire “non corri il rischio di essere stuprata” significa sottendere il concetto che “se una donna è esteticamente carina – a soggettivo giudizio! - allora è stuprabile”.
E se fai comunicazione, e hai un ruolo, sei responsabile di ciò che accade.
Agli ultras non puoi dire molto, ma non sono nemmeno tanto pericolosi. Si nascondono dietro un monitor, danno libero sfogo alla loro frustrazione, e amen.
A capo chino e schiena dritta, difendono la linea, e sarebbero capaci di ripescare le loro ragioni in episodi storici del seicento (se conoscessero la storia) o molto più spesso nei complotti demo-pluto-masso-catto-american-sionist-comunist-bildemberg-bce-eurostat e chi più ne ha più ne metta... sino vabbè ai microchip e scie chimiche su cui ironizziamo come per le sirene, o in ogni sorta di revisionismo di fatti, cose e persone, sino all'uso di dossieraggi fatti con google riprendendo cose a caso basta siano utili alla causa del momento e insinuando tesi ad personam.

E poi ci sono “i peggio”. Quelli che io chiamo i kamikaze.
Quelli cui è stato fatto credere che «Voi siete il tesoro della nazione» (Takijiro Onishi ai giovani giapponesi, prima di suicidarsi il 15 agosto 1945) Kamikaze -"vento divino" - è il nome dato a un leggendario tifone che si dice abbia salvato il Giappone da una flotta di invasione Mongola inviata da Kublai Khan nel 1281. L'esercito giapponese non ebbe mai problemi nel reclutare volontari per le missioni kamikaze.Le motivazioni nell'offrirsi volontario andavano dal patriottismo, al desiderio di portare onore alle proprie famiglie, al mettersi alla prova in maniera estrema.

I kamikaze hanno la vocazione ad essere lo Tsunami che difende il movimento e Grillo e Casaleggio a tutti i costi, ma si badi, sono truppe scelte, élite selezionate e votate al tutto per tutto e contro tutti. E come per i kamikaze, gloria eterna è a loro riservata nelle preghiere del gruppo, che li eleggono a miti, quasi semidei.
Il kamikaze del giorno è Andrea Scanzi.
Lui è uno che sa scrivere – c'è da dirlo – e nell'epoca della informazione-spettacolo, Andrea oltre ad essere giornalista ha un suo agente, che lo segue e lo promuove: voi pensate che lui sia ospite in quanto giornalista di approfondimento, ma in realtà è showman. Come al Grande Fratello ma non si può dire. Chissà, un giorno “scopriremo” che anche qualche parlamentare ha il suo “agente”, ma questa è un'altra storia.
Andrea sa che non può né tollerare né difendere né Di Battista, né le offese sessiste, né l'attacco alla Boldrini. E allora che fa? Come i kamikaze giapponesi, quando tutto è perduto diventa lui la bomba umana contro la corazzata (da lui presunta).
In questo pezzo – del 2 febbraio – il nostro si lancia in una serie di consigli su ciò che i “Cari M5S non potete...” dire e fare...
E ha ragione, ormai non se ne può più dei consigli di uno che davvero (e non sono ironico) di comunicazione ne capisce e che non vengono accettati o seguiti.
Il kamikaze Scanzi precisa “E’ un punto centrale: il M5S non può fare errori, perché gli altri (i “nemici”, cioè quasi tutti) non aspettano altro e perché ogni errore mina la fiducia di quei milioni di italiani che continuano a ripetere che quel movimento è l’unico anticorpo contro il potere. Una fiducia di cui dovete avere un rispetto sacrale.
Nel decalogo leggiamo la giustificazione per il “boia chi molla“: capisco la rabbia che porta il sangue agli occhi e induce a straparlare...”
Prosegue sul sessismo “non potete regalare l’alibi multiuso e multitasking del “sessismo” quando combattete una battaglia nobilissima ...le allusioni grevi ai “pompini” costituiscono un harakiri imbarazzante e regalano agli eterni soloni la giustificazione per scrivere lenzuolate di quasi-femminismo ...” (che è un pò come a dire, che lo pensiate fa nulla, che vi comportiate da sessisti chi se ne frega, ma non ditelo che se no loro poi fanno bela figura!)
Ma Scanzi va oltre, e dispensa consigli verso le europee “non potete mandare in tivù uno come Becchi per difendervi. E’ come chiedere a Mike Tyson di andare in tivù per difendere la salute dei lobi... Becchi è espressione sin troppo nitida del “grillino” caricaturale e sopra le righe, che ha torto anche quando ha ragione e che serve alla tivù per screditare il M5S.” 
Inarrestabile contro ogni presumibile contraerea il nostro Scanzi continua, stavolta con un imperativo quasi morale e categorico “Voi in tivù dovete andare: lo dovete a chi vi ha votato e vi vuole conoscere. E vuole che qualcuno difenda le loro idee. Mandateci le Sarti e i Morra, i Di Maio e le Lezzi, i Di Battista e le Taverna... Checché ne dicano Beppe Grillo e Yoko Casaleggio, la tivù è ancora (sin troppo) decisiva nel veicolare notizie e consensi. O la si sa usare, o si sta a casa a coltivare i nidi di rondine tra le pieghe della barba da quasi-filosofo.”
Ormai Scanzi è in dirittura d'arrivo verso la sua portaerei bersaglio e non si contiene.
In picchiata anche su Grillo “post come quello su “cosa faresti se la Boldrini fosse con te in auto”, sono autogol...servono esattamente per poi poter sostenere castronerie vili tipo che i grillini sono tutti stupratori e insultatori (come se in rete i renziani o i berlusconiani fossero tutti dispensatori di versi petrarcheschi). Quegli autogol servono a dire che, chi critica la Boldrini, lo fa perché è sessista. Non ci vuole uno scienziato per arrivarci. Grillo ha fatto e farà molto per il Movimento. Il giorno in cui capirà che è molto più convincente quando argomenta che non quando scherza senza avere ispirazione, sarà sempre troppo tardi.” Anche in questo caso quindi la questione non è il contenuto e la sostanza, ma il fatto che quasi quei post sono “una verità scomoda che non si può dire se no si perdono consensi”, solo per questo eh?!
[Scusa Andrea, ricordamelo, ma quand'è esattamente che Grillo ha argomentato? Sorry, tu sei kamikaze e anche sommelier]
Qualche piccola attenuante che ci spiega la televisione italiana an-passant “La Bignardi ha dato trenta minuti a Di Battista, che peraltro sa cavarsela benissimo senza che un attimo dopo mezzo web gridi alla lesa maestà. Non tutti la pensano come voi e, anzi, in tivù il 95% è sfacciatamente renziano. Funziona così.” - come a chiarire “il nemico è il pd, la tv è il pd, se c'è cattiva informazione o informazione manipolata è colpa del pd. Chiaro no?
E prosegue con le differenze “Corrado Augias ha tutto il diritto di criticare duramente i 5 Stelle. E’ un intellettuale, ha le sue idee e le argomenta... Fate bene a criticarlo, non a insultarlo o minacciarlo... Io non condivido nulla di quello che ha detto e scritto Augias sui 5 Stelle, e credo anche che Augias – come molti intellettuali engagé vecchia scuola vicini al Pd – parli di cose che conosce pochissimo e per sentito dire. Non confondete gli Augias con i pigibattista: sarebbe come confondere un Barolo con una gazzosa scipita.”
Quindi almeno sappiamo che c'è qualcuno che “ha il diritto di parola”, e grazie a Scanzi sappiamo chi può e chi proprio non deve.
Ed è anche bene chiarire – insinuando qualche dubbio che credo non guasti mai: “glisso su chi ne ha bruciato i libri: non so se è realmente grillino o magari infiltrato, ma di sicuro è assai prossimo all’idiozia più vomitevole”.

Lo statista Scanzi chiosa “Gli ultimi giorni, per la politica italiana, sono stati tremendi. E’ avvilente l’arroganza del potere. E’ deprimente la pochezza degli Speranza. E’ esilarante la labilità di Matteo Peppo Pig”. Ovvio no? Non è avvilente per le offese, gli oltraggi, i busti divelti, le commissioni occupate, le violazioni del regolamento, le battute sessite, i cartelli, le provocazioni violente, le ingiurie... no!
“E’ sconfortante vedere come quasi tutti i media usino il napalm coi 5 Stelle... I 5 Stelle stanno combattendo, pressoché isolati, battaglie preziose ...Costituiscono l’unica opposizione reale e per questo verranno osteggiati in ogni modo. Ribadisco: in ogni modo. E’ proprio per questo che non devono sbagliare nulla, ma proprio nulla. ...Avete la fiducia di milioni di italiani, a cui ormai non siete rimasti che voi. Fate tesoro di questa fiducia, continuate la vostra crescita e non disinnescatevi da soli, regalando assist d’oro a chi – pur di mantenere lo status quo – non aspetta altro che farvi passare per fascisti, violenti, dementi, sovversivi e magari prima o poi pure stragisti.”
[Dall'ultima lettera di Andrea Scanzi, ex giornalista, prima di scagliarsi come un kamikaze contro la corazzata de "i “nemici”, cioè quasi tutti" del M5S.]

L'unica cosa sensata che ho letto in questi giorni è di Alessandro Giglioli: il regolamento per le stronzate
1. Le stronzate altrui non giustificano le proprie.
2. Parimenti, le stronzate proprie non giustificano quelle altrui.
3. Due o più stronzate commesse da persone di opposte fazioni non si annullano a vicenda.
4. La responsabilità della stronzata è personale, cioè del suo autore, e di chi eventualmente la sottoscrive/diffonde.
5. Le stronzate non hanno tutte la stessa gravità, ma la minor gravità della propria non porta ad avere ragione (vedi regola 1).
6. La stronzata è tanto più grave quanto maggiori sono il peso e il ruolo politico del suo autore: il che non costituisce alibi per chi non ne ha, dato che ciascuno comunque impatta sul pianeta.
7. Alle stronzate non è concesso diritto d’oblio.


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