Donatella Ferranti: «Così ho domato i Cinquestelle»
La presidente della commissione giustizia della camera racconta i giorni di guerrilla nel palazzo, della sua difesa dell’aula e di quella volta che per poco un deputato non veniva portato via di peso
Tre sedute movimentate. Ne parla così Donatella Ferranti, Pd, presidente della commissione giustizia della camera, che in questi giorni di guerrilla parlamentare ha respinto ben tre tentativi di occupazione della sua aula da parte dei Cinquestelle. Loro la accusano di aver adottato un regime dittatoriale. Lei racconta: «Eravamo in seduta notturna per discutere dello svuota-carceri, nel giorno della famosa ghigliottina. Dopo gli scontri in aula che abbiamo visto in televisione molti deputati Cinquestelle hanno iniziato ad affluire nella nostra stanza che è abbastanza piccola. Dopo poco era impossibile starci tutti fisicamente e ho dovuto chiamare la sicurezza e i vigili del fuoco per verificare l’agibilità del locale».
Quanti erano?
Almeno una cinquantina e non potevo vietare loro l’ingresso. Sono parlamentari.
Allora cos’ha fatto?
Ho rinviato tutto, sperando che la tensione scemasse. La mattina dopo, alle otto e trenta, sono tornata in aula e ho trovato l’onorevole Vittorio Ferraresi seduto al banco della presidenza. Eppure la sera prima avevamo provveduto a chiudere a chiave l’aula.
Come avrà fatto a entrare?
Ha aspettato che arrivassero i tecnici dell’impianto di climatizzazione e si è infilato dentro con loro. «Da qui non mi muovo» mi ha detto appena mi ha vista.
E lei?
Gli ho chiesto qual era il punto. Mi ha risposto che stava protestando per chiedere le dimissioni di Dambruoso e della Boldrini. Ho cercato di spiegargli che non c’era attinenza con i lavori della commissione, gli ho offerto di prendere la parola, l’ho invitato a riflettere sulle conseguenze di una cosa così.
E lui?
È stato irremovibile. Tanto che i questori della camera avevano autorizzato i commessi a portarlo via di peso, se necessario. A quel punto però ho deciso di evitare che si aggiungesse violenza a violenza e l’abbiamo lasciato lì.
A quel punto ha riconvocato la commissione nell’auletta dei gruppi.
Esatto, a palazzo di Campo Marzio. Ho diramato le convocazioni e ho dato inizio ai lavori. Solo che anche lì sono arrivati molti deputati Cinquestelle e dopo poco si è visto che non c’erano le condizioni per discutere alcunché. Allora ho messo in votazione ho messo in votazione il mandato al relatore per portare in aula il testo così com’era.
Come hanno reagito i deputati del M5S?
Si sono agitati parecchio. Mi hanno accusata di fare delle porcate. Poi martedì siamo andati in seduta, ma siccome il provvedimento non poteva andare così e c’era lo scrupolo di introdurre dei correttivi, abbiamo chiesto all’aula di rientare in commissione. Ovviamente ho contingentato i tempi dei gruppi sugli emendamenti. Mentre i deputati del M5S parlavano hanno inziato a venire mano a mano altri colleghi. Ho dovuto richiamare la sicurezza e i vigili del fuoco. I Cinquestelle, dopo il primo voto all’emendamento che ha eliminato la liberazione speciale anticipata per i delitti di mafia, al quale hanno partecipato, hanno deciso di abbandonare l’aula.
È amareggiata?
Guardi, io do rispetto a tutti, ma cerco anche di ottenerlo e soprattutto chiedo di utilizzare parole consone ai luoghi. Non contesto la legittimità dell’ostruzionismo e delle critiche, anche aspre. Quello che contesto sono le azioni violente. Mi spiace perché all’interno della commissione giustizia si era sempre riusciti a lavorare in un clima di dialogo, anche con i Cinquestelle. Ad esempio i due relatori della proposta di legge sui reati ambientali sono uno del Pd e uno del M5S.
Ha ricevuto qualche attestato di solidarietà dal Movimento?
Sì, uno dei deputati della commissione, Tancredi Turco, ha rilasciato un’intervista nella quale ha ammesso che si sono fatti prendere la mano.
C’è da dire che Turco è considerato tra gli appartenenti alla linea critica…
Beh, allora mi auguro che questa linea trovi terreno e che si capisca che la violenza non può essere una risposta in nessun caso.
Nessun commento:
Posta un commento