mercoledì 5 febbraio 2014

Una vera vergogna che la gente ritenga questa setta un partito politico. In quale articolo della costituzione c'è scritto che un parlamentare prima di presentare un emendamento deve passare dall'assemblea e dal capogruppo? E il famoso "senza vincolo di mandato"? E questi occupano il parlamento con azioni squadriste dichiarando di muoversi in difesa della costituzione? Hanno solo dimenticato che la costituzione alla quale si riferiscono è quella della ex Unione Sovietica.

La regola del MoVimento 5 Stelle per controllare gli eletti

di   - 05/02/2014 - Currò è stato messo all'indice perché ha violato il regolamento del gruppo. Ha presentato un emendamento senza consultare gli altri, rinviando così lo step obbligatorio: passare per assemblea e la scrivania del capogruppo

La regola del MoVimento 5 Stelle per controllare gli eletti
Non è solo una questione di “inciucio” con FI, non è solo la questione di emendamenti. Ieri nelle accuse verso il deputato Tommaso Currò si è specificato l’errore del deputato 5 Stelle: «Ha presentato l’emendamento senza consultare il gruppo». Ed è questo il fulcro di uno sbaglio a detta dei pasdaran non banale, un atteggiamento che salta l’iter di leggi e proposte che devono esser presentate dai grillini alla Camera. Disegni di legge, emendamenti devono passare rigorosamente prima sulla scrivania del capogruppo del MoVimento. Si decide con gli altri, poi si presenta il tutto.
espulsione-TOMMASO CURRO'-2
TUTTO DALLA CAPIGRUPPO - L’ordine vale anche in Senato. Secondo i più polemici a partire dal caso dell’emendamento presentato da Cioffi-Buccarella sull’abolizione del reato di clandestinità. Anche se pare sia un pro forma in uso già da prima. In realtà la regola non varrebbe in caso di interrogazioni e vige con il passaggio presso il capogruppo specialmente nel caso di valutazione on line sul portale. Perché questo? Perché come spiega un parlamentare «hanno troppa paura della loro ombra». Una attività che comunque svierebbe l’articolo 67 della Costituzione.
IL VINCOLO DI MANDATO – Uno degli strumenti più importanti per lo svolgimento dei lavori parlamentari è la possibilità per i parlamentari di presentare emendamenti (cioè proposte di modifica) ai documenti discussi dalle commissioni parlamentari, siano progetti di legge, proposte di risoluzione o altri atti. Indipendentemente dalla volontà del gruppo? Sì, perché come spiegaFrancesco Costanzo vige l’articolo 67 della Costituzione
Attraverso tale attività i parlamentari cercano, infatti, di convogliare all’interno dei progetti di legge all’esame della commissione istanze politiche, che talvolta possono prescindere da esigenze di semplice aderenza alle direttive del gruppo di appartenenza e che trovano il loro fondamento giustificativo nel divieto di vincolo del mandato imperativo previsto dall’articolo 67 della Costituzione.
e…
Quanto poi ai partiti politici di appartenenza, l’articolo 67 non vuole certamente disconoscere l’importanza dei legami tra singolo parlamentare e singolo partito di appartenenza, legami che hanno una loro indiscussa rilevanza, se si considera che l’articolo 49 della Costituzione affida in sostanza ai partiti la determinazione della politica nazionale. Tali legami peraltro – e questo è il significato più importante da attribuire all’articolo 67 della Costituzione – non hanno un loro rilievo giuridico, non intaccano cioè l’autonomia nelle decisioni assunte nel corso dei lavori parlamentari dal singolo parlamentare.
LA SANZIONE - L’assemblea ha deciso di non avviare la procedura per l’espulsione: voto dell’assemblea congiunta di Camera e Senato e se, nel caso, ratifica della rete con votazioni sul blog di Beppe Grillo. A quanto si apprende, hanno votato a favore della sanzione 23 deputati, contro 21 contrari. Dieci deputati invece si sono astenuti.Il caso di Currò dovrebbe figurare sotto il capitolo sanzioni previsto nel regolamento di ogni gruppo parlamentare pentastellato. «Il Presidente, su delibera dell’Assemblea, può provvedere, sulla base della gravità dell’atto o del fatto, al richiamo ed alla sospensione temporanea, nonché, su delibera dell’Assemblea a maggioranza dei propri componenti, all’espulsione dal Gruppo». Sono cause di espulsione:
i) reiterate ed ingiustificate assenze dai lavori del Senato e del Gruppo;
ii) reiterate gravi violazioni al presente statuto;
iii) mancate dimissioni dalla propria carica in caso di condanna penale, ancorché non definitiva.
iv) violazione degli obblighi assunti con la sottoscrizione del “codice di comportamento del MoVimento 5 Stelle in Parlamento”.
In ogni caso, l’espulsione dovrà essere ratificata da una votazione on line sul portale del MoVimento 5 Stelle tra tutti gli iscritti, a maggioranza dei votanti
Qui sotto il documento sottoscritto da alcuni parlamentari 5 stelle prima di entrare in parlamento. Dentro è indicata anche la cifra da devolvere in caso di violazione “continua”:
impegno etico 5 stelle - copia tre
E chi invece vuole andare avanti con le sue attività magari spinte dal meet up locale? «Per me -spiega un parlamentare pentastellato – è una questione decisa per un maggiore controllo. Chi dice una cosa la deve portare avanti». E ognuno la porta a modo suo. Perché uno vale uno. Anche col rischio di prendere una “sanzione”.

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