mercoledì 5 febbraio 2014

Boia chi molla gridava tofalo dimostrando tutta la sua ignoranza. Boia chi non paga i contributi ai suoi dipendenti.

ROMA - Collaboratori e consulenze: il caso tocca anche il M5s. O almeno la metà dei parlamentari campani. Che restituiscono, è vero, parte dello stipendio e dei rimborsi, come evidenziato nel sito «tirendiconto.it», ma utilizzano qualche escamotage per il pagamento dei contributi Inps ai propri collaboratori parlamentari e ai propri consulenti: alcuni «cittadini» non risultano aver pagato alcun contributo previdenziale, altri hanno inventato il sistema della ditta individuale.
Il più originale è l’uomo del «boia chi molla», Angelo Tofalo. La sua frase è rimasta scolpita nelle recenti cronache parlamentari. Nel suo rendiconto presentato sul sito M5S è preciso nel documentare quanta parte del proprio stipendio ha restituito.
Per i collaboratori, tuttavia, ha inventato un sistema tutto suo: ha infatti creato la ditta individuale «Tofalo Angelo» con indirizzo in Pellezzano. Tipo di azienda: «A1 - azienda con una sola posizione, senza unità operative, non autorizzata all’accentramento contributivo», per «attività dei partiti». Due assunzioni, con contratto “part time” ma a tempo indeterminato in modo da godere delle agevolazioni della legge 407 del 1990 che prevede, per soggetti disoccupati da più di 24 mesi residenti nelle regioni del Mezzogiorno, l’esenzione totale dal pagamento dei contributi previdenziali, contributi che vengono coperti dall’Inps, cioè da tutti.

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