mercoledì 5 febbraio 2014

Bene. Ma la cosa importante non la posizione dei singoli. La cosa importante è far passare una legge che elimini o abbassi al minimo i soldi destinati alla politica.

Spese della Politica - Gruppo PD della Regione Liguria le azzera

Spese della Politica - Gruppo PD della Regione Liguria le azzera
Genova - Il Gruppo Pd della Regione Liguria ha praticamente azzerato le spese di funzionamento andando ben oltre i limiti imposti dalla nuova e più rigida normativa.
“Per dare un segnale e una risposta alla pressante richiesta di sobrietà che arriva dalla società civile, perché la politica, quella sana, deve saper interpretare le istanze che arrivano dai cittadini”. Illustra così il Capogruppo del Partito Democratico in Regione, Nino Miceli, il rendiconto del Gruppo per il 2013, presentato oggi in una conferenza stampa. “All’insegna della massima trasparenza. Sono soldi pubblici, è giusto che i cittadini sappiano come li spendiamo”.
Secondo la nuova normativa vigente, i fondi assegnati al Gruppo PD come agli altri gruppi consiliari sono suddivisi in due categorie: una destinata al personale e l’altra per il funzionamento del gruppo stesso.
Essendo la nuova normativa entrata in vigore nel 2012, con il personale assunto fino a fine legislatura, la quota assegnata per gli stipendi e i contributi dei dipendenti è stata calcolata in modo che tutto il personale già in servizio potesse conservare il proprio posto di lavoro. Sottolineiamo che in molte altre Regioni, il personale dei Gruppi è pagato direttamente dall’ente e non risulta perciò nei bilanci dei gruppi stessi.
Per quanto riguarda la quota di finanziamento destinata al funzionamento, la nuova normativa di riferimento è il Decreto Legge 174/2012, che ha ridotto le tipologie di spesa e i fondi a disposizione, portandoli a 91.272,88 euro. Il Gruppo PD, per scelta, ne ha spesi soltanto poco più di 9.000, restituendo oltre 82.000 euro al Consiglio.
Analizzando in dettaglio le spese che rientrano nei 9.000 euro, si vede che per i 2/3 riguardano spese che, se non sostenute dal Gruppo con una dotazione autonoma, sarebbero comunque assicurate dall’ente: canoni per le linee telefoniche fisse degli uffici, abbonamenti a quotidiani e riviste giuridiche, cancelleria.
Soltanto meno di 3.000 euro sugli iniziali oltre 91.000 sono stati spesi per attività politico-istituzionale del gruppo, cioè iniziative sul territorio, convegni, incontri.
“E’ il risultato di una scelta precisa – spiega Miceli – per dare un forte segnale di sobrietà e attenzione nello spendere soldi pubblici, un’istanza che ci arriva, potente, direttamente dai cittadini. Non è stato un percorso facile, il rischio è di ridurre le attività di contatto con il territorio, di ascolto, di dialogo con i cittadini. Però siamo convinti di aver fatto la scelta giusta, anche perché, accanto a questa riduzione drastica delle spese, abbiamo operato una riorganizzazione dell’attività verso l’esterno, implementando l’utilizzo di modalità ugualmente efficaci, ma nello stesso tempo meno costose. Una direzione nella quale ci siamo mossi è stata quella di ricorrere maggiormente agli strumenti informatici. Tanto per fare un esempio, per dare un’adeguata informazione dell’attività politica e istituzionale del Gruppo, abbiamo sostituito la rivista periodica con una newsletter quindicinale che viene redatta in proprio e diffusa via mail e su Facebook, a costo zero”.
“Insomma – conclude Miceli – azzerare le spese dei Gruppi? Ne sentiamo parlare molto in questo periodo. Il nostro Gruppo lo ha già realizzato nei fatti”.

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