martedì 4 febbraio 2014

Non vi è un partito né di destra né di sinistra. Prima o poi i talebani talebani dovranno staccarsi dalle persone normali.



Nucleo storico contro dissidenti
I 5 stelle di Palermo alla scissione

Nucleo storico contro dissidenti I 5 stelle di Palermo alla scissione
I grillini vicini alla spaccatura, tra l'ala che fa capo a Nuti (nella quale ci sono diversi parenti di deputati) e quella che difende il senatore Francesco Campanella. Storia di sfiducie e censure sul web. La lite sulle "chiavi" del sito: chi comunica a nome di chi?

di EMANUELE LAURIA
La pace non è stata siglata e M5S a Palermo viaggia in modo quasi inesorabile verso la scissione. L'incontro che si è svolto ieri sera non ha portato un chiarimento fra le due anime ormai in guerra del meet-up del capoluogo siciliano. Una rappresentanza dei 45 attivisti che invocano maggiore democrazia interna ha chiesto al nucleo storico, che si riconosce nelle posizioni dell'ex capogruppo alla Camera Riccardo Nuti e di altri parlamentari (Lupo, Di Benedetto, Di Vita), di togliere dal sito la nota con la quale si sfiduciavano i senatori Campanella e Bocchino. In alternativa, il gruppo dei 45 ha chiesto di rendere pubblica la loro risposta, in difesa di Campanella e Bocchino, che sabato era comparsa solo per pochi minuti sullo stesso sito, salvo poi essere censurato. Ma la replica, da parte dell'altra "fazione", è stata negativa.

I "campanelliani" (che non amano etichette, in realtà) hanno sottoposto agli altri attivisti una piattaforma in cinque punti, fra i quali c'è l'istituzione di un codice etico, un regolamento più stringente per le assemblee e una gestione a rotazione delle chiavi elettroniche del meet-up. Le parti si sono dati sette giorni di tempo per un chiarimento ma il clima, tutt'altro che sereno, ha portato i cosiddetti dissidenti a chiedere subito un incontro a Beppe Grillo. Obiettivo: la creazione di un altro meet-up. E la presentazione di liste elettorali proporzionate al peso dei militanti. La scissione, già avvenuta a Bagheria e possibile anche in altri comuni, a Palermo è alle porte.

Sotto accusa, da parte dei "dissidenti" (che sarebbero la maggioranza), c'è dunque un nucleo di militanti storici di M5S, alcuni provenienti addirittura dall’esperienza degli "amici di Beppe Grillo" che avrebbe in mano "le chiavi del web e della sede" e bloccherebbero le manifestazioni di libero pensiero. Una sorta di “guardia reale” dei 5 stelle palermitani, pronta a proteggere le posizioni dei parlamentari vicini all’ex capogruppo Nuti. Nel gruppo di stanza in via Ricasoli, in effetti, ci sono diversi attivisti che sono anche parenti o affini di deputati: Mauro Giulivi (primo dei non eletti all’Ars dietro Campanella e compagno della Di Benedetto), Francesco Lupo, fratello di Loredana Lupo (la deputata palermitana aggredita dal questore Dambruoso alla Camera), Samantha Busalacchi, uno dei 15 “portaborse” assunti di recente nel gruppo M5S di Palazzo dei Normanni. Per carità, anche i grillini tengono famiglia «ma in Sicilia si è forse esagerato », fa notare un ribelle senza volto, ricordando come nella lista della Camera ci fossero i due fratelli Lupo, la coppia Giulivi-Di Benedetto, l’eletta Claudia Mannino e il compagno Pietro Salvino, oltre ad Azzurra Cancelleri, sorella del candidato governatore Giancarlo.

È una storia che, in realtà, cela una profonda divergenza politica. L'atteggiamento di dialogo di Campanella e Bocchino, contestata dai “nutiani” ma anche da buona parte dei deputati dell’Ars, si sta diffondendo sull'intero territorio, e soprattutto nelle stanze del Senato. I "dissidenti" palermitani, sulla stessa posizione di Campanella, confluierebbero in un movimento di crescente dissenso per la linea dura contro Napolitano, per la chiusura sulla legge elettorale e per la gogna mediatica alla Boldrini. Come finirà, a livello nazionale, è ancora da verificare. Di certo a Palermo si sta aprendo una breccia.

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