La scorta a Orfini e lo schifo dei pescecani
Per motivi di sicurezza è stata assegnata la scorta a Matteo Orfini, commissario del Pd Roma e presidente del partito nazionale. Orfini è stato posto sotto tutela su decisione della Prefettura di Roma. Orfini è stato nominato commissario dopo le vicende di Mafia Capitale. A quanto si è appreso, il provvedimento è stato disposto dalla Prefettura di Roma sulla base di una richiesta del ministero dell’Interno. Tecnicamente non si tratta proprio una di scorta, ma di una “misura di protezione” che è stata attivata da sabato per il presidente del Partito democratico e commissario del Pd Roma dopo le vicende di Mafia Capitale. Ed è evidente che se ha ricevuto la protezione è perché sono arrivate minacce o c’è un rischio per la sua incolumità. Eppure per l’inciviltà politica non c’è mai e poi mai un momento in cui è il caso di calmare i bollenti spiriti da campagna elettorale. Qui possiamo ammirare Giorgia Meloni, la cui vergogna è acuita dal fatto che un tempo era ministro della Repubblica (grazie Fini, grazie Berlusconi) ma oggi non riesce a non speculare su un rischio segnalato dal ministero dell’Interno.
Ma non disperiamo: è grazie a queste piccolezze che riusciamo a capire che Giorgia, che vorrebbe fare il sindaco di Roma, non è all’altezza nemmeno di amministrare il suo condominio. E, per non farci mancar niente, anche l’onorevole del MoVimento 5 Stelle Massimo Baroni riesce a fare dell’ironia sulla storia:
A vedere l’orrore a cui è abituata la politica italiana per raccattare quattro voti c’è da rivalutare i pescecani.
Nessun commento:
Posta un commento