lunedì 22 giugno 2015

Ecco di chi hanno paura i delinquenti romani. Non certo dei grillini o dei leghisti. Hanno paura di Orfini del PD.

Mafia Capitale, Matteo Orfini sotto protezione per ragioni di sicurezza

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ORFINI
La notizia dice tutto: a Matteo Orfini, chiamato qualche mese fa ad assumere il ruolo di commissario del Pd, nell’era di Mafia Capitale, è stata assegnata una scorta per ragioni di sicurezza. Tecnicamente non proprio una scorta, ma un “accompagno”. Una “misura di protezione”. Lo confermano fonti della prefettura.
Una misura di sicurezza resa necessaria evidentemente dal fatto che Orfini è in prima fila nel lavoro di lotta ai clan di Mafia Capitale e di “bonifica” del Pd romano, le cui “infiltrazioni” e il cui “inquinamento” è stato spiegato da Barca nella sua relazione. E non solo. Tra i primi atti del presidente del Pd c’è stato il commissariamento di Ostia, una delle aree più inquinate, con la nomina di Stefano Esposito a commissario. È stato il primo caso in cui il Pd è arrivato prima della magistratura, facendo dimettere Andrea Tassone, il presidente di municipio che poi è stato arrestato. 
Insomma, Orfini è il nemico dei “clan”. La notizia della scorta è indicativa del clima che si respira nella capitale e nel Pd. Proprio a Ostia una settimana fa è stata bruciata una edicola di una militante del Pd molto impegnata nella lotta alle bande di mafia capitale. Né si è diradata l’incertezza attorno al Campidoglio, anzi. Proprio Orfini, di fatto, ha spiegato che la sorte di Marino è appesa alla relazione del commissario Gabrielli: “Aspettiamo la valutazione del prefetto, poi decideremo come andare avanti e se è necessario rafforzare l’attività amministrativa”. Per Renzi quella sarà l’occasione per voltare pagina a Roma e aprire la strada al commissariamento. E puntare al voto il prossimo anno.

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