Enciclica, Fusaro: "Quello del Papa è anticapitalismo radicale..."
19 giugno 2015, Lucia Bigozzi
Il Papa che dice no a logiche di mercato, sì all’uso sociale dei beni, cosa rappresenta per l’uomo della strada?
«Significa che è la più radicale presa di posizione oggi esistente contro il mondo della finanza e del capitale. Significa quello che anche io dico da tempo e cioè il fatto che nel tempo che viene dopo la fine dei comunismi, il messaggio del Papa e della Chiesa resta l’unico vero messaggio antagonista di tipo anticapitalistico. Quindi, nel fronte unico della lotta contro il capitale, il Papa e il Cristianesimo sono con noi, sono preziosi alleati di questo fronte comune che deve costituirsi e che deve rimettere al centro l’uomo contro le cose, il valore contro il prezzo, la dignità umana contro la merce».
Come valuta il j’accuse alla finanza nel passaggio dedicato alle banche salvate coi soldi del popolo?
«Lo condivido al cento per cento e cioè il fatto che oggi siamo al cospetto di uno strapotere della finanza, degli apparati bancari che addirittura vengono salvati con i soldi pubblici. La politica diventa una semplice serva dell’economia e i politici diventano i maggiordomi della finanza. Contro tutta questa follia, occorre ripartire dal messaggio di Tommaso d’Aquino, non meno che da quello di Marx».
L’attacco del Papa alla finanza è netto anche quando dice che la logica del profitto soffoca l’economia reale. Qual è la sua valutazione?
«Certamente è un attacco politico e dirò di più: è il più radicale attacco politico che si registri oggi nel panorama politico in cui destra e sinistra sono ugualmente serve del mercato e della finanza. Il Papa è l’unica voce che ancora sappia contrapporsi a tutto questo. Che lo sappiano oppure no, i laicisti che io chiamo ‘l’armata Brancaleone dei laicisti’, lottando contro Dio e la religione lavorano per il capitale che deve esso stesso distruggere la religione e il Cristianesimo per imporre il monoteismo del mercato».
Dall’analisi dell’Enciclica che Papa viene fuori? Francesco è un rivoluzionario, un peronista… sicuramente non è liberale.
«Direi che questo è un Papa secondamente non liberale che è in grado di presentare un ideale alternativo rispetto a quello neoliberista che oggi vuole presentarsi come il solo possibile. E se è vero che occorre valorizzare tutte le resistenze al capitale, io personalmente ritengo che Papa Francesco oggi debba essere massimamente appoggiato. Sono gli stessi rapporti di forza a dircelo: occorrerebbe chiedersi perché la Chiesa e il Cristianesimo oggi sono tanto invisi alla finanza e al mercato».
E’ anche un duro monito ai politici e ai governi. Come lo prenderà il cattolico Renzi?
«Per ora quella del Papa appare una voce del tutto inascoltata nell’ambito della politica. Renzi tra Cristo e la finanza non vi è dubbio che sta con la finanza».
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