Silvio Berlusconi ha scelto il "Matteo" (Salvini). C'è già stato un incontro, rimasto segreto
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C’è un motivo se Silvio Berlusconi, proprio nel day after di Pontida, sceglie una lunga e articolata intervista al Giornale, per archiviare (per sempre il Nazareno), annunciare il grande ritorno all’opposizione (convinta) e lanciare la proposta a Salvini: “Occorrerà realizzare un contenitore più ampio, del quale Forza Italia e la Lega siano parte, che si rivolga non solo ai partiti, ma anche alle associazioni, ai gruppi, ai movimenti di opinione, ai cittadini non organizzati in partiti”. E c’è un motivo se, dal palco di Pontida, Matteo Salvini – al netto di ruspe, colore, frasi ad effetto – ha pronunciato un discorso da leader di una Lega Nazionale, che vuole costruire l’alternativa a Renzi, senza veti sugli alleati.
C’è insomma un motivo se i due pare che, per la prima volta da mesi, pare che giochino con la maglietta dello stesso colore. E il motivo è che l’incontro, tra i due, c’è già stato, la scorsa settimana. Mentre martedì 23 giugno ce ne sarà un altro, “per i giornalisti”. Ed è stato un “faccia a faccia” molto delicato e riservato se anche fonti ben informate, raccontano che trapela molto poco. A partire dal giorno in cui Salvini si è chiuso nello studio di Berlusconi ad Arcore: “martedì” o “sabato”. Sia come sia se è presto parlare di “patto” non è certamente presto per affermare – da quel che trapela - che l’incontro, per la prima volta, è stato l’incontro della scelta di campo. In cui Silvio Berlusconi, come ribadito nell’intervista al direttore del Giornale Sandro Sallusti, ha deciso di archiviare, per sempre, il Nazareno e di costruire l’opposizione a Renzi. Anzi ha proprio annunciato che chi voterà le riforme (Verdini, per intenderci) sarà fuori dal partito. E Salvini ha capito che, per governare il paese, da solo non basta e il campo alternativo a Renzi va allargato. Fonti leghiste di rango dicono: “Salvini ha giocato su due schemi: puntare al ballottaggio da solo con la Meloni, ma poi perdere. O costruire il centrodestra e provare a vincere come confermano i sondaggi. Con Berlusconi è iniziato un confronto costante, e torneranno a vedersi”.
Proprio per “sminare” il campo all’ordine del giorno sia Berlusconi sia Salvini vogliono partire dai programmi e non dalla leadership, nella convinzione che, prima del 2018, non si vota. Anche perché l’ex premier è convinto che occorra puntare su figure alla “Brugnaro” (il sindaco di Venezia) ovvero non “professionisti della politica”. Mentre Salvini punta ad essere l’anti-Renzi. La novità è che, tra i due, non si registrano frizioni su “come” scegliere la leadership visto che, al momento, il Cavaliere non esclude primarie (per legge) e comunque consultazioni popolare. La verità è che, al netto della dose di coreografia che ogni trattativa politica porta con sé, tra i due il dialogo è ottimo. Berlusconi vede “Matteo” come un simpatico barbaro e non è per nulla preoccupato dai suoi toni: “È chiaro – dice ai suoi - che Salvini in questa fase fa Salvini, e fa anche bene. Ma quando si arriverà al dunque andremo d’accordo”. E Salvini, nei confronti dell’ex premier, non ha il furor rottamatorio che hanno in parecchi, anche dentro Forza Italia. Il più classico dei cantieri, a destra, è riaperto.
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