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A parole l’accoglienza ricevuta dal messaggio di Silvio Berlusconi ai naviganti del centrodestra non potrebbe essere più tiepida. Il «contenitore» necessario al Paese vagheggiato dall’ex premier lascia scontenti due dei soggetti che di quel cartello potrebbero essere parte importante. Meglio ancora, decisiva. Il ragionamento del Cavaliere che ha in premessa il successo inaspettato del voto ligure parte dalla consapevolezza che un «centrodestra unito è non solo competitivo ma vincente». Ovviamente a patto di esprimere un candidato «che aggreghi e non divida». Ha tutte le caratteristiche di un messaggio rivolto Matteo Salvini in arrembante e solitaria ascesa: domani i due si vedranno di persona per parlare delle nuove e assai probabilmente comuni prospettive. Ma il tentativo è, alla vigilia, non mostrare quello su cui ormai in pochi sembrano avere dubbi. Perché al di là delle apparenze l’intesa tra il leader della Lega e Berlusconi viaggia forte. «Salvini - ammette lo stesso Cav nell’intervista di stamattina la Giornale - è abile, dinamico, spregiudicato: è ogni giorno in giro per l’Italia e in televisione, e sa che ogni sua provocazione è destinata ad essere rilanciata e moltiplicata, con l’effetto di fargli pubblicità anche da parte di chi pensa di contraddirlo. È un valore aggiunto per il centrodestra».

Anche l’insistenza di Berlusconi sulla centralità del progetto, a dispetto della questione della leadership, vuol essere un modo per non crearsi nemici in una fase di rilancio del cartello di centrodestra allo stato rotto in mille pezzi. «Occorrerà realizzare - spiega sempre l’ex presidente del Consiglio - un contenitore più ampio, del quale Forza Italia e la Lega siano parte, che si rivolga non solo ai partiti, ma anche alle associazioni, ai gruppi, ai movimenti di opinione, ai cittadini non organizzati in partiti. Il nostro primo obbiettivo è quello di ridare un motivo serio per tornare a votare agli italiani che hanno disertato le urne. Per riuscirci, mi impegnerò personalmente, ma tutte le forze che si riconoscono nel centrodestra devono saper rinunciare a qualche loro convenienza per imboccare un cammino comune fatto di lungimiranza e generosità verso l’Italia e verso gli italiani». Dice così Berlusconi: saper rinunciare a qualche loro convenienza.
Dai due estremi in tensione, Lega Nord e Ncd, la reazione è in entrambi i casi di freddezza. E certo, con le elezioni non vicine, sorprenderebbe un atteggiamento diverso. Roberto Maroni attacca la concezione della «politica un po’ troppo aziendalista» mentre «noi abbiamo un’idea popolare». «Siamo ancora molto lontani, non è così semplice parlare di un contenitore come di una formula magica. Se parlo ai leghisti di un contenitore mi prendono per matto». Ma qualcuno nei corridoi avanza l’ipotesi che le critiche al Cavaliere abbiano ragioni diverse e opposte, stando al semplice fatto che, sul versante dei moderati ora al governo, il leader azzurro non ha mancato di dare ampio sfogo alle sue riserve. «Non esiste un caso-Alfano, esiste una forza politica i cui membri si dicono di centrodestra, hanno una storia politica di centrodestra, sono stati eletti con il centrodestra sotto il simbolo “Berlusconi Presidente” ma oggi consentono a un governo di sinistra, sempre meno apprezzato dagli italiani, di andare avanti. Questa è una contraddizione che prima o poi dovrà finire. So che molti di loro vogliono tornare da noi». Il riflesso nelle parole di Fabrizio Cicchitto (Ncd) racconta molto della diffidenza verso la strada aperta di fatto da Berlusconi davanti all’«altro Matteo», malgrado l’altolà “tecnico” del governatore lombardo. «Quello che Berlusconi traccia non è il contenitore dei moderati, ma esattamente il contrario, l’arroccamento dei partiti d’opposizione a guida leghista» è il commento di Cicchitto. «Ne abbiamo visto un’anticipazione nel corso della recente campagna elettorale quando per generosità e forse per ingenuità politica noi del Ncd abbiamo fatto solo alleanze di centrodestra e abbiamo sostenuto i due candidati ai quali Berlusconi teneva di più, Giovanni Toti e Stefano Caldoro. Siamo stati ripagati da Berlusconi e da Forza Italia con attacchi nel corso di tutta la campagna per le regionali».