MILANO - Buone notizie per il mercato del lavoro italiano, dopo la doccia fredda di marzo. "Dopo il calo degli ultimi due mesi, ad aprile 2015 gli occupati aumentano dello 0,7% (+159mila) rispetto al mese precedente, tornando ai livelli registrati a fine 2012. Bisogna tornare indietro di sette anni per vedere un balzo simile.

Il tasso di occupazione, pari al 56,1%, cresce nell’ultimo mese di 0,4 punti percentuali. Rispetto ad aprile 2014, l’occupazione è in aumento dell’1,2% (+261mila) e il tasso di occupazione di 0,7 punti". Sono questi i dati pubblicati dall'Istat sull'andamento del mercato del lavoro nel primo mese che ha visto interamente in azione il Jobs Act (scattato dalla seconda settimana di marzo), che si è aggiunto alla decontribuzione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, in vigore già da inizio anno. Proprio alla riforma del lavoro, per altro, è arrivata oggi la spinta da parte dell'Ocse, che ha parlato di un "potenziale per migliorare drasticamente il mercato" italiano.

I dati di aprile. Il tasso di disoccupazione, sempre ad aprile, è così calato al 12,4%. Si tratta di un dato inferiore al 12,8% di cui parlavano in mattinata gli analisti di Intesa Sanpaolo, secondo i quali "è ancora presto perchè il tasso dei senza lavoro scenda significativamente al di sotto dei recenti massimi". L'Istituto ricorda che la diminuzione rispetto a marzo è stata di 0,2 punti: significa che il dato del mese scorso è stato rivisto al 12,6% dal precedente 13%, per effetto delle revisioni dovute al processo di destagionalizzazione. I disoccupati sono diminuiti dell'1,2% (-40mila a 3,161 milioni). Nei dodici mesi il numero di disoccupati è diminuito dello 0,5% (-17mila) e il tasso di disoccupazione di 0,2 punti. Da notare l'andamento positivo dell'agricoltura, che contribuisce con un terzo dei nuovi occupati (ma bisogna ricordare che si tratta spesso di contratti particolari).

Nelle comunicazioni sull'attivazione di contratti, che sono costruiti su diversa base statistica e fanno riferimento alle comunicazioni obbligatorie dei datori di lavoro e non su un'indagine come nel caso Istat, il ministero aveva parlato di 210mila nuovi contratti (risultato della differenza tra attivazioni e cessazioni). Si trattava però di un dato migliore a quello del 2014 per sole 7mila unità.

Di nuovo ai dati Istat, la crescita dell’occupazione registrata coinvolge anche i più giovani: gli occupati tra 15 e 24 anni sono 946 mila, in aumento del 5,7% rispetto a marzo (+51mila). Il tasso di occupazione giovanile, pari al 15,9%, cresce di 0,9 punti percentuali rispetto al mese precedente. Migliora anche il numero di giovani disoccupati, che cala leggermente su base mensile (-8mila, pari a -1,3%). L'incidenza dei giovani disoccupati sul totale dei giovani della stessa classe di età è all’11% (cioè poco più di un giovane su 10 è disoccupato). Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati) è al 40,9%, in diminuzione di 1,6 punti percentuali rispetto al mese precedente.

I dati trimestrali. L'Istat ha chiuso con la pubblicazione odierna anche i dati relativi al primo trimestre dell'anno: nel periodo gennaio-marzo, il numero di occupati è cresciuto di 133mila su base annua, con miglioramenti per uomini e donne e tutte le aree territoriali. Le politiche del governo trovano probabilmente riscontro nella sottolineatura dell'Istat per la quale il numero di lavoratori a tempo pieno torna a crescere in misura significativa, con un incremento di 104 mila unità (+0,6%). Non si tratta però di uno stop definitivo alla crisi: "Ininterrotta dal 2010, prosegue a ritmo meno sostenuto la crescita degli occupati a tempo parziale (+0,7%, 28 mila unità nel raffronto tendenziale) ma riguarda quasi del tutto il part time involontario, la cui incidenza arriva al 64,1% dei lavoratori a tempo parziale (era il 62,7% un anno prima)", dice ancora l'Istituto. Da sottolineare anche come sia decisiva, sulla nuova occupazione, l'incidenza dei lavoratori over 55, che scontano probabilmente l'impossibilità di accedere alla pensione.

In definitiva, nel periodo che va da gennaio e marzo il tasso di disoccupazione, "cresciuto ininterrottamente dal terzo trimestre del 2011, scende al 13% (-0,6 punti percentuali in confronto a un anno prima); la riduzione riguarda sia gli uomini sia le donne, interessa il Nord (-0,4 punti) e soprattutto il Mezzogiorno(-1,2 punti), ma i divari territoriali restano elevati (con valori dell’indicatore del 9,0% e 20,5% rispettivamente). Nelle regioni del Centro, invece, il tasso sale al 12,1% (+0,1 punti)".

L'Eurozona. Il tasso di disoccupazione è stato pubblicato anche a livello di zona euro: è sceso all'11,1% ad aprile rispetto all'11,2% registrato a marzo, secondo i dati diffusi oggi da Eurostat che segnala inoltre che la disoccupazione è diminuita anche su base annua, visto che si attestava all'11,7% nell'aprile del 2014. La disoccupazione giovanile della zona euro scende ad aprile al 22,3% rispetto al 22,6% di marzo e rispetto al 23,9% dell'aprile 2014.