Lista impresentabili dell'Antimafia, Rosy Bindi nel mirino dei renziani: «Si sta vendicando»
La commissione Antimafia rende nota la lista dei 17 “impresentabili”. Per Matteo Orfini è un «processo di piazza». «Va contro la legge» dicono di Rosy Bindi dal Pd. La difendono solo Bersani e Fassina
La commissione Antimafia ha reso nota la lista dei 17 “impresentabili” candidati alle regionali di domenica (compreso, per un giudizio pendente in un procedimento del 2002 per il reato di concussione continuata, Vincenzo De Luca, che annuncia una denuncia per diffamazione contro Rosy Bindi), e le ultime ore della campagna elettorale sono diventate un ring. In un angolo il governo e il Pd di Matteo Renzi, nell’altro Rosy Bindi.
Il senatore Francesco Verducci, ad esempio, si dice «sconcertato per l'uso politico della commissione Antimafia. La presidente Bindi con un suo atto manda al macero la credibilità stessa della commissione, piegandola per beghe interne». La collega Camilla Fabbri è invece «sgomenta». Ma sono anche i big, ad entrare nel quadrato. «Come noto non ho mai avuto un buon rapporto con De Luca» dice il presidente del partito Matteo Orfini, «ciononostante, quello che sta accadendo in queste ore è davvero incredibile. Siamo in uno stato di diritto in cui le sentenze le emette la magistratura e in cui la candidabilità o meno di qualcuno la decide la legge. L'iniziativa della presidente della commissione Antimafia è incredibile, istituzionalmente, giuridicamente, ma anche culturalmente, perché ci riporta indietro di secoli, quando i processi si facevano nelle piazze aizzando la folla».
Più esplicito è il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi: «Cara Bindi», twitta, «la ripicca non fa il martire #politicasenzarancore».Di ripicca, anzi di vendetta, parla pure il deputato Ernesto Carbone, renziano. «Bindi sta violando la Costituzione, allucinante che si pieghi la commissione antimafia a vendette interne di corrente partitica», scrive anche lui su twitter. «Non mi abbasso a rispondere a Carbone» è però la replica di Rosy Bindi, da palazzo San Macuto, sede distaccata della Camera: «Il mandato per questo lavoro l'ho ricevuto dall'ufficio di presidenza della commissione, e sono abituata ad assumermi le mie responsabilità».
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