domenica 18 maggio 2014

Voglio ricordare a tutti che Grillo il bugiardo ha dichiarato che se perde se ne va.

Elezioni europee, rush finale in piazza
Grillo a Torino: “Vinciamo noi al 100%”
Renzi: “Se ce la fa il governo ce la fa l’Italia”


Beppe Grillo a Torino. Matteo Renzi a Modena. La sfida a due della campagna elettorale si gioca nelle piazze, quelle che il leader del Movimento 5 stelle si è preso e quelle che il leader del Pd per primo ha deciso di tornare a riempire. E in gioco non ci sono solo le Europee. “Vinceremo con il 100 per cento”, grida il leader M5S davanti a migliaia di suoi in piazza Castello. “Possiamo essere la prima regione a 5 stelle”, dice il candidato governatore del Piemonte Davide Bono. A pochi chilometri di distanza il premier Renzi è in tour in Emilia Romagna: “Reddito di cittadinanza? Le persone chiedono lavoro non elemosina. Grillo solidale con chi fischia l’inno? Salviamo questo Paese dai gufi”. Un confronto a distanza impossibile solo un anno fa. Pier Luigi Bersani chiuse la campagna elettorale al teatro Jovinelli, i 5 Stelle riempirono piazza San Giovanni. Il risultato elettorale dei 5 stelle era confuso nei sondaggi, ma chiaro nei comizi di un’Italia in pieno inverno che scelse di spedire i 5 stelle in Parlamento. E’ passato un anno, ma il copione non è più lo stesso e sulla scena il personaggio non è più solo Grillo. Se Bersani con la pipa in bocca per alcuni non era d’impatto comunicativo, il Pd si gioca la carta del presidente del Consiglio in cyclette. La sua giornata di comizi è cominciata alla Technogym del patron Nerio Alessandri, l’imprenditore amico di tutti da Obama a Napolitano. Maglietta gialla e pesi, le foto di palazzo Chigi sono finite su tutti i giornali prima che il premier affrontasse le piazze di Forlì, Modena e Reggio Emilia.
Da dove il premier torna sulle vicende dell’Expo: «Fanno il Daspo ai tifosi, va fatto il Daspo ai politici che prendono le tangenti: non deve accadere mai più». Rivolto agli elettori ha poi espresso il suo ottimismo: «Tocca a noi salvare l’Italia, e ridare speranza: o il Pd salva l’Italia o l’Italia non la salva nessuno. Se ce la fa il governo, ce la fa l’Italia e se ce la fa l’Italia, si dà speranza all’Europa». «Non vi chiedo di avere fiducia in me – ha aggiunto – ma in noi, in voi. Col “ghe pensi mi” non siamo andati da nessuna parte», ha detto ancora spiegando che il vero rischio viene da un’altra direzione. «Non è più dall’antenna televisiva – ha spiegato – ma dal blog, ma sono due facce della stessa medaglia». Chiaro il riferimento a Beppe Grillo, apostrofato come “Beppegufo” poco dopo: «Caro Beppegufo, non si fischia l’inno nazionale perché noi vogliamo bene all’Italia, siamo italiani prima che democratici e noi l’inno lo portiamo nelle scuole», la critica di Renzi verso il leader M5S che aveva plauso ai i fischi all’inno prima della finale di Coppa Italia. Il segretario Pd ha anche risposto a chi lo accusa di un atteggiamento troppo da «prendere o lasciare» nella sua azione di governo: «Io non mollo di mezzo centimetro. Nemmeno sulle cose dove mi dicono… “puoi ammorbidire i toni”».
o non sono l’avversario dell’ebetino di Firenze“, grida il leader. “Io non Hitler, sono oltre Hitler”. Poi risponde a Renzi che da Forlì lo atttacava per la solidarietà a chi ha fischiato l’inno: “Io non mi stupisco quando allo stadio fischiano l’inno di Mameli. Fratelli d’Italia, dice. Ma fratelli di chi? Dei piduisti, dei massoni, della camorra? Chiediamoci perchè si fischia un inno. Io invece inorridisco quando il presidente della Repubblica riceve al Quirinale un condannato in via definitiva”. Non manca l’attacco a Schulz: “Schulz è arrivato qui e la prima cosa che ha detto è stata che sono come Stalin. I tedeschi dovrebbero ringraziare Stalin perché se non vinceva Stalin, Schultz sarebbe stato in Parlamento con la svastica. Vedi di andare a fanculo, perché offendi me e 10 milioni di italiani. La parolaccia è sintesi e cultura”. Parla poi alla sua gente chiedendo il miracolo: “Eravamo quattro gatti e guardate cosa siamo diventati”. I grillini del Piemonte ci credono, almeno quando hanno il microfono in mano: “Nelle ultime settimane”, dice Bono, “siamo in crescita e nell’ultima settimana daremo un colpo di reni per vincere non solo alle europee ma anche alle regionali e quindi avere la prima regione a 5 Stelle e far vedere che siamo in grado di governare”.

Nessun commento:

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...