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FIRENZE- "Se l'Italia si mette in gioco, può essere una guida del mondo. Non insultiamo, diciamo parole di bellezza. E sentiamo questa responsabilità". Matteo Renzi torna nella sua Firenze, di cui esalta i tesori artistici, per chiudere la campagna elettorale in piazza della Signoria. E lo fa, come di consueto in questi giorni, puntando sulla parola 'speranza' e in contrasto con le urla di Beppe Grillo, che ha concluso il suo giro d'Italia a Roma. E contro il leader dei Cinque Stelle Renzi afferma: "Noi vogliamo tanto bene a questo Paese che non lo lasceremo a chi lo vuole distruggere. Andiamo in Europa a rappresentare la bellezza - ha affermato il premier - non gli insulti, a rappresentare la cultura, non i vaffa e l'odio".

Difende poi il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dalla "campagna di odio", messa in atto dal M5s. E mentre "piazza San Giovanni è diventata un juke box dell'odio, da qui parte un pensiero di affetto al presidente, all'uomo, al politico Napolitano".

Sulla disoccupazione aggiunge, rivolgendosi anche agli operai della Seves, un'azienda fiorentina in crisi: "Ora abbiamo stati che salvano le banche, pensiamo di chiedere che ci siano stati che salvano le famiglie. I dati sulla disoccupazione sono devastanti: abbiamo bisogno di un'Italia - ha detto - che riparta dalla politica industriale". E chiude con un appello alla responsabilità: "Non chiedete agli altri di salvarvi: vi chiedo di essere civici e non cinici".

Il discorso di Prato. Prima di a Firenze, Matteo Renzi ha parlato a Prato a sostegno di Matteo Biffoni, candidato sindaco del Pd. E dal palco ha offerto una probabile anteprima di quanto dirà tra qualche ora nella sua città. "La politica non è una gara di insulti, non si fa sulla paura e le minacce. E il Pd è il partito della passione, dell'entusiasmo e della dignità", ha sottolineato Renzi, chiarendo subito dopo il destinatario del suo messaggio: "Da Grillo non accettiamo lezioni di legalità, lui che in Sicilia è andato a dire che la mafia non esiste". E quelli del Movimento 5 stelle "non sono interessati a cambiare le cose, sono interessati a sfasciare".

Andiamo a caccia di voti. Poi, l'invito ad andarsi a prendere i voti, soprattutto a destra. "Non vi chiediamo solo di andare a votare domenica - ha spiegato Renzi -, ma di prendere il telefonino, guardare la rubrica e convincere uno per uno chi non ha votato per noi. Chi ha votato Berlusconi e chi ha votato Grillo. Perché l'altra volta abbiamo perso. Bisogna convincere anche chi vuole andare al mare a Viareggio, prima si vota, poi si va al mare, che al rientro sull'autostrada c'è traffico". "Bisogna andare a prendere uno per uno il voto di quelli di destra. Non è una parolaccia - ha aggiunto il premier -. Andiamo a prendere quelli che l'altra volta hanno votato di là".

Il voto non è un referendum su di me. Infine, un ultimo siparietto. "Se volete continuo a parlare fino a domani, poi però vincono gli altri", ha detto Renzi. La gente ha risposto con un 'noo'. "No, non è possibile", ha subito ribattuto Renzi. Poi, Renzi si concede al Tg1: "Se vogliono fare un referendum sul governo? Può darsi ma la mia impressione è che sia più un ballottaggio tra chi scommette sulla paura e parla di lupara bianca, peste rossa, Hitler e chi invece dice che se ce la mettiamo tutta possiamo riportare speranza all'Italia". 

Se vinco o perdo di un punto cambia poco. E al Tg5: "In tutti i Paesi Ue il partito di governo non è il primo partito, ma in Italia non sarà così". "Se vinco di un punto o perdo di un punto cambia poco per il governo, ma cambia molto per l'Europa". Sarebbe soddisfatto da un 26% per il Pd? "Sarebbe più dell'altra volta, ma vorrei fare un po' di più" conclude il premier.

I primi 80 giorni del governo. Ma il lunghissimo, interminabile ultimo giorno di campagna elettorale di Matteo Renzi è iniziato a Palazzo Chigi dove, in conferenza stampa, il premier illustra le iniziative dei primi 80 giorni di governo e i progetti per i prossimi mesi. "L'Italia - ha detto - si salverà solo con una netta politica di riduzione delle tasse. Gli 80 euro non sono né una mancia né un'elemosina, potete chiamarli così ma io la chiamo giustizia sociale. E rappresentano solo l'inizio". 

Gli 80 euro, ha spiegato il capo del governo, sono solo "l'inizio della riduzione fiscale, poi ci sarà l'allargamento alle famiglie con meno di 500 euro al mese, ai pensionati e alle partite Iva. Giù le tasse se vogliamo portar su l'Italia". A seguire, il premier e segretario Pd si toglie la soddisfazione di dire che "chi ha pensato che in questi 80 giorni i nostri interventi fossero spot su singoli argomenti, ora deve ricredersi vedendo il filo logico che collega le 10 slides", e ha scherzato dicendo che se le slides mancano "ci sentiamo male".

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Prima slide sugli 80 euro, seconda sul lavoro per il quale il prossimo passo è "la rapida approvazione del disegno legge delega, che contiamo di accelerare il più possibile". Poi la scuola, con il piano straordinario sull'edilizia scolastica, e la cultura con l'Artbonus e "agevolazioni fiscali per i privati che investono". Quinto punto le riforme:  "La legge elettorale è passata in prima lettura alla Camera e si è messa in coda al Senato alle riforme costituzionali. Abbiamo accetto di aspettare, come chiedevano il M5S e Fi, per non 'inquinare' le riforme con la campagna elettorale ma la settimana prossima si torna in Senato".

Gli altri temi. E ancora la trasparenza, con l'abbattimento dei costi della politica, la lotta alla corruzione, le auto blu all'asta e gli archivi aperti sui misteri d'Italia, e la riforma della pubblica amministrazione: "Voglio che l'Italia sia leader nella classifica della trasparenza, voglio che sia non il Paese della nebbia ma quello del sole. Entro il mese di giugno presenteremo online tutte le spese".

Il semestre di presidenza europea. In vista del voto di domenica, anche il semestre di presidenza italiano - "che non sarà depotenziato dagli euroscettici" - assume un'importanza fondamentale: "Una gigantesca opportunità per l'Italia perché il diffuso euroscetticismo spinge a cambiare l'Eruopa ancora più profondamente". E poi l'allargamento al mondo, con l'Italia protagonista al tavolo con i leader globali. per poi tornare di nuovo al nostro Paese con il 'giro d'Italia' da nord a sud dove il 14 agosto ci sarà la prossima data di "verifica dei fondi europei": appuntamento a Napoli, Palermo e Reggio Calabria.

Non da ultimo, la promessa: "Dopo le europee, la coalizione di governo rimarrà invariata. Noi andremo avanti comunque vadano le elezioni, sulle riforme non mollo di un centimetro. Senza arroganza e con rispetto: l'Italia va cambiata adesso".