La Rai “si mangia” Roberto Fico
di Maddalena Balacco - 22/05/2014 - Le responsabilità «televisive» del grillino alla base delle sue dichiarazioni odierne anche «contro» il guru Beppe Grillo?
Hanno stupito non poco alcune dichiarazioni dei giorni scorsi di uno dei grillini della prima ora, Roberto Fico, ora presidente della Commissione di Vigilanza Rai.
IL CANONE - Così la doppia natura del suo lavoro politico sembra avere “cambiato” Roberto Fico, oggi costretto dal suo ruolo in Rai a smentire il proprio guru sul canone, che secondo lui – ovviamente – va pagato. E va pagato da tutti. Quella sul canone Rai era un’arma demagogica da campagna elettorale non nuova nello scenario italiano, giacché anche Silvio Berlusconi ne fece grande uso nella sua celebre battaglia anti-tasse, quando arrivò addirittura a giustificare l’evasione (anche in quella occasione, ovviamente, lo avevamo frainteso).
IL TRIBUNALE VIRTUALE - Ma la ribellione di Fico non finisce qui. E se pure dà un colpo al cerchio, “svelando” il complottone per la vendita di Raiway, ovviamente ordito da Renzi e da Berlusconi (che preannuncia già querela), dall’altro colpisce la botte tornando sul tribunale virtuale delle polemiche evocato dal suo pentastellato capo nei giorni scorsi. Così sul tema, scarno, dice:
«Sono fermamente convinto che lo Stato si fonda sulla divisione dei poteri, gli unici a fare i processi sono i magistrati dal punto di vista giudiziario e i cittadini lo fanno dal punto di vista politico mandando a casa la vecchia classe dirigente, questo è tutto».
facendo tornare forse sulla Terra quella parte del suo elettorato che già lucidava gli sputacchi virtuali per questo o quel giornalista scomodo o antipatico ai più. La Rai ha mangiato Fico, e poi lo ha restituito più politico che grillino, come chiunque della compagine pentastellata abbia dovuto mettere le cosiddette mani in pasta, rendendosi conto che la realtà va oltre i post di un blog e le immagini “scandalo” dai condividere sui social, e che le battaglie urlate sono spesso quelle che non verranno mai combattute davvero, come ben sa chi le urla. La speranza è che il processo “fagocitante” si estenda all’impazzata anche all’interno di Camera e Senato, anche se ogni giorno che passa, le possibilità che ciò accada diventano sempre più remote.
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