I mercati temono Grillo, lo spread torna a salire
di Redazione - 21/05/2014 - Alla vigilia del voto l'Italia diventa osservata speciale dei mercati finanziari
Lo spread tocca i 200 punti base e poi ridiscende, secondo una delle piattaforme che calcola il differenziale Btp Bund. Su Bloomberg è arrivato fino a 194 punti base e il rendimento del decennale italiano viaggia al 3,26%. Ora lo spread è in leggero ripiegamento a 186 punti. «Lo spread è aumentato in quasi tutti i paesi, anche in Francia. C’è un elemento di nervosismo sui mercati legato alla situazione europea e alle attese dei risultati elettorali. Avevo detto che il calo dello spread avrebbe potuto invertirsi: ora è successo» ha affermato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in un’intervista a “Quotidiano Nazionale”. «I mercati finanziari continuano a essere in una fase positiva rispetto ai paesi del Sud Europa – continua Padoan- però sono anche nervosi. Bisogna rispondere proseguendo con le misure che stabilizzano l’economia e la rendono più competitiva».
I MERCATI TEMONO GRILLO - Secondo alcuni osservatori, scrive Repubblica, il Belpaese in questa tornata elettorale è un osservato speciale e si teme che un’affermazione del M5s e degli euroscettici in generale possano portare ad allentare le attenzioni di bilancio e la politica di austerity, creando un concreto rischio di instabilità e quelle tensioni sul governo che i mercati non apprezzano. Renzi e Grillo quindi si devono muovere in un panorama in cui vi sono milioni di elettori indecisi, quasi un terzo degli aventi diritto fino a dieci giorni fa non sapeva nemmeno che domenica si vota per le elezioni europee. In questo contesto si devono muovere Pd e M5s per raccogliere fino all’ultimo voto utile. Lo spread indica chiaramente che i mercati sono preoccupati per il 25 maggio italiano, per questo secondo palazzo Chigi il premier è chiamato a «un sovrappiù di responsabilità» di fronte agli insulti populisti di Grillo ed è necessario che pensi a «rassicurare gli investitori». A chi gli chiede «qualche sforzo creativo in più», Renzi risponde «io non farei mai la promessa dell’ultimo minuto. Non sono Berlusconi, questo dev’essere chiaro».
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«LE EUROPEE NON SONO UN REFERENDUM SUL GOVERNO» - Ora Renzi si trova in una situazione di testa a testa con il M5s e Forza Italia che rischia di uscire con le ossa rotte dalla prossima tornata elettorale: se l’esito sarà questo il risultato non sarà indolore. Renzi comunque avverte che sarà «fedele all’accordo con Forza Italia. Se «si sfilano, però, me ne farò una ragione. Ci abbiamo provato e tanti saluti». Parlando di Grillo sostiene che il suo movimento abbia un solo argomento concreto, l’onestà: «Ma l’onestà la considero una precondizione per fare politica. Non è sufficiente a governare un Paese». Anche se il premier non si definisce «preoccupato» per domenica, è sempre più consapevole delle difficoltà che si potrebbero delineare all’orizzonte. Nel frattempo i ministri Maria Elena Boschi a Firenze e Andrea Orlando a Palermo spediti sul territorio a a raccogliere voti ripetono come un mantra che «le europee non sono un referendum sul governo». Anche Enrico Letta a sorpresa si ritrova alleato di Matteo Renzi: durante i suoi discorsi tenutisi a Brescia e San Minato ha messo in guardia gli elettoridal M5s: «Ho visto Porta a porta. Il tentativo di trasformazione moderata può far cadere il Paese in un’allucinazione collettiva. Bisogna stare svegli e votare Pd»
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