“Non le nascondo che vedo, con una certa soddisfazione, il popolo soffrire. Non mi fraintenda: non sono felice di questa situazione. Sono felice, invece, che vengano sempre più a galla le responsabilità della cattiva politica”. A parlare al Fatto Quotidiano è Licio Gelli, il Venerabile della Loggia P2, 96 anni, secondo cui “probabilmente solo un tributo di sangue potrà dare una svolta, diciamo pure rivoluzionaria, a questa povera Italia”.
Bocciato Matteo Renzi, che nei giorni scorsi era stato definito il boy scout di Gelli. “È un bambinone” che è “pieno di parole e molto ridotto di fatti: non è destinato a durare a lungo” è la sentenza di Gelli. Le riforme di Renzi, dalla legge elettorale al Senato, “sono goffe”. Riformare e limitare le funzioni del Senato è però un’idea che era contenuta nel “Piano R., di Rinascita nazionale. Prevedeva una serie di norme e riforme che avrebbero potuto creare i fondamenti per uno Stato più efficace”.
Il fenomeno Renzi, dice ancora Gelli, è “parzialmente italiano”, visto che “mi risulta che fra i suoi mentori ci siano persone che vivono a Washington. È circondato però da mezze tacche: gli ex lacchè di Berlusconi”. Il Venerabile fa i nomi di Gianfranco Fini, Angelino Alfano, Renato Schifani, “personaggi non certo di livello”. Stesso errore di Silvio Berlusconi che “ha sbagliato con le giovani donne, ma soprattutto circondandosi di personaggi di bassa levatura”, come Denis Verdini, “un mediocre uomo di finanza”.