Ecco perché crediamo alle bufale
di Redazione - 21/05/2014 - I test scientifici dimostrano: le false credenze e le ideologie a volte ci fanno negare l'evidenza
Spesso le nostre profonde convinzioni influenzano il modo in cui percepiamo la realtà e ci inducono a non credere a determinate teorie, anche quando ci vengono presentate le prove evidenti della loro validità. Al contrario, siamo maggiormente disposti a cambiare idea quando le nuove verità entrano in conflitto con la nostra ideologia. E non solo. Anche quando sembriamo aver rimosso dalla nostra mente una falsa credenza, il nostro giudizio continua ad essere influenzato dall’iniziale pensiero.
I TEST – Non si tratta della dottrina di un santone, ma di quanto dimostrato con alcuni esperimenti pratici da alcuni studiosi di autorevoli università e college di tutto il mondo. A raccontare le ricerche e i loro interessanti risultati è un lungoarticolo a firma di Maria Konnikova pubblicato in questi giorni dallo storico periodico americano The New Yorker e che cita soprattutto il lavoro di Brendan Nyhan, professore di scienze politiche presso il Dartmouth College di Hanover, nel New Hamposhire. L’articolo del The New Yorker fa riferimento soprattutto ad un test, al quale hanno lavorato per tre anni pediatri e politologi, condotto su genitori di bambini e relativo al presunto legame tra un vaccino e l’autismo.
LE FALSE CREDENZE – Gli autori dell’esperimento hanno sottoposto quattro gruppi di adulti alcune prove dell’assenza della relazione tra vaccino anti-morbillo oppure informazioni sui rischi della stessa malattia. Ad un primo gruppo è stato distribuito un opuscolo dei Centers for Disease Control and Prevention che informa dell’assenza di legame tra vaccino e autismo, ad un secondo gruppo è stata fatta legge una nota del Vaccine Information Statement che informa sulle malattie che il vaccino previene, ad un terzo gruppo è stata fornita la storia drammatica di un bambino che ha quasi rischiato la vita per la malattia, ad un altro gruppo, infine, nessuna informazione. L’obiettivo del test era quello di verificare se i fatti, ovvero i dati scientifici, o anche le emozioni, le storie, possono far cambiare idea alle persone. Il risultato è stato chiaro: la percezione negativa del vaccino non è cambiata ed addirittura in alcuni casi gli adulti hanno cambiato idea in senso opposto rispetto a quanto previsto dagli autori della ricerca.
L’IDEOLOGIA – L’interesse di Nyhan per le false credenze, ha spiegato Konnikova nel suo particolo, parte da lontano, dal 2000, durante gli studi sulla complessità della scienza politica, periodo in cui il professore diede vita ad un forum dedicato a sfatare le mezogne politiche, una sorta di laboratorio per il fact checking. Cosa emergeva dal suo lavoro? Si notava soprattutto che non tutti gli errori delle persone sono uguali. E che le correzioni sono tanto più frequenti quanto meno essere vanno a contraddire le convinzioni ideologiche. Una verità, questa, confermata anche da uno studio condotto a partire dal 2013 da Kelly Garnett e Brian Weeks e che ha dimostrato che le persone cambiano le loro false credenze se ideologicamente predisposti. Stessa cosa si verifica nei casi di pregiudizi razziali. Stephan Lewandowsky, studioso di psicologia cognitiva alla University of Bristol, e i suoi colleghi della University of Wester Australia, hanno scoperto che anche in caso di rettifica di una cattiva informazione relativa ad una presunta rapina commessa da aborigeni, gli studenti che avevano dimostrato pregiudizio razziale tendevano ancora a ritenere corretta l’informazione sbagliata e poi corretta. Le credenze fortemente radicate, hanno dunque concluso gli studiosi, continuano ad influenzare il giudizio nonostante i tentativi di correzione ed anche quando siamo consapevoli di ciò che realmente è accaduto o sta accadendo.
(Fonte foto: LaPresse)
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