La lezione di Thomas Piketty su Europa ed eurocrisi
di Andrea Mollica - 09/05/2014 - L'economistadel momento rimarca come il nostro Continente abbia tutto per farcela, ma debba armonizzare la sua politica fiscale e adeguare le sue istituzioni
L’Europa ha tutto per essere il motore mondiale della crescita globale, così come promuovere un modello di sviluppo più equilibrato rispetto al capitalismo anglossassone dominato dalla disuglianza. Ne è convinto Thomas Piketty, l’economista francese diventato uno degli intellettuali più influenti a livello mondiale grazie al suo ultimo libro che critica il capitalismo e l’eccessiva concentrazione di ricchezza che produce.
THOMAS PIKETTTY E L’EUROPA - L’economista del momento è Thomas Piketty. Il nuovo libro dell’accademico francese, Le Capital au XXIe siècle, Il Capitale nel XXIesimo secolo, è diventato il volume dell’anno negli Stati Uniti, e l’enorme eco mediatica e culturale generata nel paese leader del mondo si è riversata anche in Europa. Il libro di Piketty aveva in realtà generato poco dibattito in Francia, dove è uscito lo scorso autunno, sopratutto se paragonato con quanto successo sull’altra sponda dell’Atlantico. Il quotidiano tedescoFrankfurter Allgemeine Zeitung ha intervistato Piketty nel suo ufficio di Parigi, e l’economista del momento ha spiegato cosa pensa dell’eurocrisi. Pietty ha criticato in modo piuttosto severo il presidente francese François Hollande, definito un leader maestro solo di piroette verbali ma inadatto a prendere decisioni rilevanti. Tra i due è noto come esista un rapporto di ostilità, tanto che Piketty, vicino ai socialisti, non ha contribuito alla campagna presidenziale dell’attuale inquilino dell’Eliseo a differenza di quanto fece con Segoléne Royal.
LEGGI ANCHE: «Vi spiego perché l’eurocrisi durerà 15 anni »
PIKETTY E L’EUROCRISI – L’analisi di Piketty critica in particolar modo l’eccessiva disuglianza, sostanzialmente immanente, del sistema capitalistico, e i danni provocati dall’eccessiva concentrazione della ricchezza. Se le parole più dure sono rivolte agli Stati Uniti, il vero impegno dell’economista francese, rimarca Faz, riguarda l’Europa. L’opera di Piketty rimarca come gli europei vivano in uno dei posti pù ricchi al mondo, e l’attuale crisi dipenda dall’incapacità dei governi, che rendono la guida del Continente divisa ed incapace di collaborare proficuamente a livello sovranazionale. Per Piketty l’UE è un vero colabrodo dal punto di vista fiscale, visto che per vivere nei paradisi fiscali basta recarsi in Lussemburgo, Monaco, o le isole della Manica. Chi vuole minimizzare le tasse da pagare può beneficiare della civilizzazione europea senza spostarsi negli stati dispositici degli oligarchi, senza pagare il proprio contributo al benessere complessivo della società. Un vero e proprio furto secondo l’economista francese.
SOLUZIONI ALLA CRISI - Le soluzioni per la crisi proposte da Piketty sono fondamentalmente di due tipi, una di natura fiscale, l’altra politica. La prima è l’utopia finale che l’economista francese descrive a conclusione del suo libro, ovvero una tassa progressiva sul capitale, che possa essere armonizzata a livello globale. Una soluzione possibile tecnicamente, ma su cui c’è scarso consenso, forse meglio definirlo nullo, a livello politico. Piketty propone inoltre alcune riforme istituzionali per adeguare l’UE e farla uscire dall’attuale paralisi. Una è la creazione di una Camera dei Bilanci europei, formata dalla relative commissioni nazionali, che sarebbe competente sulle politiche fiscali e di budget dell’UE. L’economista francese è convinto che l’Europa sia artificialmente tenuta debole, rimarca Faz, nonostante sia molto ricca, con una popolazione istruita e che convive pacificamente. «Armonizzata e governata in modo ragionevole, l’Europa potrebbe fiorire come una vera potenza democratica, caratterizzata dal suo Stato sociale e da una ricca vita culturale». Un altro modo di governarla susciterebbe però forti ostilità, e di conseguenza ora si preferisce tratta gli elettori come i malati di depressione; niente rumori né pretese. Piketty rimarca infine come il suo messaggio del suo libro sia ottimista, soprattutto per quanto riguarda le sorti del Vecchio Continente.
Nessun commento:
Posta un commento