Secessionisti veneti, Salvini: "Fuori subito o li liberiamo noi". Bossi: "Hanno risvegliato la Padania"
Il segretario della Lega alla manifestazione organizzata dal Carroccio in piazza dei Signori a Verona contro gli arresti e l'indagine anti-indipendentista. Nuovo appuntamento il 25 aprile: "Sarà la festa di San Marco e della nostra liberazione". Zaia attacca Tosi che non espone la bandiera della Lega: "Non merita di stare in Veneto"
VERONA - O gli indipendentisti arrestati mercoledì scorso saranno liberati o li libererà la Lega. A sostenerlo è stato il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, arrivando in piazza dei Signori a Verona, dove si tiene la manifestazione a sostegno dei 24 ''venetisti'' arrestati nei giorni scorsi.
"Siamo qua pacificamente ma non siamo dei fessi - le parole del segretario federale della Lega Nord - o tornano a casa subito e qualcuno chiede scusa o li tiriamo fuori noi". "Liberi subito - ha aggiunto Salvini -. Le galere sono fatte per i delinquenti e i mafiosi, non per i padri e le madri di famiglia. Gli investigatori non hanno trovato nemmeno una fionda e sfido chiunque a chiamare carro armato quella ruspa spara-supposte".
Salvini ha ribadito la vocazione pacifista della manifestazione di Verona: "Siamo qua per difendere la libertà di pensiero e di parola. La scelta della Lega è una scelta non violenta. Contrariamente a quanti la vorrebbero sotto terra noi vogliamo seppellire la Fornero sotto 500 mila firme".
Salvini ha poi appuntamento al popolo Padano per il 25 aprile: "Sarà la festa di San Marco, sarà la festa della nostra liberazione, vogliamo discutere di politica senza galera in mezzo. Questa è un'indagine sbagliata con milioni di euro spesi per trovare una ruspa".
Sul palco allestito in piazza dei Signori ha preso la parola anche Umberto Bossi. "Quelli che sono a Roma vanno arrestati" ha esordito, rispolverando i toni che usava quando era lui il leader del Carroccio, "hanno paura del popolo per questo li mettono in carcere. Ma non riusciranno a fermarci: saranno travolti dal popolo padano. Non vogliono che il popolo veneto possa votare per la propria libertà: li hanno messi in carcere per quello. I fratelli veneti in carcere hanno risvegliato tutta la Padania, non solo il Veneto. E' un monito anche per la Lega: c'è un valore che conta più dell'amministrazione ed è la libertà. Sono venuto a ringraziare i fratelli veneti. La canaglia romana non riucirà a tenere schiavi i popoli".
Poi tocca al governatore Luca Zaia, che attacca così il sindaco di Verona Flavio Tosi, "reo" di aver fatto togliere la bandiera padana da piazza dei Signori: "Chi si vergogna di esporre la bandiera veneta, non merita di stare in Veneto. E' grave che non ci sia quella bandiera".
Secondo Zaia, l'indipendenza del Veneto non è "il fatto di un partito, ma è un fatto del popolo, che ci chiede l'indipendenza. Spero che il Consiglio Regionale voti presto la legge per il referendum ufficiale in tutto il Veneto. Io voto sì. Noi siamo per la via della legalità, del confronto giuridico".
"Da Roma - ha attaccato Zaia - arriva l'insegnamento che se alzi la testa vai in galera. E' l'ora di mettere assieme tutti i nostri movimenti e fare una grande manifestazione. Non possiamo chiedere al Veneto di tirare ancora la cinghia, perché non ci sono più buchi sulla cinghia e non possiamo dimenticare i 70 imprenditori che si sono uccisi nelle loro aziende".
Era stato Salvini, ieri, ad annunciare da Longarone (dove ha reso omaggio alle vittime della tragedia del Vajont) la manifestazione di Verona, dove erano annunciati in 10mila e invece si sono ritrovati in un migliaio, decisamente in superiorità quelli con le bandiere del leone di San Marco rispetto a quelli della Lega. Tra i militanti, alcuni hanno preso a spunto dal 'tanko', la ruspa modificata degli indipendentisti arrestati, per caratterizzare la propria protesta con carriole travestite da carro armato o con modellini, invitando la magistratura ad arrestare anche loro.
In precedenza, la senatrice della Lega Nord Erika Stefani aveva ribadito: "Come possiamo stare in silenzio di fronte a uno Stato ingiusto e paradossale che da un lato abolisce il reato di immigrazione clandestina e dall'altro mette in galera le idee? Oggi scenderemo in piazza a Verona tutti insieme a manifestare, con il rispetto e la civiltà che da sempre distingue le nostre battaglie, per far sentire la voce del Veneto. I cittadini sono stanchi di slogan, ora vogliono i fatti. Nell'aria c'è un entusiasmo contagioso. La libertà è alle porte".
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