Pier Luigi Bersani chiede il ritiro del ddl Chiti ed è tutt'alto che battagliero con Matteo Renzi
L'Huffington Post | Di Andrea Punzo Pubblicato: 11/04/2014 19:26 CEST | Aggiornato: 11/04/2014 20:21 CEST
Da una parte ferma i desideri belligeranti della corrente di cui lui è uno dei leader dall'altra si mostra tutt'altro che battagliero nei confronti di Matteo Renzi. Il Pier Luigi Bersani che torna – parole sue durante l’intervista rilasciata a Mentana – a partecipare è un Bersani che si muove su un doppio binario: mentre sulla questione più urgente e più divisiva per il Pd (riforme istituzionali) chiede ai suoi il ritiro del Ddl Chiti: "Spero venga ritirato - dice - e sia ricondotto a qualche emendamento", nei confronti del premier usa parole più che concilianti come: “Mi piace molto il piglio, sta facendo cose dal sapore di equità”. Certo qualche frecciatina verso Matteo c'è ma nulla di davvero consistente. Sul ddl lavoro dice: "Va corretto un po' sarebbe meglio prendere subito il grande solco del contratto di inserimento a tutele crescenti". Mente sulla legge elettorale ammette: " La nuova
legge elettorale ci consegna un prodotto che va corretto. I deputati - aggiunge - sono nominati, il premio di maggioranza è abnorme, il giorno dopo le elezioni quella forza politica poi nomina il Parlamento, il presidente della Repubblica e i membri della Corte Costituzionale".
legge elettorale ci consegna un prodotto che va corretto. I deputati - aggiunge - sono nominati, il premio di maggioranza è abnorme, il giorno dopo le elezioni quella forza politica poi nomina il Parlamento, il presidente della Repubblica e i membri della Corte Costituzionale".
Dichiarazioni che sembrano voler dire: discutiamone, parliamone, riflettiamone senza però strappi o rotture con chi in questo momento – dice lui – è il manovratore e va sostenuto. Messaggi che l’ex segretario del Pd fa pervenire soprattutto alla minoranza del suo partito che in questi giorni ha mostrato fermenti e fastidi. A partire dal tema riforme istituzionali passando per la questione lavoro e jobs act senza dimenticare il nodo delle liste per le Europee (vedi il caso siciliano). Messaggi che arrivano a meno di 24 ore dalla grande reunion proprio della minoranza dem che avrà luogo domani al teatro Ghione di Roma. "Da sinistra nel nuovo inizio" è il titolo della Convenzione che richiamerà il mondo (più o meno grande) che a Renzi si oppone da dentro il Pd.
Bersani sembra così voler placare sul nascere ogni velleità di protagonismo anti renziano e ancor di più respingere al mittente ogni velata, quanto paventata da alcuni, volontà scissionista di questa parte di Pd che con il giovane Premier proprio non riesce a intendersi. I toni concilianti e gli inviti a ritirare disegni di legge in grado di creare più di un fermento dunque sono il mezzo che Bersani ha per placare, per ora, il corso della corrente di cui lui è uno dei personaggi più in vista.
Non è dunque un caso che a distanza di poche ore arrivi la risposta di Chiti (chiamato in causa sul ritiro del ddl): "Gli inviti al dialogo vanno bene, quelli all'obbedienza no. Con Bersani - aggiunge il senatore - abbiamo una valutazione comune sul non equilibrio e sulla non tenuta della riforma costituzionale e dell' Italicum, convincimenti diversi sul senato, sul titolo v, sopratutto sulle modalità di confronto nel pd e in parlamento".