La Troika: si a Renzi. Banche verso ricorso
Commissione Ue si sbilancia: "Bene le misure e riforme Def". Il premier: "Chi pagava ora riscuote".
ROMA (WSI) - La Commissione Ue «accoglie con favore l’accelerazione delle riforme in Italia e l’intenzione di procedere spediti con privatizzazioni, razionalizzazione della spesa, efficienza della p.a.»: così il portavoce di Olli Rehn.
La Commissione europea ha però specificato che «analizzerà le misure annunciate nel Def per verificare quali sono temporanee e quali strutturali». «Nella elaborazione delle previsioni macro-economiche di maggio - ha aggiunto il portavoce - si terrà conto delle indicazioni e delle decisioni annunciate ieri dal governo».
L'attività del governo va spiegata per bene in campagna elettorale, il presidente del Consiglio Matteo Renzi esorta la direzione Pd a raccontare le misure prese dal governo, "la più grande operazione di redistribuzione degli ultimi anni", avvertendo: "Se non lo facciamo perdiamo un'occasione". Renzi chiede "di produrre materiale sia per i social media che per tutto ciò che è il mondo della comunicazione sulle questioni aperte di rilevanza quotidiana della gente: degli 80 euro i cittadini parlando, noi dobbiamo essere in grado di spiegare che cosa significa, come è fatto, che tipo di intervento è. Se non lo facciamo stiamo perdendo un'occasione". Più in generale, "l'operazione che ieri il Def ha suggellato vuole segnare una forma di redistribuzione, è la più grande operazione di redistribuzione fatta negli ultimi anni in Italia, è la 14esima data a chi guadagna poco" senza "nuove tasse, se si esclude il riequilibrio della tassazione su aziende e banche dopo l'operazione Banca d'Italia. Questa operazione va spiegata bene, raccontata bene, forse anche meglio di come ho fatto fino ad adesso".
Diffuso malumore invece nelle banche dopo la mazzata fiscale annunciata dal governo. Inaspettatamente l’esecutivo sceglie di finanziare parte del taglio del cuneo con il raddoppio della tassazione, al 26%, sulla rivalutazione delle quote della Banca d’Italia e un gettito quindi che sale di 1,2 miliardi a circa 2,4 miliardi di euro. Un maglio, peraltro una tantum, che colpirà principalmente i maggiori azionisti di Via Nazionale (Unicredit e Intesa Sanpaolo) ma che proprio per questo rischia di dar luogo a problemi. Le banche non nascondono la loro irritazione L’Abi potrebbe valutare un ricorso sull’aumento del prelievo sulle quote Bankitalia inserito nel Def. A margine di un convegno il Direttore generale dell’associazione Giovanni Sabatini alla domanda se verrà presentato un ricorso replica: «Vediamo quando uscirà la norma». In merito poi al fatto che il provvedimento possa incidere sui bilanci 2013 dell’istituto di credito Sabatini risponde: «bisognerà vedere come viene fuori la norma».
Sabatini ribadisce che si tratta «di un provvedimento illogico per tre motivi. Il primo perché non tiene conto del ruolo delle banche, in questo momento per far ripartire la ripresa». Il direttore generale dell’Abi rileva che in questo modo, «un miliardo circa di liquidità sottratta alle banche e un miliardo di liquidità sottratta ai finanziamenti a imprese e famiglie».
ECCO LE PRINCIPALI VOCI DI INTERVENTO DEL DEF
- 80 EURO IN PIUì IN BUSTA DAL 27 MAGGIO
È l’intervento più atteso, quello sul quale il governo gioca la sua credibilità. Un calo delle tasse che porti ad una cifra di circa 80 euro in più in busta paga ai lavoratori intorno ad un reddito di 23.000. Da maggio a dicembre la misura costa 6,6-6,7 miliardi. 10 miliardi l’anno a partire del 2015. Il decreto col quale si sostanziera’ il taglio arriva il 18 aprile sul tavolo del Cdm.
- SCONTO ANCHE A INCAPIENTI
Lo sconto (anche se non fiscale) dovrebbe portare un contributo anche agli incapienti. Sarebbe già stata individuata la soluzione tecnica.
- FINO A 26% IMPOSTA BANCHE SU QUOTE BANKITALIA
Il governo intende innalzare dal 12% al 24-26% l’imposta sulle quote di via Nazionale detenute dalle banche. Protesta l’Abi.
- IRAP, SI PUNTA A TAGLIO 10%
Per le aziende il governo intende intervenire sull’Irap: l’imposta regionale sulle attività produttive. La sforbiciata sarebbe del 10% annuo quindi partendo nel 2014 a circa metà anno sarebbe la metà. I poco più di 2 miliardi che costa il taglio all’Irap arriva dall’aumento delle rendite finanziarie. Con un’aliquota che passa dal 20 al 26%.
- SOTTO TIRO I MANAGER PUBBLICI
Manager (ma anche dirigenti) pubblici a rischio. Si punta ad inserire un tetto ai loro stipendi: non potranno prendere più del presidente della Corte di Cassazione (poco più di 300.000 euro l’anno). Ma si potrebbe scendere anche più giù: 239mila euro che è quanto viene riconosciuto al Capo dello Stato.
- MANNAIA SU BENI E SERVIZI
Dalle matite alla carta igienica arriva il nuovo taglio. Le amministrazioni pubbliche dovranno garantire risparmi per circa 800 milioni. Insomma bisogna tagliare la spesa "improduttiva" e aumentare i servizi.
- ENTI INUTILI
Il primo a finire nel mirino è stato il Cnel («le famiglie a casa si chiederanno come faremo ora senza il Cnel», ironizza Renzi). Ma sono moltissimi in Italia gli enti `sopprimibili´. Ma il percorso non è semplice e i risparmi non sono certi. Anche perché normalmente il personale viene ricollocato sempre nella pubblica amministrazione.
- ISTITUZIONI A DIETA
Oltre alla riforma del Senato il governo studia come ridurre le spese delle principali istituzioni: Palazzo Madama, Camera e Quirinale in testa. E anche se via via i tagli ci sono stati rimarrebbe un margine di circa 700 milioni ancora da risparmiare. L’invito di Renzi è chiaramente «rispettoso» della loro autonomia.
- TAGLI ALLE FELUCHE
Si punta a tagliare gli stipendi ai diplomatici. Ma si annuncia battaglia: il sindacato dei diplomatici italiani (Sndmae) difende infatti la congruità dei propri stipendi.
- TAGLI ALLA SANITÀ, NON LINEARI
Si torna a parlare degli tagli alla spesa farmaceutica in attesa della `panacea di tutti i mali´: l’introduzione dei costi standard. Nel `Patto della salute´ sono stati quantificati ’’10 miliardi di risparmi, non di tagli’’ precisa il ministro Lorenzin. E Renzi aggiunge: i tagli non saranno «lineari» e inoltre in prospettiva per la Sanità spenderemo di più.
- TAGLI ALLA DIFESA
I tagli arriveranno. Ancora non è noto però se sarà depotenziato o meno il programma di acquisto degli F35.
- INCENTIVI ALLE IMPRESE E CAMERE COMMERCIO
Si parla di riorganizzazione da tempo per gli aiuti alle imprese (il famoso dossier Giavazzi messo a punto durante il governo Monti). Gli imprenditori si dicono pronti anche a rinunciare in cambio di un taglio "congruo" al carico fiscale. L’Irap appunto. Si discute anche di accorpamenti per le camere di commercio.
- PRIVATIZZAZIONI, 12 MILIARDI L’ANNO
Il percorso è già avviato per Poste, Enav e Fincantieri. Ma potrebbe coinvolgere molto di più. A partire dalle quotate. Per l’anno in corso gli incassi dovrebbero arrivare a 12 miliardi. Dall’anno prossimo altrettanto dovrebbe andare a coprire il calo del debito pubblico.
- DEBITI DELLA P.A.
Si punta ad accelerare il pagamento dei debiti ed a introdurre un meccanismo per evitare che il debito nei confronti delle aziende si riformi. Dai loro pagamenti lo Stato incasserà un miliardo in più di Iva
La Commissione europea ha però specificato che «analizzerà le misure annunciate nel Def per verificare quali sono temporanee e quali strutturali». «Nella elaborazione delle previsioni macro-economiche di maggio - ha aggiunto il portavoce - si terrà conto delle indicazioni e delle decisioni annunciate ieri dal governo».
L'attività del governo va spiegata per bene in campagna elettorale, il presidente del Consiglio Matteo Renzi esorta la direzione Pd a raccontare le misure prese dal governo, "la più grande operazione di redistribuzione degli ultimi anni", avvertendo: "Se non lo facciamo perdiamo un'occasione". Renzi chiede "di produrre materiale sia per i social media che per tutto ciò che è il mondo della comunicazione sulle questioni aperte di rilevanza quotidiana della gente: degli 80 euro i cittadini parlando, noi dobbiamo essere in grado di spiegare che cosa significa, come è fatto, che tipo di intervento è. Se non lo facciamo stiamo perdendo un'occasione". Più in generale, "l'operazione che ieri il Def ha suggellato vuole segnare una forma di redistribuzione, è la più grande operazione di redistribuzione fatta negli ultimi anni in Italia, è la 14esima data a chi guadagna poco" senza "nuove tasse, se si esclude il riequilibrio della tassazione su aziende e banche dopo l'operazione Banca d'Italia. Questa operazione va spiegata bene, raccontata bene, forse anche meglio di come ho fatto fino ad adesso".
Diffuso malumore invece nelle banche dopo la mazzata fiscale annunciata dal governo. Inaspettatamente l’esecutivo sceglie di finanziare parte del taglio del cuneo con il raddoppio della tassazione, al 26%, sulla rivalutazione delle quote della Banca d’Italia e un gettito quindi che sale di 1,2 miliardi a circa 2,4 miliardi di euro. Un maglio, peraltro una tantum, che colpirà principalmente i maggiori azionisti di Via Nazionale (Unicredit e Intesa Sanpaolo) ma che proprio per questo rischia di dar luogo a problemi. Le banche non nascondono la loro irritazione L’Abi potrebbe valutare un ricorso sull’aumento del prelievo sulle quote Bankitalia inserito nel Def. A margine di un convegno il Direttore generale dell’associazione Giovanni Sabatini alla domanda se verrà presentato un ricorso replica: «Vediamo quando uscirà la norma». In merito poi al fatto che il provvedimento possa incidere sui bilanci 2013 dell’istituto di credito Sabatini risponde: «bisognerà vedere come viene fuori la norma».
Sabatini ribadisce che si tratta «di un provvedimento illogico per tre motivi. Il primo perché non tiene conto del ruolo delle banche, in questo momento per far ripartire la ripresa». Il direttore generale dell’Abi rileva che in questo modo, «un miliardo circa di liquidità sottratta alle banche e un miliardo di liquidità sottratta ai finanziamenti a imprese e famiglie».
ECCO LE PRINCIPALI VOCI DI INTERVENTO DEL DEF
- 80 EURO IN PIUì IN BUSTA DAL 27 MAGGIO
È l’intervento più atteso, quello sul quale il governo gioca la sua credibilità. Un calo delle tasse che porti ad una cifra di circa 80 euro in più in busta paga ai lavoratori intorno ad un reddito di 23.000. Da maggio a dicembre la misura costa 6,6-6,7 miliardi. 10 miliardi l’anno a partire del 2015. Il decreto col quale si sostanziera’ il taglio arriva il 18 aprile sul tavolo del Cdm.
- SCONTO ANCHE A INCAPIENTI
Lo sconto (anche se non fiscale) dovrebbe portare un contributo anche agli incapienti. Sarebbe già stata individuata la soluzione tecnica.
- FINO A 26% IMPOSTA BANCHE SU QUOTE BANKITALIA
Il governo intende innalzare dal 12% al 24-26% l’imposta sulle quote di via Nazionale detenute dalle banche. Protesta l’Abi.
- IRAP, SI PUNTA A TAGLIO 10%
Per le aziende il governo intende intervenire sull’Irap: l’imposta regionale sulle attività produttive. La sforbiciata sarebbe del 10% annuo quindi partendo nel 2014 a circa metà anno sarebbe la metà. I poco più di 2 miliardi che costa il taglio all’Irap arriva dall’aumento delle rendite finanziarie. Con un’aliquota che passa dal 20 al 26%.
- SOTTO TIRO I MANAGER PUBBLICI
Manager (ma anche dirigenti) pubblici a rischio. Si punta ad inserire un tetto ai loro stipendi: non potranno prendere più del presidente della Corte di Cassazione (poco più di 300.000 euro l’anno). Ma si potrebbe scendere anche più giù: 239mila euro che è quanto viene riconosciuto al Capo dello Stato.
- MANNAIA SU BENI E SERVIZI
Dalle matite alla carta igienica arriva il nuovo taglio. Le amministrazioni pubbliche dovranno garantire risparmi per circa 800 milioni. Insomma bisogna tagliare la spesa "improduttiva" e aumentare i servizi.
- ENTI INUTILI
Il primo a finire nel mirino è stato il Cnel («le famiglie a casa si chiederanno come faremo ora senza il Cnel», ironizza Renzi). Ma sono moltissimi in Italia gli enti `sopprimibili´. Ma il percorso non è semplice e i risparmi non sono certi. Anche perché normalmente il personale viene ricollocato sempre nella pubblica amministrazione.
- ISTITUZIONI A DIETA
Oltre alla riforma del Senato il governo studia come ridurre le spese delle principali istituzioni: Palazzo Madama, Camera e Quirinale in testa. E anche se via via i tagli ci sono stati rimarrebbe un margine di circa 700 milioni ancora da risparmiare. L’invito di Renzi è chiaramente «rispettoso» della loro autonomia.
- TAGLI ALLE FELUCHE
Si punta a tagliare gli stipendi ai diplomatici. Ma si annuncia battaglia: il sindacato dei diplomatici italiani (Sndmae) difende infatti la congruità dei propri stipendi.
- TAGLI ALLA SANITÀ, NON LINEARI
Si torna a parlare degli tagli alla spesa farmaceutica in attesa della `panacea di tutti i mali´: l’introduzione dei costi standard. Nel `Patto della salute´ sono stati quantificati ’’10 miliardi di risparmi, non di tagli’’ precisa il ministro Lorenzin. E Renzi aggiunge: i tagli non saranno «lineari» e inoltre in prospettiva per la Sanità spenderemo di più.
- TAGLI ALLA DIFESA
I tagli arriveranno. Ancora non è noto però se sarà depotenziato o meno il programma di acquisto degli F35.
- INCENTIVI ALLE IMPRESE E CAMERE COMMERCIO
Si parla di riorganizzazione da tempo per gli aiuti alle imprese (il famoso dossier Giavazzi messo a punto durante il governo Monti). Gli imprenditori si dicono pronti anche a rinunciare in cambio di un taglio "congruo" al carico fiscale. L’Irap appunto. Si discute anche di accorpamenti per le camere di commercio.
- PRIVATIZZAZIONI, 12 MILIARDI L’ANNO
Il percorso è già avviato per Poste, Enav e Fincantieri. Ma potrebbe coinvolgere molto di più. A partire dalle quotate. Per l’anno in corso gli incassi dovrebbero arrivare a 12 miliardi. Dall’anno prossimo altrettanto dovrebbe andare a coprire il calo del debito pubblico.
- DEBITI DELLA P.A.
Si punta ad accelerare il pagamento dei debiti ed a introdurre un meccanismo per evitare che il debito nei confronti delle aziende si riformi. Dai loro pagamenti lo Stato incasserà un miliardo in più di Iva
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