Renzi: «Grillo ci attacca, noi pensiamo al Paese»
Spaccatura sul ddl Chiti. Il premier: «Si adeguino alla maggioranza».
Gli ex M5s firmano la proposta.
Gli ex M5s firmano la proposta.
RIFORME
Ha rispedito al mittente l'accusa di aver messo delle veline come capolista del Pd alle europee. Ma non solo.
«Grillo ogni mattina si alza e dice: 'Come attacco il Pd', io invece penso come posso cambiare l'Italia», ha detto il premier Matteo Renzi al Tg3, rispondendo direttamente a quanto detto dal leader M5s.
NO A INCONTRO COL CAV. E sullaspaccatura che si è creata nel Partito democratico dopo la presentazione del testo di Vannino Chiti sulla riforma del Senato, ha aggiunto: «il Pd ha delle regole al proprio interno. La minoranza non va per i fatti suoi, ma va dove va la maggioranza. Lo dico io che per anni sono stato in minoranza. Tutti noi sappiamo che quell'ipotesi è buona per essere sventolata sui giornali, ma non ha possibilità di essere realizzata. Fi manterrà gli impegni».
Ma al direttore del Tg3 Bianca Berlinguer che gli ha chiesto se sia previsto un nuovo faccia a faccia con Berlusconi, il presidente del Consiglio ha risposto categorico: «Non è previsto nessun incontro. Ma se c'è vi faremo sapere...».
Capitolo a parte invece è stato il caso del sindaco di Bari Emiliano che ha rinunciato a candidarsi alle Europee. Riferendosi alla decisione di mettere tutte donne capolista, Renzi ha spiegato: «Il punto è politico: arriva un momento in cui, dopo settimane e settimane durante le quali tutti hanno detto 'che vergogna, non si fanno leggi sulla parità di genere', noi abbiamo riposto con i fatti».
GIUSTO CHE BANCHE PAGHINO. Poi l'intervista ha virato su argomenti più economici. «Lo spread più basso libera possibilità di fare credito e le banche se vogliono risparmiare possono stare più attenti a risparmiare sui super stipendi degli amministratori delegati», ha spiegato Renzi, aggiungendo: «sulla demagogia li sfidiamo a viso aperto. È giusto che anche le banche paghino come i cittadini in questo periodo svantaggiato».
A proposito del taglio strutturale del cuneo fiscale, il premier ha assicurato: «siamo in grado di dire ai profeti di sventura che non è così, il taglio sarà confermato nei prossimi anni, è una piccola 14esima agli italiani per un motivo semplice: per troppi anni hanno pagato sempre i soliti».
«SUPERMANAGER NEL PRIVATO? VADANO PURE». Infine non poteva mancare una domanda sulle polemiche dei super manager per l'annuncio del taglio degli stipendi. «Ho sentito super manager dire: 'allora io per 238 mila euro me ne vado nel privato'. Se ti prendono vai, vorrei vederli. Noi abbiamo detto che ci deve essere un limite nel pubblico e 238 mila euro lordi sono tanti soldi», ha spiegato Renzi.
«Grillo ogni mattina si alza e dice: 'Come attacco il Pd', io invece penso come posso cambiare l'Italia», ha detto il premier Matteo Renzi al Tg3, rispondendo direttamente a quanto detto dal leader M5s.
NO A INCONTRO COL CAV. E sullaspaccatura che si è creata nel Partito democratico dopo la presentazione del testo di Vannino Chiti sulla riforma del Senato, ha aggiunto: «il Pd ha delle regole al proprio interno. La minoranza non va per i fatti suoi, ma va dove va la maggioranza. Lo dico io che per anni sono stato in minoranza. Tutti noi sappiamo che quell'ipotesi è buona per essere sventolata sui giornali, ma non ha possibilità di essere realizzata. Fi manterrà gli impegni».
Ma al direttore del Tg3 Bianca Berlinguer che gli ha chiesto se sia previsto un nuovo faccia a faccia con Berlusconi, il presidente del Consiglio ha risposto categorico: «Non è previsto nessun incontro. Ma se c'è vi faremo sapere...».
Capitolo a parte invece è stato il caso del sindaco di Bari Emiliano che ha rinunciato a candidarsi alle Europee. Riferendosi alla decisione di mettere tutte donne capolista, Renzi ha spiegato: «Il punto è politico: arriva un momento in cui, dopo settimane e settimane durante le quali tutti hanno detto 'che vergogna, non si fanno leggi sulla parità di genere', noi abbiamo riposto con i fatti».
GIUSTO CHE BANCHE PAGHINO. Poi l'intervista ha virato su argomenti più economici. «Lo spread più basso libera possibilità di fare credito e le banche se vogliono risparmiare possono stare più attenti a risparmiare sui super stipendi degli amministratori delegati», ha spiegato Renzi, aggiungendo: «sulla demagogia li sfidiamo a viso aperto. È giusto che anche le banche paghino come i cittadini in questo periodo svantaggiato».
A proposito del taglio strutturale del cuneo fiscale, il premier ha assicurato: «siamo in grado di dire ai profeti di sventura che non è così, il taglio sarà confermato nei prossimi anni, è una piccola 14esima agli italiani per un motivo semplice: per troppi anni hanno pagato sempre i soliti».
«SUPERMANAGER NEL PRIVATO? VADANO PURE». Infine non poteva mancare una domanda sulle polemiche dei super manager per l'annuncio del taglio degli stipendi. «Ho sentito super manager dire: 'allora io per 238 mila euro me ne vado nel privato'. Se ti prendono vai, vorrei vederli. Noi abbiamo detto che ci deve essere un limite nel pubblico e 238 mila euro lordi sono tanti soldi», ha spiegato Renzi.
Giovedì, 10 Aprile 2014
TAG: RENZI - GRILLO - CUNEO FISCALE - ELEZIONI EUROPEE - EMILIANO
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