venerdì 11 aprile 2014

Questo è l'uomo che opera con la stessa mentalità di Berlusconi. E chi lo segue ancora l'ho sa.

Le «veline» di Grillo e l’Europa negata

di  - 10/04/2014

Le «veline» di Grillo e l'Europa negata
Il sessismo come il maschilismo sono ormai una caratteristica del messaggio di Beppe Grillo. Dopo la deprecabile campagna anti Boldrini il Semplice Portavoce del MoVimento 5 Stelle ha deciso di sfoderare il consueto armamentario da show scadente della TV commerciale degli anni ’80 per attaccare le liste elettorali composte da Matteo Renzi per le prossime elezioni europee. Definire «veline»quattro deputate solo perché giovani e di bell’aspetto è piuttosto deprecabile, anche perché lo stesso Grillo sminuisce una sua critica piuttosto centrata. La Picierno, così come come la Moretti, la Mosca e la Bonafé sono parlamentari appena elette che ragionevolmente molleranno il seggio da deputate per trasferirsi, solo temporaneamente, all’Europarlamento. In caso di elezioni anticipate è assai probabile che qualcuna di loro tornerà nelle liste renziane che il PD preparerà per le prossime politiche.
Al netto dello squallido sessismo Grillo si accomuna a Renzi nel dimenticare come il vero oggetto della prossima campagna elettorale dovrebbe essere l’Europa. Invece che di discutere di temi fondamentali come la tenuta dell’eurozona, il ruolo della Bce, che tipo di competenze devolvere oppure recuperare dall’UE, o quale strategia di integrazione comunitaria si ha in mente, il PD ed il M5S preferiscono concentrarsi sugli aspetti più gretti della politica italiana. Un errore fatto da Renzi nel compilare le liste, visto che le capolista donna appaiono come una tardiva pezza all’assenza di quote di genere nelle liste bloccate dell’Italicum. Una presa di posizione ancora più deludente da parte di Grillo, che invece di criticare con qualche ragione di fondatezza il suo principale avversario, preferisce ricorrere ad abusati stereotipi televisivi, che svelano una visione sconfortante della partecipazione femminile in politica. Definire velina una parlamentare giovane e di bell’aspetto è così volgarmente banale da chiedere un po’ di sano turnover tra i redattori della Casaleggio Associati, evidentemente a corto di idee ora che il capo sta male (a proposito, tanti auguri di pronta guarigione).
Nel 2009 la campagna elettorale per le europee si combatté su Noemi e le prime rilevazioni sugli scandali sessuali che poi hanno travolto Silvio Berlusconi. All’epoca il presidente del Consiglio era all’apice del potere, o almeno così sembrava, e la sinistra si aggrappò alla giovane Letizia per provare a scalfire l’immagine vincente del leader del Popolo della Libertà. Il calcolo un po’ aiutò, e l’arretramento del Pdl rispetto alle politiche 2008 fu il primo passo del lungo declino di Berlusconi. Il panorama politico e sociale rispetto a cinque anni è però completamente diverso. La crisi finanziaria, da episodio molto grave ma circostanziato, è diventata la più grave recessione economica della nostra storia recente; il crollo della II repubblica ha travolto tutti o quasi gli attori principali, mentre l’Europa è entrata nella sua fase più difficile, con il futuro della moneta unica ancora in dubbio, visto che solo la magia della Bce ha fermato l’avvitamento del costo del debito. Il nostro paese ha salvato l’osso del collo più per meriti altrui, e sarebbe il caso che, almeno per una volta, il sempre più importante voto delle elezioni europee fosse valorizzato, e non strumentalizzato in modo squallido per qualche consenso in più da spendere sul sempre più asfittico mercato italiano.

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