martedì 8 aprile 2014

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Stipendi e inflazione: in 5 anni dirigenti perdono 4%, operai 2,1, impiegati 1,1

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ROMA – Negli ultimi cinque anni gli stipendi dei dirigenti sono in cifra cresciuti del 6,3%. Quelli dei cosiddetti quadri aziendali del 4,6% e meglio ancora è andata ad impiegati ed operai. Queste ultime due categorie hanno infatti visto crescere le loro retribuzioni nel periodo 2009/13 rispettivamente del 9,2 e del 8,2%. Finalmente una buona notizia, in una quadro di crisi che sembra cristallizzato? Proprio no, perché se gli stipendi sono cresciuti, l’inflazione nello stesso quinquennio è cresciuta molto di più.
L’ultimo studio riportato da La Stampa, realizzato dalla società specializzata Od&M, in materia di retribuzioni, racconta che i lavoratori italiani non possono gioire nemmeno quando i loro stipendi crescono.
Tra le diverse categorie abbiamo visto che coloro i quali hanno beneficiato del maggior incremento retributivo, sono stati gli impiegati, seguiti dagli operai. Bene, anche se meno bene, è andata invece a quadri e dirigenti cresciuti, ovviamente solo in proporzione, meno dei loro “sottoposti”.
Ma è questa in realtà la più classica delle vittorie di Pirro. Nei cinque anni che vanno dal 2009 al 2013, ovviamente inclusi, come sottolinea lo stesso studio di Od&M, l’inflazione è cresciuta più degli stipendi e, di conseguenza, il potere d’acquisto di questi è calato.
Come evidenzia l’analisi, l’inflazione calcolata con l’indice Nic è cresciuta nel periodo preso in esame dell’8,8% mentre, l’inflazione calcolata secondo l’indice dei beni ad alta frequenza d’acquisto, è cresciuta ancora di più: dell’11,8%.
Con il primo valore, quello dell’8,8, negli anni che vanno dal 2009 al 2013, almeno gli impiegati possono dire di aver visto crescere, seppur di un misero 0,4%, il loro potere d’acquisto. Col secondo invece, quello dell’11,8, tutte le categorie hanno visto impoverirsi le loro buste paga.
Prendendo invece in esame un valore medio tra le due stime dell’inflazione a disposizione, si ottiene un aumento del 10,3%. E così, con una semplice operazione matematica, si scopre che negli ultimi cinque anni gli stipendi dei dirigenti hanno perso il 4% del loro potere d’acquisto, una contrazione che sfiora una perdita dell’1% annuo. E peggio ancora è andata agli stipendi dei quadri impoveritisi addirittura del 5,7%. Meglio è andata, o anzi hanno meglio limitato i danni, le retribuzioni di impiegati ed operai. Le prime hanno perso infatti “solo” l’1,1% e le seconde il 2,1%. Non una grande consolazione però per impiegati ed operai, che hanno retribuzioni nette e lorde ben inferiori a quelle dei loro colleghi quadri e dirigenti.
Lo studio riportato da La Stampa segnala poi alcune altre caratteristiche delle retribuzioni prese in esame, a partire dalla ripartizione territoriale. E l’area geografica italiana dove si incontrano gli stipendi più alti è il Nord Ovest, una verità che vale per tutte le categorie citate.
Un altro dato, certo non sorprendente, è che le grandi aziende pagano più delle piccole e che gli uomini sono mediamente meglio pagati delle donne a parità d’impiego. Chi paga meglio quadri e dirigenti è il settore assicurativo mentre operai ed impiegati sono meglio stipendiati nell’industria. Le società di servizi infine, eccezion fatta per gli operai che vi lavorano, sono quelle con le retribuzioni mediamente più basse.

Distinguo a parte, il dato finale è che in sostanza tutte le categorie prese in esame, nessuna esclusa, hanno visto ridurre il proprio potere d’acquisto negli ultimi 5 anni.

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