martedì 8 aprile 2014

Pensare che i grillini bugiardi come il loro leader avevano dichiarato che Renzi aveva fatto regali alle banche. Ancora una volta bugie.

MANOVRA
Rispettati i tempi della vigilia, Matteo Renzi si è presentato dinanzi alla stampa all'ora di cena per illustrare i contenuti del Documento di economia e finanza, approvato dal Consiglio dei ministri dell'8 aprile.
Un Def che taglia le stime di crescita del Paese e rivede al rialzo il deficit, destinato, tuttavia, a restare ampiamente sotto il tetto del 3% del Pil imposto dall'Unione europea.
CRESCITA DEL PIL DELLO 0,8%. Stando a quanto trapelato dalla bozza del Piano nazionale delle riforme, l'effetto espansivo delle riforme «si manifesterà debolmente» nel 2014, per poi risultare «via via più pronunciato» negli anni successivi. L'economia italiana, dunque, «crescerà quest'anno dello 0,8% per portarsi poi a +1,3% nel 2015. Nel 2016 la crescita sarà dell'1,6%». Le stime del governo precedente indicavano per il 2014 un aumento del Pil dell'1,1%.
DEFICIT-PIL AL 2,6%. Il rapporto deficit-Pil, invece, è previsto che si attesti attorno al 2,6% (era al 3% nel 2013), scendendo ulteriormente al 2% nel 2015. Nel 2016 il deficit previsto è dell'1,5%.
DISOCCUPAZIONE AL 12,8%. Sul fronte occupazionale, il tasso di disoccupazione è destinato a salire del 12,8% (dal 12,2% del 2013), attestandosi poi nel 2015 al 12,5%. Per scendere sotto il 12% bisognerà aspettare il 2017 (stima 11,6%).
Diversi sono i provvedimenti messi in campo dal governo Renzi per far fronte a questi numeri. L'esecutivo ha promesso il taglio del cuneo fiscale con una riduzione dell'Irpef per circa 10 miliardi a regime, pronti a finire in busta paga ai lavoratori dipendenti con redditi lordi inferiori ai 25 mila euro, mentre l'Irap dovrebbe scendere del 10% attravero il contemporaneo aumento della tassazione sulle rendite finanziarie.
DALLA SPENDING REVIEW 4,5 MLD. Dei 6,7 miliardi di coperture annunciati in conferenza stampa da Matteo Renzi, «2,2 arriveranno dall' aumento del gettito Iva e dall'aumento della tassazione sulla rivalutazione delle quote Bankitalia». I restanti 4,5 miliardi sono frutto della spending review.
TAGLIO AGLI STIPENDI DEI MANAGER. Confermato anche il taglio degli stipendi ai manager pubblici. «238.000 euro per chi lavora nel pubblico è più che sufficiente», ha spiegato Matteo Renzi, «è un elemento di limite che ci vuole, in questi anni si è totalmente sforato».
La vera novità, rispetto a quanto anticipato alla vigilia, consiste nel miliardo di euro che l'esecutivo punta a ricavare dalla rivalutazione delle quote di Bankitalia.
BANCHE TASSATE AL 26%. L'attuale normativa prevede la vendita delle quote (fino a scendere alla soglia del 3%) e, di conseguenza, la realizzazione di una plusvalenza tassata, secondo il decreto Saccomanni, al 12%. Tassazione che dovrebbe, invece, salire al 26%: l’incasso per l’Erario passerebbe a quel punto da 1 a 2 miliardi. Un gettito pronto a essere riversato sugli sgravi Irpef, per i quali sono necessari 6,6 miliardi di euro.
DALLE PRIVATIZZAZIONI 12 MILIARDI. I proventi delle privatizzazioni, invece, ammonteranno a circa 12 miliardi nel 2014. Gli introiti saranno utilizzati per ridurre il debito pubblico. Anche nel 2015, 2016 e 2017 i ricavi saranno di circa 10-12 miliardi annui, pari a circa lo 0,7 del Pil.
Martedì, 08 Aprile 2014

Nessun commento:

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...