Renzi attacca Beppe
Critiche al leader del M5S. E il premier: «Berlusconi e Grillo sono due facce della stessa medaglia».
RIFORME
Renzi all'attacco di Grillo e Berlusconi a partire dalle ultime dichiarazioni di entrambi. «La frase di Silvio Berlusconi sui tedeschi e i 'lager mai esistiti' è sbagliata e inaccettabile così com'era assolutamente inaccettabile e vergognosa quella di Beppe Grillo sulla Shoah. Sono entrambi in campagna elettorale, e non sono interessati alla frase in sé ma alle ripercussioni in chiave elettorale» lo ha affermato il premier Renzi ospite di Lucia Annunziata a In 1/2 ora. Per Renzi, Berlusconi e Grillo sono «due facce della stessa medaglia» come dimostra la reazione sul decreto degli 80 euro: «Da professionisti della comunicazione hanno cercato di nascondere la decisione del governo che migliora almeno un po' la vita di tante persone mentre loro hanno avuto un atteggiamento spocchioso».
CAV DA NON SOTTOVALUTARE. «Non sottovalutiamolo perché su Berlusconi che tutte le volte che fa campagna elettorale si parte con i risolini e poi non si sa dove va» ha aggiunto Matteo Renzi a proposito del Cavaliere che dice che «sarà un miracolo se Fi arriva al 20%».
I PUNTI DELLE RIFORME. Sulle riforme istituzionali, Renzi ha sottolineato: 'Ci sono quattro o cinque punti che sono decisivi. Il primo: via le Province, e il 25 maggio per le Province non si vota. Poi ci sono le cose che eliminiano come costi della politica, tipo via le auto blu. Sono pochi soldi? Perché non lo hanno fatto quelli che criticano? Sulla riforma costituzionale c'è l'abolizione del Cnel, su cui quasi nessuno è in disaccordo. Poi c'è il Titolo V, cioè il rapporto tra Regioni e Stato. Il contenzioso tra i due oggi è pazzesco. Fare chiarezza significa restituire credibilità alle Regioni, con lo Stato che deve rispettare l'autonomia delle Regioni. Su questo punto c'è un accordo quasi completo, siamo ad un passo».
IL NODO DI ELEGGIBILITÀ. Ma il Senato? «Noi» ha risposto Renzi «abbiamo detto mai più bicameralismo perfetto. Mai più il voto di fiducia, mai più quello sul bilancio, no eleggibilità». Ed è sul nodo eleggibilità che nel Pd la spaccatura è evidente. «Su questo punto troveremo una soluzione», ha assicurato Renzi, che ha anche aperto alla mediazione: «Oggi i consigli regionali devono individuare al loro interno quale consigliere va al Senato. Ecco il punto di mediazione. A me basta che il consigliere regionale non immagini di stare dalla mattina alla sera al Senato».
GIUSTO ASCOLTARE GLI ALTRI. Renzi ha proseguito il suo ragionamento su Berlusconi: «Sarei disonesto se dicessi che qualcosa non è accaduto. Berlusconi ha messo un paletto negativo poi l'ha recuperato e ha detto: 'Sono le nostre riforme'. Ha chiesto di cambiare alcune cose, io credo che sia legittimo ascoltare Berlusconi, Grillo e chiunque dica la sua. Anche la minoranza Pd che abbiamo ascoltata più volte. Sono tanti mondi e realtà diverse e ho grande rispetto».
DATE E PROGRAMMI. E sulla data del 25 maggio in merito al voto in prima lettura a palazzo Madama sulle riforme Renzi ha detto: «Spero di sì, ma non mi impicco sulla data. Il governo lo ha già detto pensiamo che ci siano le condizioni e sarebbe un gesto molto bello. Sono 30 anni che ne parliamo se invece del 25 arriva il 5 giugno non cambia niente».
CAV DA NON SOTTOVALUTARE. «Non sottovalutiamolo perché su Berlusconi che tutte le volte che fa campagna elettorale si parte con i risolini e poi non si sa dove va» ha aggiunto Matteo Renzi a proposito del Cavaliere che dice che «sarà un miracolo se Fi arriva al 20%».
I PUNTI DELLE RIFORME. Sulle riforme istituzionali, Renzi ha sottolineato: 'Ci sono quattro o cinque punti che sono decisivi. Il primo: via le Province, e il 25 maggio per le Province non si vota. Poi ci sono le cose che eliminiano come costi della politica, tipo via le auto blu. Sono pochi soldi? Perché non lo hanno fatto quelli che criticano? Sulla riforma costituzionale c'è l'abolizione del Cnel, su cui quasi nessuno è in disaccordo. Poi c'è il Titolo V, cioè il rapporto tra Regioni e Stato. Il contenzioso tra i due oggi è pazzesco. Fare chiarezza significa restituire credibilità alle Regioni, con lo Stato che deve rispettare l'autonomia delle Regioni. Su questo punto c'è un accordo quasi completo, siamo ad un passo».
IL NODO DI ELEGGIBILITÀ. Ma il Senato? «Noi» ha risposto Renzi «abbiamo detto mai più bicameralismo perfetto. Mai più il voto di fiducia, mai più quello sul bilancio, no eleggibilità». Ed è sul nodo eleggibilità che nel Pd la spaccatura è evidente. «Su questo punto troveremo una soluzione», ha assicurato Renzi, che ha anche aperto alla mediazione: «Oggi i consigli regionali devono individuare al loro interno quale consigliere va al Senato. Ecco il punto di mediazione. A me basta che il consigliere regionale non immagini di stare dalla mattina alla sera al Senato».
GIUSTO ASCOLTARE GLI ALTRI. Renzi ha proseguito il suo ragionamento su Berlusconi: «Sarei disonesto se dicessi che qualcosa non è accaduto. Berlusconi ha messo un paletto negativo poi l'ha recuperato e ha detto: 'Sono le nostre riforme'. Ha chiesto di cambiare alcune cose, io credo che sia legittimo ascoltare Berlusconi, Grillo e chiunque dica la sua. Anche la minoranza Pd che abbiamo ascoltata più volte. Sono tanti mondi e realtà diverse e ho grande rispetto».
DATE E PROGRAMMI. E sulla data del 25 maggio in merito al voto in prima lettura a palazzo Madama sulle riforme Renzi ha detto: «Spero di sì, ma non mi impicco sulla data. Il governo lo ha già detto pensiamo che ci siano le condizioni e sarebbe un gesto molto bello. Sono 30 anni che ne parliamo se invece del 25 arriva il 5 giugno non cambia niente».
Domenica, 27 Aprile 2014
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