«Scarsa democrazia»: e il grillino si pente
Candidato alle elezioni regionali denuncia i divieti nel Movimento 5 Stelle. Iussig Zuliani scrive sul sito, ma le sue parole vengono cancellate
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di Alessandro Cesare
UDINE. «La campagna elettorale del Movimento 5 Stelle in Fvg è stata la campagna dei divieti, delle proibizioni, della burocrazia». Lo sfogo è di Federico Iussig Zuliani, candidato grillino a Udine per il Consiglio regionale (ha ottenuto 252 preferenze), che oggi, proprio per le sue prese di posizione contro la strategia seguita dal Movimento, rischia l’espulsione.
Per ora è stato solamente isolato dal gruppo, con la sua foto che è sparita dal sito del M5S Fvg (l’unica tra i 18 candidati per la Regione), e con i suoi post critici che sono puntualmente cancellati dalle discussioni nei vari Meetup.
Poca libertà di critica
Come già avvenuto in altre parti d’Italia, chi osa contestare pubblicamente i metodi del Movimento 5 Stelle subisce la cacciata dal gruppo. «Mi aspetto da un momento all’altro la lettera da parte degli avvocati di Beppe Grillo che mi intimano di non utilizzare più il simbolo del Movimento 5 Stelle – afferma Iussig Zuliani –. Purtroppo non si comprende che buttare fuori chi la pensa diversamente costituisce una politica autolesionista».
L’esponente grillino denuncia una scarsa democrazia dal basso con l’esclusione di molti Meetup e attivisti, una limitata trasparenza, accuse talvolta sgarbate contro gli altri e un’insufficiente proposta politica sui problemi reali dei cittadini. «A urne chiuse – precisa – ritengo vada aperto un confronto educato, rispettoso ma sincero, sulla situazione del Movimento in Fvg».
La sconfitta del M5S
Le rimostranze sollevate da Iussig Zuliani non sembrano poi così gravi da motivare dei provvedimenti punitivi nei suoi confronti. «Non ho fatto altro che mettere nero su bianco ciò che molti pensano all’interno del Movimento – aggiunge – e cioè che la gestione del livello regionale è deficitaria. Rispetto alle elezioni politiche, il M5S in Fvg ha perso sia in termini percentuali che di numero di voti, passando dal 25% di febbraio (circa 196 mila voti) al 14% come preferenze di lista (55 mila voti) e al 19% (100 mila voti) come preferenze al candidato presidente di aprile. Nonostante questo, manca la volontà di prendere atto della sconfitta. Se coloro che sono responsabili di questo risultato elettorale sono i primi a non ammettere il fallimento della linea politica sino a oggi seguita in Fvg, diventa difficile qualsiasi forma di cambiamento».
Il disincanto del grillino
Parlando con Federico Iussig Zuliani traspare la passione che ci mette nel suo impegno per cambiare la politica, così come emerge l’amarezza nel dover constatare che la trasparenza tanto invocata dal M5S, a volte, è tale solo in superficie.
«Purtroppo all’interno del movimento mancano le proposte politiche. Non ci si vuole mettere in discussione. Non possono impedirmi una lettura super partes di una situazione che trovo inaccettabile. Da mesi vado esponendo le mie perplessità e il risultato è che mi stanno isolando all’interno del Movimento. Evidentemente ciò che dico non soltanto è vero, ma dà fastidio».
Una campagna elettorale dei no
Iussig Zuliani lamenta la scarsa libertà dei candidati nel corso della recente campagna elettorale: «Non abbiamo potuto utilizzare una pagina sui social network, stampare dei santini, rilasciare interviste, uscire con una proposta sul giornale senza il consenso dello staff regionale. Perché proporci come quelli “della democrazia dal basso” se poi a decidere tutto sono solo 4 Meetup? Questo atteggiamento ha danneggiato chi avrebbe avuto molte cose da dire e proporre, oltre a incidere in maniera determinante sul risultato complessivo del Movimento. Le conseguenze delle scelte fatte sono sotto gli occhi di tutti».
L’auspicio per il futuro
«Credo con convinzione nelle battaglie del Movimento – aggiunge Iussig Zuliani – ma ritengo essenziale per la crescita della nostra forza politica un cambiamento negli “stili”, nei modi di comportarsi e soprattutto nella linea politica. Qualcuno dovrebbe prenderne atto e fare un passo indietro. Chi educatamente critica il Movimento dall’interno – conclude – non andrebbe visto come un pericoloso nemico da abbattere e cacciare (è già avvenuto troppe volte), bensì come una risorsa. Con le espulsioni, i divieti, l’arroganza, le proibizioni non si va da nessuna parte».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
08 maggio 2013
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