DISOBBEDIENZA
Il M5s si spacca sulla diaria
Referendum fra i 5 stelle: il 48% dice no all'idea di Grillo. «La quota va tenuta per intero». Il web insorge.
Grillo, certo, va ascoltato. Ma forse non in tutti i casi. Per lo meno quando si tratterebbe di rimetterci di tasca propria. Questo forse avranno pensato i parlamentari 5 stelle quando, per la prima volta, hanno deciso di dire no a una direttiva arrivata pochi giorni prima dal comico genovese e dal suo alter ego, Gianroberto Casaleggio: la diaria deve restare (guarda il video).
I RIMBORSI DEVONO RESTARE.D'accordo un taglio deciso alla stipendio, va bene dimezzare da 10 a 5 mila euro lordi l'indennità di mandato. Ma la diaria, le spese per i collaboratori e l'attività politica, i rimborsi per i taxi e il telefono devono rimanere.
RESTITUIRE LA CIFRA A DISCREZIONE. Questa, in sostanza, la posizione dei grllini che - come ha spiegato Repubblica - intendono comunque tenersi la somma, ma rendicontare tutto. E restituire i soldi in accesso solo su base volontaria.
Insomma, la lotta alla trasparenza, ai tagli e ai privilegi vale, ma fino a un certo punto.
LA MAIL DI GRILLO E CASALEGGIO. In una email Grillo e Casaleggio suggerivano di scegliere delle onlus cui devolvere l'eccedenza. Ma i parlamentari del M5s si sono consultati fra loro e il risultato sembra portare su una strada opposta a quella tracciata dal loro leader: nel pomeriggio del 5 maggio avevano votato 132 parlamentari su 163.
IL 48% DEI GRILLINI A FAVORE. E Il 48% ha chiesto che le diarie (ossia tutte le voci accessorie) fossero mantenute completamente. E che la resistuzione dei soldi non utilizzati avvenga solo su base volontaria. Tradotto: chi vuole si tiene 'il resto', chi invece preferisce può resituirlo o metterlo in un fondo di solidarietà appositamente creato.
LA SOGLIA DEI 5 MILA EURO LORDI. La questione dell'indennità resta comunque aperta. Tutti sembrano concordare sul fatto che il tetto di guadagno mensile (esclusi i rimborsi) debba essere di 2.500 euro. Ma resta da capire come gestire la soglia dei 5 mila euro lordi. Che a detta di alcuni, è una cifra che risente molto della situazione finanziaria personale, ossia dei propri redditi e dei familiari a carico.
Qualcuno chiedeva infatti una rimodulazione. Ma qualcun altro ha fatto già sapere, conti alla mano, che la cosa non è possibile.
I GRILLINI: «NULLA DA NASCONDERE». Intanto Laura Castelli e Roberto Fico, deputati grillini, hanno spiegato sulla web-tivù La Cosa che è in atto una «operazione trasparenza, non abbiamo nulla da nascondere. Rinunciamo a molti soldi e rendiconteremo tutte le spese a cui abbiamo diritto. Facciamo discussioni sui forum e riunioni tra di noi per prendere le decisioni».
Secondo Fico, Repubblica «costruisce titoli per screditare il Movimento e per mettere noi parlamentari contro Beppe Grillo e viceversa. Gioco vecchio e che non funziona».
Ma Patrizia Terzoni, deputata marchigiana dei 5 stelle, ha confermato il sondaggio interno sulla questione dei rimborsi: «Io ho votato per trattenere l'80% della diaria perché è difficile espletare il mandato con 2.500 euro al mese», ha detto ai cronisti a Montecitorio.
I RIMBORSI DEVONO RESTARE.D'accordo un taglio deciso alla stipendio, va bene dimezzare da 10 a 5 mila euro lordi l'indennità di mandato. Ma la diaria, le spese per i collaboratori e l'attività politica, i rimborsi per i taxi e il telefono devono rimanere.
RESTITUIRE LA CIFRA A DISCREZIONE. Questa, in sostanza, la posizione dei grllini che - come ha spiegato Repubblica - intendono comunque tenersi la somma, ma rendicontare tutto. E restituire i soldi in accesso solo su base volontaria.
Insomma, la lotta alla trasparenza, ai tagli e ai privilegi vale, ma fino a un certo punto.
LA MAIL DI GRILLO E CASALEGGIO. In una email Grillo e Casaleggio suggerivano di scegliere delle onlus cui devolvere l'eccedenza. Ma i parlamentari del M5s si sono consultati fra loro e il risultato sembra portare su una strada opposta a quella tracciata dal loro leader: nel pomeriggio del 5 maggio avevano votato 132 parlamentari su 163.
IL 48% DEI GRILLINI A FAVORE. E Il 48% ha chiesto che le diarie (ossia tutte le voci accessorie) fossero mantenute completamente. E che la resistuzione dei soldi non utilizzati avvenga solo su base volontaria. Tradotto: chi vuole si tiene 'il resto', chi invece preferisce può resituirlo o metterlo in un fondo di solidarietà appositamente creato.
LA SOGLIA DEI 5 MILA EURO LORDI. La questione dell'indennità resta comunque aperta. Tutti sembrano concordare sul fatto che il tetto di guadagno mensile (esclusi i rimborsi) debba essere di 2.500 euro. Ma resta da capire come gestire la soglia dei 5 mila euro lordi. Che a detta di alcuni, è una cifra che risente molto della situazione finanziaria personale, ossia dei propri redditi e dei familiari a carico.
Qualcuno chiedeva infatti una rimodulazione. Ma qualcun altro ha fatto già sapere, conti alla mano, che la cosa non è possibile.
I GRILLINI: «NULLA DA NASCONDERE». Intanto Laura Castelli e Roberto Fico, deputati grillini, hanno spiegato sulla web-tivù La Cosa che è in atto una «operazione trasparenza, non abbiamo nulla da nascondere. Rinunciamo a molti soldi e rendiconteremo tutte le spese a cui abbiamo diritto. Facciamo discussioni sui forum e riunioni tra di noi per prendere le decisioni».
Secondo Fico, Repubblica «costruisce titoli per screditare il Movimento e per mettere noi parlamentari contro Beppe Grillo e viceversa. Gioco vecchio e che non funziona».
Ma Patrizia Terzoni, deputata marchigiana dei 5 stelle, ha confermato il sondaggio interno sulla questione dei rimborsi: «Io ho votato per trattenere l'80% della diaria perché è difficile espletare il mandato con 2.500 euro al mese», ha detto ai cronisti a Montecitorio.
Lunedì, 06 Maggio 2013
1 commento:
Non sono d'accordo. Ogni tanto......
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