Le immagini degli scontri
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Berlusconi a Brescia contro i pm
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Imu, Equitalia, fisco, giustizia. Quando ha finito di elencare il programma del suo partito, il Cavaliere dice: "Spero che con questo governo e con la larga maggioranza che lo sostiene queste riforme possano finalmente realizzarsi. Noi ci siamo e ci saremo con il coraggio e la schiena dritta di chi non si fa intimidire".
Gran finale. Berlusconi parla da circa 45 minuti. Si capisce che il comizio sta finendo. Ultime raffiche ai pm: "Ogni persona che non sia accecata da faziosità politica può vedere che ci sono magistrati politicizzati accecati da pregiudizio e odio nei miei confronti. Io, da qui oggi, a questi magistrati voglio mandare un messaggio: potete farmi di tutto ma c'è una cosa che non potrete impedire mai, mai mai: non potrete mai impedire a molti milioni di italiani di volermi alla testa del Popolo della Libertà".
La dice lunga il fatto che anche questo passaggio è stato già usato, in campagna elettorale: "Quando ero al governo dal 2001 al 2006 ho cercato di fare un disegno di legge sulla riforma della giustizia ma ho dovuto desistere perché i vari Fini, Casini e Follini non erano d'accordo. Spero che questo governo di larga maggioranza la stessa riforma la possa realizzare". Ora, è evidente che nessuno del Pd può permettersi di far passare i provvedimenti su cui si sono opposti Fini o Follini. Ed è evidente che se uno sta al governo e parla come quando è in campagna elettorale, qualcosa non funziona.
18:55 – Oggi
Alfano, perché non parli?
A questo punto c'è un problema politico enorme. Non è andato in scena un discorso adatto a un governo di unità nazionale. Ma un discorso buono per un governo Berlusconi, o per una campagna elettorale. C'è un tratto arrogante nei confronti degli alleati. E c'è un tratto di irresponsabilità. Che dice Alfano degli attacchi alla magistratura? Il ministro dell'Interno di un governo di coalizione, in un paese normale, non dovrebbe restare un minuto in più in quel posto.
Berlusconi: "Potete farmi di tutto ma non potete impedire a milioni di italiani di volermi alla testa del Popolo della Libertà finché loro lo vorranno".
Abile, abilissimo nella propaganda. Per il "suo" popolo è un discorso perfetto. Per tutti gli altri è da orticaria. Sentite questa: "La riforma della giustizia è una necessità per gli italiani. Ieri sera ho visto le immagini Tortora quando diceva ai giudici 'io sono innocente e spero dal profondo del mio cuore che lo siate anche anche voi'. Ed è questo il sentimento di tantissimi italiani che ogni giorno entrano nel tritacarne infernale della giustizia". L'obiettivo di questo questo è mettere il Pd in una morsa: io sostengo il governo, e questo è quello che voglio, se voi non reggete, la spina staccatela voi. E visti i sondaggi io vinco le elezioni.
Così salta il tavolo. Berlusconi annuncia che si batterà in Parlamento per una grande riforma della giustizia. E pone l'asticella in alto. Le parole sono le stesse che usava quando aveva una maggioranza bulgara ed era a palazzo Chigi. Ecco i punti annunciati da Berlusconi:
1) "una separazione della carriere tra i magistrati che fanno le inchieste e quelli che giudicano" 2) "una vera parità tra accusa e difesa. I pm devono avere per i giudici lo stesso rapporto che hanno gli avvocati della difesa: devono prendere appuntamento, bussare col cappello in mano, dare del lei e non del tu" 3) "ci batteremo per una responsabilità civile dei magistrati"
4) "ci batteremo per una riforma delle intercettazioni"
Diciamoci la verità. La prima cosa che deve fare Letta nell'abbazia di Spineto è una bella preghiera. Così non dura.
Era il passaggio più atteso. Quello su cui si misura quanto durerà questo governo di larghe intese. Ebbene sulla giustizia i toni non sono incendiari, ma sono sufficientemente duri per far traballare l'edificio. E non solo per gli attacchi alla procura di Milano. Tutta la parte propositiva è indigeribile per il Pd. Vale per la "riforma della giustizia" e per la responsabilità civile dei magistrati: "Noi chiediamo che i magistrati come tutti i professionisti debbano rispondere dei loro errori".