mercoledì 8 maggio 2013

Nessuno sa niente. Nessuno vede niente. Eppure la Bocassini lo ha chiarito in più ordinanze. Il Lombardia c'è la 'ndrangheta e c'è anche a Pavia ed a Voghera.















ECOMAFIE

Lombardia, i rifiuti della 'ndrangheta

I clan controllano lo smaltimento illecito. E sotteranno amianto e diossina. Un business che frutta più della cocaina.

di Alessandro Sarcinelli
La nuova Metro lilla a Milano, il quartiere residenziale “Buccinasco più”, l’autostrada Milano-Bergamo-Brescia, la ferrovia Tav. Decine di cantieri sparsi in tutta la Lombardia e un solo filo nero ad unirli: le infiltrazioni mafiose nello smaltimento illecito dei rifiuti speciali, l’80% sul totale dei rifiuti prodotti.
REATI LEGATI AL CICLO DEI RIFIUTI.Secondo l’ultimo rapporto Ecomafia la regione più ricca d’Italia è al quarto posto nella classifica dei reati legati al ciclo dei rifiuti dietro solo a Campania, Calabria e Puglia.
Ma se nella provincia di Napoli per smaltire i rifiuti si appiccano incendi dolosi, al Nord per non attirare l’attenzione di giornali e tivù si usano metodi meno appariscenti.
DI NOTTE CAMION NEI CANTIERI. Di notte, grazie alla complicità di controllori collusi, decine di camion entrano nei cantieri e scaricano gli scarti di attività industriali ed edilizie.
Difficile trovare nascondiglio migliore di un terreno dove sorgerà un pilone d’autostrada, un palazzo o un centro commerciale.

Il 'giro bolla' e la corruzione

Per sbarazzarsi dei rifiuti speciali, molto spesso tossici, sono state affinate pratiche ancora più discrete ed economiche. Si tratta del cosiddetto giro-bolla: alla filiera dello smaltimento è associata una documentazione in cui sono indicate le sostanze contenute e i trattamenti effettuati.
FALSIFICAZIONE DELLE ANALISI.Tramite la falsificazione delle analisi, rifiuti nocivi vengono declassati a non pericolosi.
Chi effettua queste operazioni guadagna due volte: quando viene pagato per attività solo documentate ma mai svolte e quando riutilizza i rifiuti come materiale da riporto nei cantieri pubblici e privati.
UN GIRO DIFFICILE DA SCOPRIRE. Il fenomeno è molto diffuso anche perché risulta particolarmente difficile da scoprire come spiega Sergio Cannavò di Legambiente Lombardia: «Dimostrare che in una tonnellata di terra trasportata da un camion ci sono miscelati 100 kg di sostanze inquinanti richiede analisi molto sofisticate».
POLITICI E FUNZIONARI CORROTTI. Quando invece è impossibile nascondere le falsificazioni si corrompono politici locali e funzionari addetti ai controlli. «L’impatto della corruzione nei diversi fenomeni d’illegalità ambientale è micidiale. Si tratta di un vero moltiplicatore d’illeciti» denuncia un dossier curato da Avviso Pubblico, Legambiente e Libera.
Con 15 inchieste diverse negli ultimi due anni la Lombardia è saldamente al primo posto in questa speciale classifica; Calabria e Campania si fermano a 8 inchiesta ciascuna.

Il pericoloso risparmio sui costi di smaltimento

Alla base di scarichi illegali e documentazioni false c’è una consolidata alleanza tra soggetti diversi: da una parte imprenditori interessati esclusivamente a risparmiare sui costi di smaltimento, riducendoli  fino al 30%, senza considerare l’impatto ambientale sui territori.
RIFIUTI, UN BUSINESS CONVENIENTE.Dall’altra la criminalità organizzata attirata da ingenti guadagni a fronte di rischi molto bassi di venir scoperti o di venir sanzionati in modo incisivo. «Per certi versi è più conveniente investire nei rifiuti illegali che nello spaccio della cocaina» afferma Cannavò.
UN REGIME DI MONOPOLIO. Per questo tramite le centinaia di padroncini calabresi presenti nei cantieri, i clan mafiosi, in un regime di monopolio, impongono i loro interessi nel movimento terra. Secondo la «Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti» della legislatura appena conclusa «in Lombardia l’infiltrazione mafiosa nel movimento terra con il controllo dei camion e dei mezzi utilizzati, consente anche il controllo del traffico dei rifiuti pericolosi. È almeno dagli Anni 80 che la presenza incontrastata della ‘ndrangheta nel settore è un fatto acquisito».
LA NORMA CHE VIETA IL SUBAPPALTO. Ad arginare le infiltrazioni ci dovrebbero essere la certificazione antimafia e una norma (D.L.gs 163/2006)  che vieta espressamente il subappalto. Tuttavia personaggi insospettabili non coinvolti direttamente con i clan, si offrono per fare da prestanome ai boss facendoli entrare negli appalti pubblici.
La storia giudiziaria del recente passato offre numerosi esempi a riguardo, uno su tutti quello della Perego General Contractor Srl: coinvolta nell’indagine Tenacia viene definita come un’anomala stazione appaltante a beneficio della ‘ndrangheta.

La Lombardia divisa in zone e il caso di Buccinasco                                                                           

Caposaldo, Cerberus, Isola, Tenacia; sono queste alcune delle inchieste portate avanti dalla Dda nel territorio lombardo negli ultimi due anni. Grazie alle indagini si è cominciato a ricostruire la struttura della ‘ndrangheta in Lombardia, fatta dai cosidetti “locali”, strutture regionali direttamente collegate alla casa madre in Calabria.
I CONTROLLO DIRETTO DEI CLAN. La zona di Milano Nord (Comasina, Quarto Oggiaro, Affori), della Brianza e della province di Como e Lecco erano controllate dal clan Romeo/Flachi; a Cologno Monzese e in alcune zone della bergamasca agivano i Paparo.
Tuttavia una delle zone a più alta infiltrazione mafiosa è a Sud di Milano nei comuni di Corsico, Assago, Cesano Boscone e soprattutto Buccinasco.
RIFIUTI SPECIALI SOTTOTERRA. Qui a pochi chilometri dalla movida milanese dei navigli, sui prati di via Guido Rossa ogni giorno i bambini del quartiere giocano fino al calar del sole; pochi metri sotto i loro piedi, rifiuti speciali mischiati a terra di scavo giacciono da almeno 8 anni.
LA BONIFICA COSTA 8 MLN DI EURO. Lo sanno tutti, ma la bonifica costa 8 milioni di euro, tanti anche per un comune con i conti in ordine, e quindi per ora i rifiuti rimangono lì . A creare questa discarica abusiva fu il clan Barbaro-Papalia.
La loro firma c’è anche sui 4 mila mq di arsenico e cromo esavalente, interrati nel ’99 sotto viale della Resistenza e mai rimossi.
Il boss Salvatore Barbaro è rimasto coinvolto nelle inchieste giudiziarie Cerberus e Parco Sud, e ora è in carcere.
LE NUOVE 'LEVE' DI GIOVANISSIMI. Ma c’è chi l’ha già sostituito: sono ragazzi poco più che adolescenti nati tra la fine degli Anni 80 e l’inizio dei 90.
Così i clan continuano a presidiare il territorio in modo capillare: chi si avvicina a quelle zone per documentare la situazione, viene prima osservato con sospetto, e poi seguito per chilometri; il messaggio è semplice: state alla larga da Buccinasco.
Il vice sindaco Pruiti ammette: «La ‘ndrangheta si è indebolita ma la situazione pressoché uguale a prima: per un boss che viene arrestato altri 10 sono pronti a prendere il suo posto».
Tanti altri “locali” sono presenti in Lombardia, ma non si è ancora riusciti a ricostruire né il grado di infiltrazione nelle attività imprenditoriali né le zone dove esercitano il loro potere.

L'amianto e l'incidenza di tumori

Negli anni queste condotte criminali occulte hanno disseminato nel territorio considerevoli quantità di sostanze pericolose: in molte opere di riempimento è stato utilizzato amianto, classificato dallo Iarc (International Agency for Research on Cancer) come cancerogeno per il mesotelioma, il polmone e la laringe.
DIOSSINA E ARSENICO A GEREGNANO. Tre anni fa nell’ex cava di Geregnano, periferia milanese, furono trovati  diossina, pericolosa per il fegato, e arsenico che ha effetti cancerogeni per la pelle e per l’intestino.
LA FALDA ACQUIFERA A BUCCINASCO. In altri casi le sostanze non sono entrate in contatto con la falda acquifera per pura casualità, come a Buccinasco dove, per una conformazione geologica particolare, un tappo d’argilla isola la prima falda inquinata da quella più profonda. In ogni caso il dott. Edoardo Bai dell’Isde (Associazione Italiana Medici per l’ambiente) ha invitato alla cautela: «È vero che determinate sostanze hanno effetti cronici devastanti per l’uomo, tuttavia non sono ancora stati fatti studi che provano l’aumento di alcune patologie intorno alle discariche abusive».
RISCHIO DI DANNI DEVASTANTI. Aldilà dei rischi di tumore, senza un’inversione di tendenza i danni al territorio lombardo nel medio periodo rischiano di essere devastanti. Per questo Legambiente ha inviato una lettera aperta a tutti i neo-consiglieri  della regione Lombardia, chiedendo provvedimenti immediati per le aree contaminate e per arginare l’illegalità.
Risultato: qualche timido incontro con Pd e M5S e nessuna risposta da parte della maggioranza; hanno tempo, la legislatura è appena iniziata. Intanto la criminalità organizzata lavora a pieno regime. Di giorno e di notte.
Mercoledì, 08 Maggio 2013

1 commento:

Unknown ha detto...

la 'Ndrangheta è qui.

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...