martedì 7 maggio 2013

Ci chiediamo: "Ma i grillini sono l'antisistema. Sono contrari a qualsiasi contaminazione. Sono la purezza senza inciuci. Ma come mai chiedono sempre la presidenza di qualcosa?"


PARLAMENTO

Giustizia, fumata nera per Nitto Palma

Commissioni: il senatore Pdl senza quorum. Il Pd presenterà un suo candidato. Casini agli Esteri a Palazzo Madama.

La spaccatura era annunciata ed è arrivata puntuale. Il fragile gioco degli equilibri del governo Letta è caduto sull'elezione dei presidenti delle Commissioni. Pomo della discordia Francesco Nitto Palma, candidato del Popolo della libertà per la Giustiza al Senato, che per ben due volte non è riuscito a raggiungere il quorum previsto dei 14 voti necessari, fermandosi prima a 12 e poi a 13 sui 26 componenti la Commissione, forse anche a causa della scelta della Lega Nord, che a Palazzo Madama ha optato per la scheda bianca.
SI RIVOTA L'8 MAGGIO. Mentre una terza votazione è stata fissata per le 14 dell'8 maggio, la polemica è già scoppiata. «Ognuno si assumerà le proprie responsabilità», ha tuonato il capogruppo del Pdl ed ex presidente del Senato, Renato Schifani, uscendo dalla riunione.
«Io non dico nulla, non commento, l'accordo politico non l'avevo preso io», ha detto invece Nitto Palma. «Quindi, su quello che è successo oggi in Commissione Giustizia del Senato deciderà il mio partito. Io ho preso i voti che dovevo prendere. Anzi. Ne ho avuto anche uno in più. Non ho preso, invece, i voti dell'altro schieramento. Ma questo è nella logica del voto segreto».
CASSON: «NON C'È STATO ACCORDO». Il Partito democratico, intanto, ha annunciato di voler presentare un proprio candidato alla terza votazione in programma per l'8 maggio: «Domani, dalla terza votazione, noi voteremo un nostro candidato», ha assicurato Felice Casson. «Un accordo politico? Evidentemente non c'era. Cercavamo un candidato condiviso, ma se tutto il Pd non lo ha votato evidentemente non lo è».
Poche ore dopo, comunque, Casson ha provato a ridimensionare la portata delle sue dichiarazioni: «Quando alla fine della seduta di oggi ho parlato di un candidato da votare domani volevo dire che sarebbe stato comunque un candidato condiviso».

Boccia va al Bilancio alla Camera

Così il grande mosaico è destinato a restare privo di una tessera, almeno per un giorno. Le altre presidenze sono state occupate danomi di spicco dei partiti di maggioranza, che hanno così sistemato gli elementi che erano rimasti senza ministeri o sottosegretariati.
Pesantissimi i presidenti delle Commissioni Esteri, con Pier Ferdinando Casini al Senato e Fabrizio Cicchitto alla Camera.
FINOCCHIARO AGLI AFFARI COSTITUZIONALI. Non da meno i nomi piazzati dal Partito democratico al Bilancio a Montecitorio e agli Affari costituzionali a Palazzo Madama: Francesco Boccia e Anna Finocchiaro. Il primo ha così accorciato il gap che in casa lo separava dalla moglie Nunzia De Girolamo (Pdl), ministro delle Politiche agricole che al Senato hanno trovato un presidente di Commissione come Roberto Formigoni, la seconda ha ottenuto un piccolo risarcimento dopo aver sentito il profumo del Quirinale.
FINANZE A CAPEZZONE. Alla Commissione Finanze della Camera va Daniele Capezzone (Pdl), il suo omologo al Senato è Mauro Maria Marino del Pd. Il presidente al Bilancio, a Palazzo Madama, è invece Antonio Azzolino (Pdl). Una logica dell'alternanza tra Pd e Pdl che rischia però di saltare alla Giustizia, uno dei ruoli più cari a Silvio Berlusconi, che è però riuscito a sistemare Ignazio La Russa a capo della giunta per le autorizzazioni dopo il sì di Laura Boldrini perché un rappresentante di Fratelli d'Italia potesse prendere il posto di uno del Pdl all'interno dell'organismo.

Giunta per le elezioni della Camera al M5s

Gaffe e polemiche invece all'interno del Movimento 5 stelle, che ha ottenuto la prima presidenza di un organismo parlamentare con Giuseppe D'Ambrosio alla giunta per le Elezioni della Camera ma che punta dritto al Copasir con Vito Crimi.
In Commissione Difesa alla Camera, Massimo Artini si è ritrovato a essere sia vicepresidente sia segretario. Tra i deputati volti stupiti e c'è chi se l'è presa con i grillini, accusandoli di «aver combinato un pasticcio».
DOPPIA CANDIDATURA STRATEGICA.«Non avrei mai immaginato di passare per la vicepresidenza», ha spiegato Artini, «per questo abbiamo proposto la mia candidatura anche come segretario. Ovviamente ora opterò per la vicepresidenza».
Le proteste dei grillini sono invece state causate dall'esito del voto per la Commissione Cultura della Camera.
«EMARGINAZIONE INIZIATA». «È iniziata l'emarginazione del Movimento 5 stelle», ha detto Gianluca Vacca commentando la mancata elezione di un rappresentante del Movimento alla vicepresidenza della Commissione Cultura della Camera.
Come seconde di Galan sono stati infatti designate Manuela Ghizzoni del Pd e Ilaria Capua di Scelta civica.
Al M5s è comunque andato un segretario, Maria Marzana. È del Pd l'altro segretario, Flavia Nardelli Piccoli.
Martedì, 07 Maggio 2013

1 commento:

Unknown ha detto...

dicono che sono contro tutto ma vanno a caccia di presidenze.

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...