lunedì 12 gennaio 2015

Questi sono mussulmani? No, questi sono assassini. Punto.

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Boko Haram nasce nel 2001 per idea di Ustaz Mohammed Yusuf. Il nome significa “L’educazione occidentale è peccato” e il gruppo venne fondato con l’intenzione di instaurare la shari’a in Nigeria a partire dallo stato del Borno: l’opera di proselitismo viene effettuata nel modo classico: criticando il governo, la polizia e la corruzione della politica e mostrandosi come risoluzione alla corruzione e alla povertà del paese. È anche noto come Gruppo della Gente della Sunna per la propaganda religiosa e il Jihad. L’esercito nigeriano ha provato a combatterlo nel 2009, arrestando i capi della setta e trovando in risposta l’attacco kamikaze alle stazioni di polizia. Il suo fondatore trovò la morte nel luglio 2009, durante un tentativo di evasione in seguito al suo arresto. Dopo la sua scomparsa Boko Haram si divise in tre fazioni. Ustaz Mohamed Yusuf, che i seguaci considerano oggi ancora viva, rifiutava la democrazia occidentale ma anche il geocentrismo e il darwinismo. Aveva strambe teorie anche sulla pioggia, di cui contestava il ciclo naturale. L’attuale leader, Abubakar Muhammad Shekau, dato per morto diverse volte, ha rivendicato il rapimento delle quasi 300 studentesse.

BOKO HARAM: QUELLI CHE USANO BAMBINI PER UCCIDERE BAMBINI
Proprio stamattina migliaia di abitanti dei villaggi nel nord-ovest del Camerun, al confine con la Nigeria, sono in fuga per l’avanzata di Boko Haram. Mercoledì scorso il leader degli islamisti nigeriani, Abubakar Shekau, aveva minacciato di colpire il Camerun in un video-messaggio pubblicato su YouTube. Il filmato, postato il 5 gennaio, si rivolgeva direttamente al presidente del Camerun: «Oh Paul Biya, se non fermi questo piano malvagio, farai la fine della Nigeria. I tuoi soldati non possono nulla contro di noi». Ieri il bersaglio principale dei terroristi è stato un mercato di telefonia mobile nella cittadina di Potiskum, nello stato nord-orientale di Yobe, dove i testimoni riferiscono di aver visto due bambine o ragazzine poco sopra i 10 anni esplodere fra la folla, come la kamikaze autrice della strage di sabato nella città di Maiduguri che ha fatto 19 morti. Un testimone, citato dal sito dell’agenzia Bloomberg, racconta che le due ragazzine sono arrivate al mercato a bordo di un triciclo a motore: «Una di loro ha innescato e fatto detonare la sua bomba mentre l’altra, che era ancora seduta sul veicolo, ha detonato la sua». Il bilancio è stato di tre morti e almeno 43 feriti. Si tratta almeno del terzo episodio in cui è stato accertato il ricorso a bambine-kamikaze: il primo risale allo scorso 10 dicembre, quando una tredicenne rifiutò di farsi detonare in un mercato di Kano e raccontò di essere stata reclutata dal padre per servire il califfato di Boko Haram. Ma non è l’unico orrore. In un grappolo di villaggi nella regione di Baga, nell’estremo nord-est della Nigeria, sulle rive del Lago Ciad, per “punire” la presenza di milizie locali di autodifesa, i cosiddetti “vigilantes”, i Boko Haram per almeno tre-quattro giorni hanno sterminato chiunque entrasse nel loro orizzonte visivo, lasciando in terra un numero di morti ancora imprecisato, ma che molti stimano essere nell’ordine delle migliaia. «Abbiamo corso per giorni e visto cadaveri, specialmente sulle isole del lago Ciad: sono stati sterminati come insetti», ha raccontato un sopravvissuto ai media nigeriani.
Il territorio di Boko Haram (fonte: Independent)
Il territorio di Boko Haram (fonte: Independent)
LA BIMBA KAMIKAZE AL MERCATO
Sabato scorso è stato il giorno dell’orrore al mercato. La bambina saltata in aria non aveva, secondo fonti di polizia e della Croce Rossa, più di dieci anni. La deflagrazione è stata terrificante, dopo un paio d’ore i soccorritori contavano almeno 20 morti e 18 feriti, alcuni in gravissime condizioni. Secondo Gideon Jibrin, portavoce della polizia di Borno, «il corpo della ragazzina è stato fatto a pezzi … Come fosse stato tagliato in due, la parte superiore è stata trovata a 500 metri di distanza». Per compiere l’attentato è stata scelta un’ora di punta, poco dopo le 12:30. Tra i banchi e i negozietti si aggiravano decine di persone, in gran parte donne con i loro bambini. Anche il primo dicembre, mentre il mercato di Maiduguri veniva colpito per la prima volta, miliziani pesantemente armati avevano attaccato Damaturu, incendiando edifici pubblici, devastando abitazioni e negozi, uccidendo a caso. Allora nessuno aveva avanzato dubbi sulla volontarietà delle due donne di farsi saltare in aria. Oggi invece il portavoce della polizia racconta che la bambina era stata fermata e che due agenti la stavano perquisendo quando c’è stata la deflagrazione. «Forse neppure sapeva cosa le era stato messo addosso … forse la bomba è stata fatta detonare con un telecomando – ha detto il portavoce della polizia – I due agenti sono morti all’istante dilaniati dall’esplosione». I Boko Haram hanno fatto compiere per la prima volta a una donna un attacco suicida l’anno scorso, in giugno, nella città di Gombe, nell’omonimo Stato situato sempre nel nord a maggioranza musulmana ma nel cuore del Paese, lontano dalle frontiere. Un mese dopo una bambina di 10 anni era stata bloccata a Katsina con addosso un giubbotto esplosivo: si era salvata e tra le lacrime aveva raccontato di essere stata costretta a indossarlo dai familiari. Il fanatismo degli integralisti islamici Boko Haramche nel nord-est della Nigeria hanno proclamato un califfato affiliato all’Isis siriano/iracheno di Abubakr al-Baghdadi, ha provocato in sei anni secondo Amnesty International oltre 14.000 morti e più di un milione e 600mila sfollati.
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Boko Haram: gli attacchi dal 2010 al 2014 (Fonte: BBC)
BOKO HARAM NELLA STORIA
I suoi seguaci dicono di seguire il precetto coranico che recita: «Chi non è governato da quello che Allah ha rivelato è tra i trasgressori». Boko Haram promuove una versione dell’Islam che considera “haram”, proibito per i musulmani prendere parte a qualsiasi attività politica o sociale associata con la società occidentale. Tra queste attività c’è votare alle elezioni, indossare magliette o pantaloni corti, ricevere un’educazione laica. Il suo marchio di fabbrica era in origine l’utilizzo di uomini armati in moto, che uccidevano come sicari poliziotti, politici e chiunque li criticasse, compresi i chierici di altre tradizioni musulmane e i predicatori cristiani. Il gruppo ha anche messo in scena attacchi più audaci nel nord e nel centro della Nigeria, tra cui bombardamento di chiese, autobus, bar, caserme militari e la sede delle Nazioni Unite nella capitale, Abuja. Quello di Boko Haram è un massacro ignorato dai media. E oggi c’è chi chiede di intervenire anche in Nigeria.

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