domenica 11 gennaio 2015

E di Lussana che dice Salvini lo statista della Padania.

Lassana Bathily: il commesso musulmano che ha salvato sei clienti nell’assalto di Parigi

10/01/2015 - di Redazione

Un 24enne dipendente del supermercato kosher dove ieri ha fatto irruzione Amedy Coulibaly aveva rinchiuso almeno sei persone in una cella frigorifera. Mettendole al riparo da rischio. Il web lo applaude

Lassana Bathily: il commesso musulmano che ha salvato sei clienti nell'assalto di Parigi

Il poliziotto ucciso mercoledì mattina nell’assalto jihadista alla redazione di Charlie Hebdo dopo essere stato inseguito in strada non è l’unico eroe musulmano delle stragi compiute in questi giorni a Parigi. È il caso di parlare anche di Lassana Bathily, 24enne commesso musulmano originario del Mali che ha salvato 6 ostaggi nascondendoli in una cella frigorifera dopo l’irruzione armata di Amedy Coulibaly avvenuta in un supermercato kosher in zona Porte de Vincennes.

GLI OSTAGGI CHIUSI IN UNA CELLA FRIGORIFERA – Lassana ha compiuto un gesto eroico nascondendo, nel momento dell’attacco, i clienti in una cella frigorifera. In tv il giovane ha raccontato di aver visto i clienti scendere le scale di corsa e di aver aperto loro la porta della cella frigorifera, di aver spento la luce e il congelatore per non destare sospetti, e di aver, poi, detto loro: ‘Restate qui, io esco e vado a capire cosa accade’. In seguito, il coraggioso commesso sarebbe riuscito a scappare verso l’esterno del negozio usando il montacarichi, raggiungendo la polizia e spiegando agli agenti la situazione. Infine Lassana, quando il caos dell’assalto è terminato, sarebbe tornato tra i corridoi del supermercato, ricevendo i ringrazimenti e l’abbraccio delle persone che aveva messo al riparo dalla follia dell’attentatore. Ora la sua storia viene celebrata in Rete anche attraverso un hastag, lanciato per chiedere una medaglia: #unemedaillepourlassana.

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Che fare

Basta con questa storia dei docenti deportati. Ho fatto le mie prime supplenze a Urago d'Oglio e Pontoglio nel Bresciano. Esperienza indimenticabile. I bresciani sono innovatori e accoglienti. Una domanda fatta alla Preside. A Pavia nelle scuole private prendevano solo i raccomandati. A Brescia vivevo in una casa di riposo perché non era possibile affittare niente. Costava poco e con sei ore di supplenza occorreva ogni mese "mettere soldi" nel bilancio. Quale albergo potevi affittare con uno stipendio di sei ore alla settimana. Lo stipendio veniva pagato quando arrivava dal Ministero dell'Istruzione qualche lira. Secondo anno di insegnamento a Peschiera sul Garda. Guadagnavo quello che spendevo. Ovviamente mi trovavo lì perché a Pavia i posti in concorso era 20 ed a a Verona 130. Non ho mai avuto raccomandazioni da nessuno quindi statisticamente era meglio allontanarmi da casa sperando di vincere il concorso. Vinco il concorso senza raccomandazioni e vado un anno fuori tornando a casa il sabato pomeriggio (non avevo chiesto neanche il giorno libero). Con mia moglie incinta ovviamente. Da sola. Rientrato in provincia di Pavia con un trasferimento e senza raccomandazione, ogni mattino, andavo da un capo all'altro della Provincia di Pavia. Da Stradella a Cassolnovo. Con la mia 127 che partiva solo a spinta. E infatti lasciavo l'auto sempre nella parte alta di Stradella. Con una figlia piccola e mia moglie che viaggiava come me siamo andati avanti senza lamentarci con nessuno e senza mobilitare il sindacato fatto di nullafacenti che difendono quelli che già hanno tutti i diritti del mondo. Questa è solo una brevissima sintesi delle vicissitudini che hanno vissuto centinaia di migliaia di " terroni autentici" come me.

Ed io devo sentirmi le lagne di chi riceve un posto fisso senza aver sostenuto alcun concorso e dopo aver fatto anni di precariato? Io devo sentire le lamentele di persone che hanno fatto supplenza nelle scuole privata (raccomandate, raccomandate, raccomandate) fino ad accumulare punteggio per la scuola pubblica e adesso piangono perché Renzi ha dato un posto fisso e devono lasciare la famiglia per, magari, due anni? Io la famiglia l'ho lasciata trenta anni fa per trovare lavoro al nord senza chiedere niente a nessuno. A questi docenti ed ai sindacalisti che per fare tessere e mantenere i permessi sindacali dico:"Andate a quel paese". Io non ho bisogno né di tessere sindacali né di farmi eleggere in Parlamento. Ma andate veramente a quel paese con tutto il cuore.

Tutto questo mentre ci sono giovani che vanno all'estero e persone in cassa integrazione e famiglie senza lavoro. Una vergogna che solo i sindacati nullafacenti possono accettare. Sindacati che hanno distrutto l'Italia più di tutti i governi di destra che si sono succeduti negli ultimi dieci anni.

Insiemi a Ministri che hanno fatto carriera nei partiti grazie al sindacato e che dichiarano di avere la laurea anche se non l'hanno mai presa. Viva l'Italia della mediocrità.

E' questo il tempo