Nel solito modo in cui finiscono le denunce di questo genere
Il volo militare che il 5 settembre scorso riportò a Genova, dove abita, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, era pienamente legittimo. Lo hanno deciso, dopo la richiesta del PM, i giudici della Corte dei Conti e i magistrati del tribunale di Roma, che hanno archiviato l’inchiesta nata da una denuncia del MoVimento 5 Stelle, così come l’accusa di peculato. La notizia la riporta il Corriere della Sera (e anche il Messaggero in un trafiletto) mentre, come ricorderete, la faccenda del volo di Stato del ministro Pinotti era stata sollevata dal Fatto.
La storia comincia il 5 settembre scorso, quando la Pinotti partecipò a un vertice della NATO in Galles insieme al ministro degli Esteri Federica Mogherini e al presidente del Consiglio Matteo Renzi. Dopo l’atterraggio a Ciampino, la Pinotti ha preso un Falcon 50 che l’ha depositata nella sua città natale, Genova. Tre settimane dopo il volo il MoVimento 5 Stelle con Alessandro Di Battista e Luca Frusone ha depositato un’interrogazione parlamentare al ministro stesso e al presidente del Consiglio. Il 13 novembre il MoVimento 5 Stelle ha presentato la denuncia al tribunale e alla Corte dei Conti. Ieri, ci spiega Fiorenza Sarzanini, i giudici hanno deciso:
La scelta di utilizzare un mezzo dell’Aeronautica militare non rappresenta alcun abuso«perché quale massima autorità politica è legittimata ad esercitare tutti i poteri ministeriali di vertice e ad utilizzare discrezionalmente una struttura dell’apparato militare per fini compatibili con le funzioni esercitate,previo nullaosta dell’autorità militare competente». Ma anche perché quel viaggio «non ha comportato alcuna spesa ulteriore», ma anzi «ha eliminato l’onere economico per lo Stato derivante dall’acquisto dei biglietti per il volo di linea». Sono queste motivazioni ad aver convinto i giudici della Corte dei conti e i magistrati del tribunale di Roma ad archiviare l’inchiesta avviata dopo la denuncia del Movimento 5 Stelle. Così come avevano chiesto i pm, l’accusa di peculato contro Pinotti è stata ritenuta insussistente perché quel «volo di addestramento notturno era stato programmato la sera del 2 settembre precedente e e aveva le caratteristiche di “volo aperto” al quale aveva accesso il personale militare e civile, purché autorizzato». Secondo i magistrati «si tratta di spostamenti connessi allo svolgimento delle funzioni istituzionali e il ministro non avrebbe tratto alcuna utilità o vantaggio personale dall’eventuale violazione del mancato rispetto delle regole circa l’uso del volo in questione». Anche perché «l’aereo, la sua destinazione e conduzione sono sempre stati nella disponibilità del comandante e dell’equipaggio».
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