Primarie Pd Liguria, Sergio Cofferati tentato dall'addio al Pd per candidarsi a sinistra. Lo spettro della scissione Dem
Pubblicato: Aggiornato:
Che il fantasma di una scissione del Pd potesse materializzarsi a rimorchio di una partita di primarie finita a cazzotti, nessuno tra i renziani lo aveva immaginato. E stentano a crederlo, alla fine di una direzione Dem dominata dal discorso di Matteo Renzi su Quirinale e riforme, ma percossa fin negli angoli più bui del Nazareno dalle chiacchiere sul caso Liguria. Anche lì in direzione si diffonde la voce secondo cui Sergio Cofferati, lo sconfitto delle primarie, sconfitto anche dalla decisione del collegio di garanzia di confermare la vittoria della rivale renziana Raffaella Paita, sarebbe tentato di fare l’ultimo strappo col Pd e accettare la candidatura in Liguria con una lista di sinistra che comprenderebbe Sel e magari sarebbe appoggiata anche dai civatiani del Pd. Lo spettro di una scissione del partito fa capolino nei conciliaboli in direzione. Fino a sera resta ancora una voce, che tutti sanno ma che non ha ancora il timbro ufficiale. Quello dello stesso Cofferati che parlerà solo domani pomeriggio.
I Dem a lui più vicini lo descrivono come molto tentato dall’addio al Pd. Come se il dado fosse ormai tratto con l’era Renzi, dopo le battaglie contro il Jobs Act e ora lo schiaffo di quelle primarie che l’ex sindaco di Bologna considera truccate. Pd ciao, via per un’altra avventura con una lista di sinistra: ora o mai più. Chissà se andrà realmente così. Ma nel Pd rispetto, a questa eventualità, le acque sono abbastanza agitate.
In direzione è Andrea Ranieri, esponente del Pd Liguria e civatiano, ad affondare il coltello nella piaga, prendendo la parola subito dopo la relazione di apertura di Renzi. “Non mi associo ai complimenti del segretario Renzi a Paita per aver vinto le primarie in Liguria – dice secco Ranieri, ex sindacalista Cgil, sostenitore della candidatura di Cofferati - Le primarie sono state viziate, c'è stato un invito esplicito alle forze del centrodestra a partecipare, e si parla di esponenti di assoluto rilievo. Sarà difficile vincere le regionali senza Genova e non si potrà andare in campagna elettorale con indagini già in corso…".
Mentre parla Ranieri, in sala si diffonde nervosismo, a macchia d’olio. Renzi si alza dal tavolo dei relatori in segno di fastidio. Per lui la questione Liguria “è chiusa”. E lo dirà alla fine, prendendo la parola dopo un dibattito in cui le primarie Cofferati-Paita fanno quasi da catalizzatore di tutte le tensioni accumulate nel Pd fino ad ora, rimaste sottotraccia o esplose senza lasciare impronte. Sepolte eppure vive.
Ecco: che da un incidente regionale si possa scatenare la scissione fin qui evitata e proprio alla vigilia dell’elezione del capo dello Stato, per i renziani resta incredibile. Per i bersaniani pure: sarebbero chiamati a decidere ‘che fare’. Renzi comunque non ha sentito Cofferati oggi. “Se ne va e chi se ne va con lui, poi cosa fa?”, è il mantra che ripetono i suoi. Granitica e genuina sicurezza di sé o esorcismo per evitare di vedere una crepa?
Nessun commento:
Posta un commento