Il riferimento è al rapporto tra Matteo Renzi e Denis Verdini e Silvio Berlusconi. Ma Massimo D'Alema per spiegarlo ha scomodato persino Gramsci che scriveva «può capitare che i giovani di una parte si facciano istruire dagli anziani della parte avversa». «Mi pare che qualcosa di simile stia accadendo nel nostro Paese», ha dichiarato l'ex primo ministro ed esponente dei Ds in un'intervista al Corriere della sera dal titolo «Renzi istruito da Verdini».
MEDIAZIONE POSSIBILE SUL LAVORO. «L'unica vecchia guardia con cui Renzi interloquisce è quella rappresentata dal centrodestra di Berlusconi e Verdini. Al Pd vengono poi imposte, con il metodo del centralismo democratico, le scelte maturate in quegli incontri privati», ha affermato D'Alema. Ma «sul lavoro», ha spiegato l'ex primo ministro, «si può trovare una mediazione». «Renzi è in evidente difficoltà nei rapporti con Bruxelles. E sull'articolo 18 è in atto un'operazione politico-ideologica che non corrisponde a nessuna urgenza. Non esiste un'emergenza legata alla rigidità del mercato del lavoro», ha affermato D'Alema.
UN MESSAGGIO ALL'EUROPA? «C'è persino il sospetto che si cerchi uno scontro con il sindacato e una rottura con una parte del Pd per lanciare un messaggio politico all'Europa e risultare così affidabile a quelle forze conservatrici che restano saldamente dominanti. Spero che Renzi si renda conto che una frattura del maggior partito di governo», ha avvertito, «non sarebbe un messaggio rassicurante. Se vuole, è possibile trovare un accordo ragionevole sugli interventi sul mercato del lavoro». D'Alema ha sottolineato il «dominio impressionante» di Angela Merkel in Ue.
LA VERA LEADER È MERKEL. «I popolari hanno una decina di eurodeputati in più, ma in Commissione hanno fatto l'en plein. La Merkel ha ottenuto le presidenze della Commissione, del Consiglio europeo e dell'Eurogruppo», ha osservato. «La Merkel si è mossa da leader europea, i socialisti invece hanno ragionato in un'ottica di prestigio nei singoli Paesi. Lo ha fatto anche Renzi, che ora, per venire fuori dall'impasse e ottenere concessioni dall'Europa, ha deciso di puntare su una questione che è chiaramente ininfluente rispetto agli ostacoli alla ripresa economica, e cioè l'articolo 18».
MEDIAZIONE POSSIBILE SUL LAVORO. «L'unica vecchia guardia con cui Renzi interloquisce è quella rappresentata dal centrodestra di Berlusconi e Verdini. Al Pd vengono poi imposte, con il metodo del centralismo democratico, le scelte maturate in quegli incontri privati», ha affermato D'Alema. Ma «sul lavoro», ha spiegato l'ex primo ministro, «si può trovare una mediazione». «Renzi è in evidente difficoltà nei rapporti con Bruxelles. E sull'articolo 18 è in atto un'operazione politico-ideologica che non corrisponde a nessuna urgenza. Non esiste un'emergenza legata alla rigidità del mercato del lavoro», ha affermato D'Alema.
UN MESSAGGIO ALL'EUROPA? «C'è persino il sospetto che si cerchi uno scontro con il sindacato e una rottura con una parte del Pd per lanciare un messaggio politico all'Europa e risultare così affidabile a quelle forze conservatrici che restano saldamente dominanti. Spero che Renzi si renda conto che una frattura del maggior partito di governo», ha avvertito, «non sarebbe un messaggio rassicurante. Se vuole, è possibile trovare un accordo ragionevole sugli interventi sul mercato del lavoro». D'Alema ha sottolineato il «dominio impressionante» di Angela Merkel in Ue.
LA VERA LEADER È MERKEL. «I popolari hanno una decina di eurodeputati in più, ma in Commissione hanno fatto l'en plein. La Merkel ha ottenuto le presidenze della Commissione, del Consiglio europeo e dell'Eurogruppo», ha osservato. «La Merkel si è mossa da leader europea, i socialisti invece hanno ragionato in un'ottica di prestigio nei singoli Paesi. Lo ha fatto anche Renzi, che ora, per venire fuori dall'impasse e ottenere concessioni dall'Europa, ha deciso di puntare su una questione che è chiaramente ininfluente rispetto agli ostacoli alla ripresa economica, e cioè l'articolo 18».
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