giovedì 2 ottobre 2014

Merkel ha proprio stancato tutti.

Renzi contro Merkel: «Non siamo 

studentelli»

Il premier: «Sto con Hollande. Noi? Dentro il 3%». Flessibilità: asse con Cameron

La prima a ricorrere alla retorica scolastica era stata Angela Merkel.
Il primo ottobre la cancelliera tedesca, vestendo i panni della professoressa, aveva invitato i Paesi membri dell'Unione europea (Ue) a «fare i compiti». A rispettare, in altre parole, le regole dell'austerity.
Chiaro riferimento a Parigi che, poche ore prima, aveva annunciato lo sforamento del tetto del 3% da qui sino al 2016, e velato avvertimento a Roma, che quasi contemporaneamente aveva rinviato il pareggio di bilancio al 2017.
RENZI: «IO STO CON HOLLANDE». E proprio dal premier italiano, Matteo Renzi, è arrivata la risposta più piccata alla cancelliera: «Rispetto la decisione di un Paese libero e amico come la Francia, nessuno deve trattare gli altri Paesi come si trattano degli studentelli», ha detto in occasione della visita al suo omologo britannico David Cameron. Prima di mettere in chiaro, come mai aveva fatto in precedenza: «Io sto con dalla parte di Francois Hollande e Manuel Valls». Quanto all'Italia, Renzi - che non ha mai citato direttamente Angela Merkel - ha sottolineato che «la situazione è diversa: noi rispettiamo i limiti che ci siamo dati del 3%».
L'ASSE CON CAMERON: «PIÙ FLESSIBILITÀ». Con Renzi, e contro gli eccessi dell'austerity, si è schierato lo stesso Cameron, che ha dichiarato: «Abbiamo una vera sfida per l’Europa, bisogna fare cose importanti, l’Europa deve essere più flessibile».

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