Invia per email
Stampa
ROMA - Sembra inarrestabile l'avanzata dello Stato islamico sulla città siriana di Kobane al confine con la Turchia, assediata da giorni. L'avanguardia dei jiahdisti sunniti è ora a cinque chilometri dal centro abitato curdo. Lo riferisce l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani precisando che nel corso della giornata almeno cinque persone sono rimaste uccise dai colpi dell'artiglieria dell'Is. Per affrontare la situazione la Turchia ha dislocato 34 carri armati nei pressi di Mursitpinar, alla frontiera.

Jet britannici hanno compiuto oggi il primo raid in Iraq, vicino a Mosul, nel nord del Paese. Citando fonti mediche locali, l'agenzia irachena Nina ha reso noto che nove jihadisti sono rimasti uccisi nell'attacco sul villaggio di Sada. Sabato, a poche ore dalla firma dell'adesione britannica all'offensiva contro l'Is, due Tornado decollati dalla base di Akrotiri, a Cipro, avevano eseguito una prima missione di ricognizione sull'Iraq.
L'appello degli ostaggi tedeschi. Mentre in Siria e in Iraq proseguono i raid della coalizione a guida americana, i due cittadini tedeschi rapiti nelle Filippine dal gruppo islamico Abu Sayyaf hanno lanciato un appello al governo di berlino, affinché faccia ogni sforzo per liberarli. Bild riferisce che un uomo qualificatosi come medico ha detto alla radio Zamboanga City: "Spero che il mio governo faccia tutto ciò che è in suo potere per ottenere la mia libertà". Anche l'altro ostaggio, una donna, ha rivolto un appello alle autorità tedesche affinché si sbrighino "perché la prigionia nella giungla è molto pericolosa e sono a rischio di contrarre malattie". Per la liberazione dei due ostaggi Abu Sayyaf ha chiesto alla Germania di ritirare il suo appoggio all'offensiva Usa contro l'Is, oltre a un riscatto. E ha avvertito che uno dei due sarà decapitato se le richieste non saranno accolte entro il 10 ottobre.

I due tedeschi sono stati identificati dalle forze armate delle Filippine come Stefan Okonek, medico che ha da poco superato la settantina, ed Henrike Dielen, una donna di circa 55 anni. Secondo notizie di stampa, sono stati sequestrati da uomini armati in aprile mentre erano a bordo di uno yacht in navigazione tra il Borneo e le Filippine meridionali. Oggi il generale Gregorio Catapang, capo delle forze armate di Manila, ha detto che l'esercito non intende accogliere le richieste dei rapitori. "Stiamo facendo del nostro meglio per localizzarli", ha aggiunto.

LEGGI Obama: "Non è una guerra contro l'Islam"

Costola dell'Is in Egitto. "Colpiremo i seguaci della Croce e gli interessi americani": è la minaccia del neonato gruppo Jund al Khilafah Kinana (I soldati del Califfo in Egitto, lo stesso nome utilizzato dagli estremisti islamici che in Algeria hanno decapitato il francese Hervé Pierre Gourdel) che annuncia la sua costituzione e plaude all'alleanza con lo Stato islamico di Al Baghdadi. Lo riferisce l'autorevole Site, il sito di monitoraggio dell'estremismo islamico sul web.

Da giorni al Cairo si rincorrevano voci sulla nascita di un'organizzazione ufficialmente legata all'Isis. Fonti della sicurezza avevano rivelato all'Ansa di aver "tracciato" l'arrivo in Egitto, probabilmente dalla frontiera orientale in Sinai, di "elementi collegati all'Isis, reduci da Iraq e Siria". Durante l'estate erano emersi contatti e collegamenti operativi con la galassia jihadista egiziana, il cui gruppo principale, Ansar al Sharia, è protagonista di un'ondata di attentati e attacchi cresciuti esponenzialmente nell'ultimo anno. I miliziani egiziani, inoltre, avrebbero fatto da "ponte" con le forze di Ansar al Sharia a Bengasi, occupata e trasformata in "Califfato". A loro un portavoce dell'Is ha rivolto giorni fa l'appello a unirsi.

E il fronte al-Nusra, braccio siriano di al-Qaeda, si sta riconciliando con lo Stato islamico, contro cui ha combattuto all'inizio dell'anno in Siria. Stando a quanto riferito al quotidiano britannico Guardian, i leader delle due organizzazioni si sono incontrati più volte per coordinare la risposta armata ai raid aerei in Siria. Al momento, però, non sarebbe stato raggiunto alcun accordo.

Un arresto in Bangladesh. La polizia ha annunciato di aver arrestato un cittadino britannico accusato di essere entrato nel Paese per reclutare combattenti per conto di organizzazioni jihadiste, come lo Stato islamico. Secondo quanto riferito dalle autorità, Samiun Rahman, di origine bengalese, è stato fermato in una stazione ferroviaria della capitale Dacca la scorsa notte. Il provvedimento è scattato pochi giorni dopo l'arresto di due persone sospettate di voler creare una cellula di al Qaeda in Bangladesh.