mercoledì 1 ottobre 2014

Chiedono di scioperare ai lavoratori semplicemente per conservare privilegi. Per rievere i permessi sindacali eliminati da Renzi.

Matteo Renzi annuncia: "Altri 100 euro dall'anticipo del Tfr in busta paga"

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MATTEO RENZI
Gli 80 euro di Matteo Renzi si trasformano in 180. E' il presidente del Consiglio ad annunciarlo, in una intervista a Ballarò e anticipata da Rainews24: "Ne discuteremo nei prossimi giorni. Ma anzichè tenere i soldi da parte alla fine del lavoro te li do tutti i mesi. Significa che, per uno che guadagna 1.300 euro, un altro centinaio di euro al mese che uniti agli 80 euro inizia a fare una bella dote", circa 180 euro. I soldi dovrebbero quindi arrivare dall'anticipo di una parte del Tfr in busta paga. "Se recuperi 180 euro - aggiunge - nel giro di un anno vuol dire che inizi ad avere un potere d'acquisto maggiore". "Il Tfr così com'è c'è praticamente solo in italia", ma "la preoccupazione è che se diamo il Tfr subito in busta paga ci sia un problema di liquidità per le piccolissime imprese, le grandi ce la fanno. Allora sulla base di questo stiamo ragionando sul fatto che l'Abi, l'associazione delle banche, possa dare i soldi che arrivano dall'Europa, quelli che chiamiamo i soldi di Draghi, esattamente alle piccole imprese per garantire liquidità: questo garantirebbe al lavoratore di avere un po' più di soldi da spendere".
La sfida ai sindacati. Matteo Renzi è tornato anche a sfidare Susanna Camusso. "Quando la Cgil sara' in piazza, mi pare abbiano detto il 25 ottobre, noi saremo a fare la Leopolda. Ci hanno anche risolto il problema di chi fa la manifestazione contro", ha detto il premier . "Grande rispetto per tutti i sindacati, però dov'erano in questi anni in cui i diritti dei ragazzi venivano cancellati, i diritti dei cassintegrati venivano improvvisamente svaniti? Dov'erano quando siamo passati dal 7 al 13 % (di disoccupazione, ndr)? Non c'erano. Tornano in piazza ora? Bene! Viva! Che bello! Io nel frattempo non mollo e continuo a cercare di cambiare un Paese che ha bisogno di avere forse un po' meno discorsi astratti e un po' più proposte concrete come stiamo facendo noi". Il presidente del Consiglio ritorna quindi sullo scontro con i sindacati, dopo l'ultima intervista, quella rilasciata al Washington Post: "La gente è dalla nostra parte, non da quella dei sindacati", ha dichiarato al giornale americano. A stretto giro è arrivata la risposta ironica della Camusso: "Perchè togliere ad un giovane presidente del Consiglio delle illusioni? Lasciamogliele".
"E' normale - ha poi aggiunto il premier intervistato da Alessandro Poggi - che adesso la riforma la facciamo comunque, anzi, a maggior ragione" dopo la direzione Pd. "Abbiamo votato, ora la riforma del lavoro è questione di giorni, non è più di anni come in passato. La cosa che a me più colpisce sono quelli che dicono che non dobbiamo fare niente. Perdono una grande occasione. Per me il lavoro non è un diritto ma è molto di più, è un dovere. Questa è ancora più forte come affermazione. Quando una persona perde il posto di lavoro è una sconfitta per tutti. Dobbiamo occuparcene non solo per i soliti noti ma anche per chi il lavoro lo ha perso. Bisogna però avere il coraggio di ragionare di chi, in questi anni, non ha mai sentito vicina la politica: i precari, le mamme che non avevano i diritti, il cassintegrato di 55 anni che viene buttato fuori".
La replica della Camusso. "Noi stiamo lavorando per preparare la manifestazione del 25 ottobre e abbiamo attorno a noi molto consenso", aveva detto Camusso. La segretaria, che non ha replicato direttamente alle parole dette dal premier Renzi al Washington Post sull'apprezzamento dei lavoratori che andrebbe più alle posizioni del governo che a quelle del sindacato, ha spiegato come, dopo la direzione Pd di ieri, il consenso intorno alla mobilitazione indetta dal sindacato stia crescendo: "Credo che ne troviamo ancora di più dopo ieri - ha detto riferendosi al consenso - perchè c'è una domanda interessante che circola, e che riguarda, come dice il documento approvato dalla direzione del Pd, che ci troviamo di fronte al fatto che si vuole modificare la norma dell'articolo 18 anche per coloro che già ce lo hanno. Quindi mi pare che aumentino le ragioni della mobilitazione". Renzi è tornato anche all'attacco della vecchia guardia del Partito democratico, in particolare del massimo rappresentante, l'ex premier D'Alema: "Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo, tutte le volte che parla guadagno un punto nei sondaggi". 

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