mercoledì 1 ottobre 2014

Certamente si. Perché deve pagare il contribuente italiano?

Dl Stadi, Matteo Renzi ignora Carlo Tavecchio: "Gli straordinari degli agenti devono essere pagati dalle società di calcio"

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La richiesta di tempo e di un confronto è stata bellamente ignorata, il governo tira dritto. Il premier Matteo Renzi, con un tweet, ha chiuso al dialogo con la Figc: "Gli straordinari delle forze dell'ordine impegnate negli stadi devono essere pagati dalle società di calcio, non dai cittadini". Il cinguettio del premier è arrivato dopo che il governo ha posto la fiducia sul decreto legge sugli stadi. Nel dl, tra le altre misure, c'è anche un emendamento approvato in commissione, che ha fatto saltare sulla sedia la Federazione calcistica: il testo stabilisce che i finanziamenti degli straordinari delle forze dell'ordine arrivi da una quota dei biglietti pagati al botteghino, senza tuttavia intaccare i ricavi complessivi delle società di calcio. All'esame dell'assemblea di Montecitorio viene infatti proposto il testo così come approvato dalla commissione competente e validato dalla commissione Bilancio per quanto riguarda le coperture.
Il quotidiano la Stampa ha provato a fare i conti sull'entità delle risorse che i club dovranno versare per garantire la sicurezza all'interno degli impianti sportivi. Un prelievo del 3% sugli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti porterà nelle casse dell'Erario circa 4 milioni di euro. Secondo il capo della Polizia Alessandro Pansa, ammonta a circa 25 milioni di euro l'anno la spesa straordinaria per la domenica calcistica.
La decisione è stata presa in Commissione Affari Costituzionali della Camera. Tavecchio, ormai famoso (e contestato) presidente della Figc aveva provato a correre ai ripari: "La Figc condivide le parole e le preoccupazioni del presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta. Il mondo del calcio è consapevole delle ragioni e delle esigenze delle Forze dell'Ordine, con le quali da tempo si sta lavorando in maniera congiunta e proficua, ma chiede un confronto urgente affinché si sgombri il campo da inutili demagogie". Non solo: Tavecchio notava che "occorre fare chiarezza su competenze e risorse disponibili quindi analizzare con attenzione il contributo gia' fornito all'Erario direttamente dalle Società ed indirettamente anche attraverso i giochi e le scommesse sportive, al fine di verificare l'intera filiera dei ricavi collegati al gioco del calcio, rispetto alle risorse di cui beneficia. Sono convinto che attraverso una discussione preventiva e approfondita, di concerto con il Coni, si potranno trovare soluzioni condivise". L'invito al confronto però è stato rimandato al mittente, prima dal ministro Maria Elena Boschi, entrata in Aula per porre la questione di fiducia. Poi, come per rafforzare il concetto, dal presidente del Consiglio Matteo Renzi su twitter. 

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