Matteo Renzi: "I poteri forti vogliono sostituirmi? Ci provino, ma non mollo, senza il Pd nessuno fa nulla. Via l'articolo 18, è inutile"
"Non sono massone e non lo è mio padre, siamo una famiglia di boyscout cresciuti nel mito di Zaccagnini e Tina Anselmi. Se i voti di forzisti saranno decisivi sul lavoro, si aprirà un problema politico"
"Per alcuni è un attacco studiato contro di me" e contro il governo. In ogni caso se qualcuno pensa di "volermi sostituire a Palazzo Chigi, si accomodi pure" ma "il Pd - il partito del 41% - non accetterà di farsi da parte". Matteo Renzi è in viaggio tra Firenze e Roma. Alza il telefono, risponde. È uno sfogo. "Adesso devo pensare a chiudere sulla riforma del lavoro. Quella sì che è fondamentale".
Sta tornando a Palazzo Chigi proprio per preparare la direzione del suo partito convocata per discutere le nuove norme. Eppure la sua attenzione in questi giorni è catturata da altro. Da quell'"attacco studiato" di quelli che chiama ripetutamente i "poteri forti". Ne è quasi ossessionato. E allora non si trattiene. Lancia fendenti a destra e a manca. Sa che le critiche al suo esecutivo adesso hanno centri di provenienza diversi. Come ad esempio la Cei di Bagnasco. La luna di miele sembra finita. Ma lui non ci sta. "Io non sono un massone, sono un boy scout. La verità è che io non omaggio certi poteri e questa è la reazione". "E io insisto. Non mollo. Cominciamo con il cambiare lo statuto dei lavoratori". Con un'apertura alla minoranza Pd: "La reintegra può restare per i casi di discriminazione".
E quando pensa di chiudere questa partita.
"Prima possibile".
Insomma, vuole rottamare l'articolo 18?
"Va cambiato tutto lo Statuto dei Lavoratori, è stato pensato 44 anni fa. È come se uno cercasse di mettere il rullino in una macchina fotografica digitale: sono due mondi che non dialogano. Nel merito l'articolo 18 non difende tutti. Anzi, in fin dei conti non difende quasi nessuno. Nel 2013 i lavoratori reintegrati sono stati meno di tremila: considerando che i lavoratori in Italia sono oltre ventidue milioni stiamo parlando dello 0,0001%. È solo un tema strettamente ideologico. Il reintegro spaventa gli imprenditori e mette in mano ai giudici la vita delle aziende. Va tenuto solo per i casi di discriminazione. Per gli altri indennizzo e presa in carico da parte dello Stato. Perdi il lavoro? Io Stato ti aiuto a ritrovarlo, facendoti corso di formazione e almeno due proposte di lavoro".
Sta tornando a Palazzo Chigi proprio per preparare la direzione del suo partito convocata per discutere le nuove norme. Eppure la sua attenzione in questi giorni è catturata da altro. Da quell'"attacco studiato" di quelli che chiama ripetutamente i "poteri forti". Ne è quasi ossessionato. E allora non si trattiene. Lancia fendenti a destra e a manca. Sa che le critiche al suo esecutivo adesso hanno centri di provenienza diversi. Come ad esempio la Cei di Bagnasco. La luna di miele sembra finita. Ma lui non ci sta. "Io non sono un massone, sono un boy scout. La verità è che io non omaggio certi poteri e questa è la reazione". "E io insisto. Non mollo. Cominciamo con il cambiare lo statuto dei lavoratori". Con un'apertura alla minoranza Pd: "La reintegra può restare per i casi di discriminazione".
E quando pensa di chiudere questa partita.
"Prima possibile".
Insomma, vuole rottamare l'articolo 18?
"Va cambiato tutto lo Statuto dei Lavoratori, è stato pensato 44 anni fa. È come se uno cercasse di mettere il rullino in una macchina fotografica digitale: sono due mondi che non dialogano. Nel merito l'articolo 18 non difende tutti. Anzi, in fin dei conti non difende quasi nessuno. Nel 2013 i lavoratori reintegrati sono stati meno di tremila: considerando che i lavoratori in Italia sono oltre ventidue milioni stiamo parlando dello 0,0001%. È solo un tema strettamente ideologico. Il reintegro spaventa gli imprenditori e mette in mano ai giudici la vita delle aziende. Va tenuto solo per i casi di discriminazione. Per gli altri indennizzo e presa in carico da parte dello Stato. Perdi il lavoro? Io Stato ti aiuto a ritrovarlo, facendoti corso di formazione e almeno due proposte di lavoro".
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