lunedì 29 settembre 2014

Cacciari afferma che nessun leader socialdemocratico ha mai trattato così i sindacati. Ha dimenticato che i sindacalisti europaei non fanno schifo come auelli italiani. Ormai é una peofessione per ignoranti ed incapaci.

Lavoro, Renzi: “Dare risposte ai nuovi deboli Sono pronto a riaprire confronto coi sindacati” Bersani accusa: “No al metodo Boffo” 

Il premier alla direzione del Pd: «Riforme senza tabù. Ok ai compromessi, ma non a tutti i costi. Adesso votare con chiarezza». La minoranza non molla: articolo 18 non si tocca
ANSA
Il premier Matteo Renzi alla direzione del Pd

29/09/2014
È l’ora della resa dei conti nel Pd. Al centro il tema del lavoro e la riforma che ha diviso Renzi dalla minoranza interna. Sull’articolo 18 il premier sembra aver un ampio consenso, ma le critiche al Job Acts non mancano. «Serve un Paese che vuole investire e dare risposte ai nuovi deboli, che sono tanti e hanno bisogno di risposte diverse da quelle date finora. La rete di protezione si è rotta, non va eliminata ma ricucita, sapendo che c’è uno Stato amico che li aiuta», ha detto Renzi alla direzione dei dem. «Vi propongo di votare con chiarezza al termine della direzione un documento che segni il cammino del Pd sui temi del lavoro e ci consenta di superare alcuni tabù che ci hanno caratterizzato in questi anni», ha aggiunto il premier proponendo «profonda riorganizzazione del mercato del lavoro e anche del sistema del welfare».  

“PRONTO A CONFRONTO CON I SINDACATI”  
Il premier ha poi inviato un messaggio diretto ai sindacati: «Sono pronto a riaprire la sala Vedere dalla prossima settimana a Cgil, Cisl e Uil. Li sfido su tre punti: una legge della rappresentanza sindacale, salario minimo, il collegamento con la contrattazione di secondo livello». 

“NO COMPROMESSI A TUTTI I COSTI”  
Davanti all’assemblea del partito Renzi ha continuato: «Le mediazioni vanno bene, il compromesso va bene, ma non si fanno a tutti i costi i compromessi». Sempre sulle divisioni interne ha detto: «Non siamo un club di filosofi ma un partito politico che decide, certo discute e si divide ma all’esterno è tutto insieme. Questa è per me la ditta. Chi non la pensa come la segreteria - ha aggiunto - non è un Flintstones e chi la pensa come la segreteria non è Margareth Thatcher. Sono due posizioni che meritano rispetto, che si confrontano con un voto e nel lavoro parlamentare». 

“DAGLI ITALIANI IL MANDATO DI CAMBIARE”  
Il mandato di cambiare l’Italia è arrivato dagli italiano dopo il voto del 25%, «il miglior risultato di partito dal 1958 ad oggi», ha detto il premier. E a chi lo ha accusato di aver dato vita a una politica di annunci, Renzi ha risposto: «Abbiamo dato vita a uno straordinario processo di riforme, alla faccia degli annunci. Riforme che si sono impostate o approvate in presenza di un consenso, smentendo chi dice che se si fanno riforma si perde consenso». 

LA MINORANZA NON MOLLA  
Una frenata arriva dal leader dei Giovani Turchi Orfini che su Twitter risponde a chi afferma che il suo gruppo si appresta a votare alla proposta di Renzi sul Jobs act: «Non correte: servono robuste correzioni». «Su alcune» correzioni, afferma Orfini, «sono arrivate risposte positive su altre no». Stefano Fassina ha annunciato che la minoranza non farà alcun passo indietro: «Noi andiamo avanti e al Senato voteremo gli emendamenti che abbiamo presentato», ha detto arrivando al Nazareno. «C’è chi vede un partito bulgaro - ha spiegato - noi invece vogliamo discutere nel merito. Abbiamo chiesto un confronto in questi giorni, ma da Renzi non abbiamo ottenuto alcuna risposta». 

CUPERLO: “QUI NON CI SONO NEMICI DEL GOVERNO”  
«Davanti a te, Matteo, hai una parte del Pd pronta a innovare quello che va innovato - ha detto l’esponente della minoranza dem Gianni Cuperlo - Qui dentro non ci sono nemici del governo e non ci sono volatili notturni. Ma non c’è un dominus» nel partito.  

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