domenica 11 maggio 2014

Quando sento questo Papa che parla di scuola nell'unico modo sensato mi fa piacere chiamarmi Francesco.

Francesco: «Noi amiamo la scuola, e non è un parcheggio!»

 
 
Papa Francesco
(©Reuters)
(©REUTERS) PAPA FRANCESCO

Il modello-don Milani per la scuola del Papa. Il Pontefice dialoga a braccio con 300mila studenti a piazza San Pietro

GIACOMO GALEAZZICITTÀ DEL VATICANO
Papa Bergoglio indica come modello per gli insegnanti  don Lorenzo Milani, "un grande educatore italiano, che era un prete". "Si vede che questa manifestazione non è "contro", è "per". Non è un lamento, è una festa, una festa per la scuola. Sappiamo bene che ci sono problemi e cose che non vanno, lo sappiamo, ma voi siete qui, noi siamo qui perché amiamo la scuola", afferma Francesco che ha reso omaggio alla sua «prima insegnante, una maestra che mi ha preso a sei anni, al primo livello della scuola». E "mai ho potuto dimenticarla. Sono andato a trovarla tutta la vita fino a quando è mancata a 98 anni. Amo la scuola perché quella donna mi ha insegnato ad amarla".

 Infatti «andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. Questo è bellissimo, nei primi anni si impara a 360 gradi, poi pian piano si approfondisce un indirizzo e infine ci si specializza. Ma se uno ha imparato a imparare, questo gli rimane per sempre, rimane una persona aperta alla realtà". E ciò "lo insegnava anche un grande educatore italiano, che era un prete: Don Lorenzo Milani. Ho sentito le testimonianze dei vostri insegnanti  e sono contento di sentirli tanto aperti alla realtà». «La scuola non è un parcheggio - ha sottolineato il Papa - è un posto di incontro nel cammino»,  «e oggi noi abbiamo bisogno di questa cultura dell'incontro per conoscerci, amarci, camminare insieme».

I ragazzi, ha ricordato il Papa, sono «attratti dai professori che hanno un pensiero aperto, e così incoraggiano la scuola». Prima del Pontefice hanno preso la parola davanti a 300mila studenti delle scuole cattoliche Max Giusti, Giulio Scarpati ("chi mai pensava che il latino servisse"), Veronica Pivetti e Beatrice Fazi. Hanno presentato i loro «ricordi di scuola» a Francesco in occasione del maxi-raduno promosso dalla Cei. Giusti gli ha strappato un sorriso con una cantilena che raccontava la foratura di una gomma nei vari dialetti italiani e che ha concluso in spagnolo maccheronico, evocando che forare la gomma potesse essere anche la «papamobile» e accennando al ritmo del tango. E la Pivetti, quando era il suo turno di stringergli la mano, ha gettato le braccia al collo del Papa e lo ha baciato. Agli attori si sono alternati ovviamente uomini della scuola e prelati. "Piazza San Pietro e il colonnato del Bernini sono oggi una immensa aula che si prolunga fino a Castel Sant'Angelo per accogliere tutte le persone che festeggiano con noi ed evocare tutte le scuole che sono in Italia", ha detto il presidente dei vescovi italiani Angelo Bagnasco, salutando Francesco a "We care". La Cei «chiede di rafforzare energie e motivazioni in tutte le scuole, sia quelle statali che in quelle paritarie, la libertà dei genitori verso i propri figli, rappresenta diritto sancito dal nostro Paese, ma anche un dovere da garantire e da promuovere da parte dello Stato e dei singoli cittadini. La Chiesa italiana nel suo cammino decennale, ha scelto l'educazione come la chiave di volta del suo impegno di evangelizzazione in una società che ha mutato pelle, ma non ha cambiato il cuore». Inoltre «avvertiamo come pastori l'esigenza di coltivare il cuore delle generazioni attraverso una paziente opera educativa, che rimetta al centro quella cultura dell'incontro che, a differenza di quella dello scarto, tende a valorizzare quanto c'è in ogni persona di vero, di bello e di buono». Infatti, il  nostro impegno è a considerare la scuola come un tassello decisivo nella costruzione della città dell'uomo, e come una condizione necessaria per aprirsi alla realtà tutta intera».



Da parte sua il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini ha espresso «l'emozione sincera» non solo sua personale ma «di tutti i ragazzi che vede in questa splendida piazza, tanti, veramente tanti - ha detto - che da tutta Italia sono qui in questa classe speciale per una lezione speciale». Il ministro ha anche rivolto un pensiero alle studentesse nigeriane rapite e alle tante ragazze cui è stata impedita l'esperienza della formazione". Il ministro ha anche ribadito a Papa Francesco quella «vicinanza e affetto» della scuola italiana,  «già espresse dal presidente Napolitano».Un pensiero è stato rivolto dal ministro alle studentesse nigeriane rapite e alle tante ragazze cui è stata impedita l'esperienza della formazione. Inoltre "al ruolo dell'insegnante dobbiamo esplicitamente restituire dignità: deve tornare ad essere un lavoro qualificato e gratificante". Il Campidoglio conferma che «sono ben 300mila le presenze registrate questo pomeriggio" in piazza San Pietro e nelle vie limitrofe. «Alla Chiesa sta a cuore la scuola, la scuola tutta», spiega il segretario generale della Cei, Nunzio Galantino. «Una scuola che sia luogo di confronto e non di indottrinamento ideologico; una scuola la cui forza non sta tanto o solo nelle strutture e nei programmi, ma nel materiale umano».

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